Bologna-Juve '03: quando Bettega volle sentire il Dall'Ara

bettegaNel calcio, a volte, si verificano situazioni impreviste che fanno scattare nei protagonisti (calciatori, allenatori, dirigenti) una molla che per qualche secondo fa loro dimenticare il ruolo che rivestono; è quello che accadde anche a Roberto Bettega, in un Bologna-Juventus del 13 aprile 2003. L’allora vicepresidente della Juve, al pareggio di Camoranesi, arrivato a 8 secondi dal termine dell’ultimo dei cinque minuti di recupero, si lasciò andare ad un’esultanza molto simile a quella di tanti bomber della Serie A (lui che bomber lo era stato fino a 20 anni prima): mani portate alle orecchie quasi a gustarsi il silenzio di quella parte dello stadio Dall’Ara che fino a quel momento aveva ricoperto con una valanga d’insulti lui, Moggi e Giraudo. La loro colpa?? Essere alla guida di una società modello, con grande capacità manageriale, fatta passare troppo spesso dai media come abilità di operare tra il lecito e l’illecito, il che sarebbe poi sfociato in quella grande farsa che purtroppo tutti noi conosciamo.
Una rete, quella di Camoranesi, arrivata in piena 'zona Cesarini', che ebbe risvolti positivi non tanto sulla classifica, che vedeva i bianconeri in vetta con 6 punti di vantaggio su Milan e Inter, quanto sul morale della squadra di Lippi: recuperare una partita che fino all’87' vedeva il Bologna sul 2-0 fu un chiaro messaggio verso Milan e Inter di quanto fosse difficile riacciuffare una squadra che non mollava mai. Avrebbero potuto essere 8 i punti di vantaggio se la Juventus avesse vinto a Bologna, ma gli uomini di Lippi arrivarono a Bologna dopo una settimana tutt’altro che semplice: un derby vinto col Toro, passato alla storia più per i calcioni dei granata che per lo spettacolo offerto, e l’andata dei quarti di Champions League con il Barcellona. Il Bologna invece, con due sole vittorie nel girone di ritorno, era ancora alla ricerca dei punti necessari per la matematica salvezza.
Ne venne così fuori un inizio gara in cui la Juve, complici le precedenti 'fatiche', si mise quasi in attesa, mentre gli uomini di Guidolin si lanciarono all’attacco, trovando il gol al 16’ grazie a Cruz, autore di un sinistro che non lasciò scampo a Buffon e ad una difesa troppo scricchiolante. Neanche lo svantaggio riuscì a cambiare il passo della Juve, incapace di creare azioni da gol anche e soprattutto per la mancanza di Trezeguet; il Bologna invece, giocando con ordine e forte del vantaggio, riuscì praticamente a gestire senza troppi problemi tutto il primo tempo fino al 47’ quando Nedved, con un’accelerazione delle sue, entrò in area e servì un assist perfetto a Del Piero, il cui tiro al volo però non fu abbastanza deciso da evitare la ribattuta di Vanoli. Nella ripresa sembrò invece arrivare la riscossa bianconera: Zambrotta al 48’ non trovò il tocco vincente su una deviazione sbagliata di Pagliuca, mentre al 57’ fu Del Piero a sprecare una favorevolissima occasione per il pareggio: a tu per tu con Pagliuca palla sull’esterno della rete. Lippi non appariva del tutto soddisfatto, tanto da cambiare Pessotto e Zalayeta con Camoranesi e di Vaio, con quest’ultimo a sprecare un’altra occasione per il pareggio prima che il Bologna trovasse un break di gioco quasi decisivo. Una punizione di Signori, respinta quasi miracolosamente da Buffon, fu il preludio al raddoppio di Locatelli, che arrivò al 75’ con un gran sinistro a giro sul secondo palo. Sembrava finita, ed invece il meglio per la Juve doveva ancora venire: all’87’ Zambrotta dimezzò lo svantaggio con un tiro da fuori area, complice una deviazione di Paramatti; in pieno recupero fu invece Meghni a sprecare un facilissimo contropiede prima dell’incredibile epilogo finale: Zambrotta sradicò al limite dell’area il pallone dai piedi di Zaccardo, crossò al centro per Camoranesi che, di testa, anticipò Castellini spedendo il pallone alle spalle di Pagliuca.
Fu l’ennesima rimonta per la Juve 2002-03: sotto 2-0 in casa con il Parma, sotto 2-0 all’Olimpico con la Roma, sotto 2-0 a La Coruña con il Deportivo, in tutti e tre i casi il risultato finale fu 2-2; senza contare il 3-2 giunto in pieno recupero contro il Deportivo a Torino, decisivo per il passaggio del turno. Una squadra dunque che seppe interpretare in più di un’occasione quello spirito battagliero e mai domo che anche l’Avvocato Agnelli, chiese alla sua squadra qualche anno prima in occasione della finale di Champions League contro l’Ajax: “Se loro sono una squadra di pittori fiamminghi, noi saremo dei piemontesi tosti.”