Quando la Juve contro il Catania s'aggrappò a Scirea

scirea

Era il 25 marzo 1984 quando la Juventus sconfisse il Catania per 2-0, al Comunale di Torino, in quella che, ad oggi, rappresenta l’ultima vittoria casalinga dei bianconeri contro gli etnei in serie A. Dopo quell’incontro, infatti, le due squadre si sarebbero ritrovate solamente nella stagione 2007/08, e da allora lo score è assolutamente favorevole ai siciliani: una vittoria e tre pareggi, se si escludono due vittorie (nel 2009 e nel 2011) in altrettanti incontri di quarti di finale di Coppa Italia.

Un match che arriva in un momento non particolarmente fortunato per i ragazzi di Conte che, a causa di qualche errore arbitrale e della scarsa vena realizzativa delle punte (che, Matri a parte, non hanno dato il giusto apporto in termini di gol), sono stati fermati sullo 0-0 da Siena e Parma, formazioni di una caratura tecnica più o meno simile a quella del Catania; una Juve che produce gioco in quantità industriale, ma che sembra non avere più il colpo del Ko: una situazione per certi versi analoga a quella che precedeva la sfida ai rossoazzurri di quel campionato. La squadra del Trap infatti era reduce da una sconfitta a Verona per 2-1: dopo essere passata in vantaggio con Platini nel primo tempo, la Juve aveva evidenziato superficialità e mancanza di cattiveria nel momento di concludere a rete, favorendo così la rimonta avversaria, grazie anche, in verità, ad un rigore discutibile concesso agli scaligeri. Anche in Coppa, contro gli sconosciuti finlandesi dell’Haka, gli uomini del Trap (complice anche l’assenza di Platini) avevano sudato più di sette camicie per sconfiggere gli avversari; dopo un discreto avvio con gol di Tardelli, la squadra aveva infatti perso lucidità e si era innervosita, spendendo più energie del dovuto alla ricerca di un ulteriore gol contro una difesa difficile da perforare. Anche Trapattoni alla fine dell’incontro aveva tuonato: “Contro il Catania mi aspetto dalla squadra un’azione più costante per costruire il doppio delle palle gol avute con i finlandesi, ma trasformarne almeno quattro".

Alla domenica il mister, pur dovendo fare i conti con le assenze di Platini (squalificato), Bonini e Vignola (influenzati), poté fare affidamento non solo sull’inconsistenza del Catania (ultimo in classifica con una sola vittoria in 23 incontri) ma anche sul capitano di tante battaglie, Gaetano Scirea, la cui doppietta fu sufficiente per portare a casa la vittoria. D’altronde Scirea, oltre ad essere dotato di quell’immensa classe con cui riusciva a dirigere la difesa, aveva dalla sua un senso della posizione fuori dal comune ed un fiuto del gol: al punto da farlo sembrare in qualsiasi posizione del campo e da permettergli di segnare ben 32 gol in bianconero. La prima mezz’ora fu difficile per i bianconeri, visto che Boniek, Rossi e Penzo apparivano evanescenti per demeriti propri e per le marcature strettissime degli avversari; il compito di creare azioni interessanti rimaneva così affidato alle sovrapposizioni di Cabrini e Gentile e agli sganciamenti di Tardelli e Scirea. Fu proprio quest’ultimo, in mischia, ad agganciare in area un pallone in acrobazia e a costringere il portiere Sorrentino al tuffo. Al 34’ arrivò invece il gol: angolo di Penzo, tocco di Prandelli, correzione di Cabrini per Scirea che, senza troppi patemi, controllò il pallone e infilò il portiere con un secco rasoterra. Quattro minuti arrivò subito il bis dello stesso Scirea, con uno stacco perentorio sempre su calcio d’angolo, battuto da Rossi.

Partita finita dunque dopo poco meno di 40 minuti di gioco, con una Juve che continuava ad attaccare, senza tuttavia avere quella vivacità in grado d’impensierire una squadra, il Catania, che dal canto suo mostrava una pochezza tecnica e atletica assolutamente non all’altezza del palcoscenico della serie A. E così il resto dell’incontro servì solamente ad arrivare al 90’, eccezion fatta per un botta e risposta in extremis che vide Tardelli colpire la traversa con una fucilata da fuori area e per un affondo di Crialesi. Non arrivarono così i quattro gol, chiesti un po’ forzatamente dal Trap, ma i due punti sì, utilissimi e preziosi perché consentirono di distanziare ulteriormente la Roma, seconda in classifica, e ora dietro di tre punti: i giallorossi infatti non seppero rispondere al successo bianconero, non riuscendo ad andare oltre lo 0-0 sul campo dell’Ascoli.

Una Juve caratterizzata da qualche problema in attacco, dove i suoi uomini migliori sembravano aver smarrito la via del gol, specie contro formazioni chiuse e con una buona organizzazione difensiva, si affidò così al suo capitano; a chi invece potrà affidarsi sabato sera Conte per scardinare la difesa etnea e per rompere un tabù, quella della vittoria a Torino contro il Catania, che in serie A manca dal lontano ’84? Chiunque esso sia, non dubito che lo ringrazieremo di cuore.