Marco Borriello: bomber di scorta o arma in più?

BorrielloL'operazione, dal punto di vista economico, credo sia inattaccabile se il diritto di riscatto è realmente tale e non sono stati presi accordi a latere che lo rendano un obbligo. Meno di un milione per l'immediato e sei mesi per decidere se vale la pena spenderne altri 7,5 per arruolarlo definitivamente.

Arriva a Torino un giocatore di 29 anni, che ha conosciuto una carriera di alti e bassi. Cresciuto nelle giovanili del Milan, ha dovuto faticare e girare molto per convincere i dirigenti rossoneri di meritare un posto al sole a Milanello. Le tappe fondamentali della sua gavetta sono state le due esperienze a Treviso e soprattutto quella in rossoblu agli ordini di Gasperini. I 19 goal e il terzo posto nella classifica cannonieri dietro a Del Piero e Trezeguet gli valsero il ritorno alla casa madre. Il Milan ne riscattò la metà per 7,5 milioni più la comproprietà del giovane Di Gennaro, segno che il giocatore si era fatto apprezzare. La prima stagione fu travagliata dagli infortuni, mentre nella seconda si creò un buon feeling con Leonardo e, in campo, con Ronaldinho: 14 goal in 29 partite fu lo score, decisamente di tutto rispetto, col quale contribuì al terzo posto della squadra alle spalle di Inter e Roma. L'anno successivo, però, le porte di Milanello si chiusero definitivamente: Leonardo venne sostituito da Allegri, ma fu soprattutto l'acquisto di Ibrahimovic a sbarrare le porte alle ambizioni del ragazzo napoletano. Si arrivò così al famoso rifiuto alla Juve, che tanto ha fatto discutere in questi giorni. Le casse bianconere consentivano solo un prestito secco, mentre il giocatore voleva una squadra che puntasse su di lui stabilmente: decise così per la Roma, che si obbligava a riscattarlo l'anno successivo. L'anno in giallorosso fu abbastanza positivo: 11 reti in campionato e 4 in Champions League, molte delle quali di ottima fattura. Non mancarono però anche a Roma alcune incomprensioni, sia con Ranieri che col subentrante Montella, per qualche panchina non gradita. Episodi che gli valsero una certa antipatia nell'ambiente giallorosso, soprattutto da parte dei pezzi grossi dello spogliatoio, e la fama di piantagrane. Con la rivoluzione tecnica e societaria Borriello finisce fuori dal progetto tecnico di Luis Enrique, nonostante la società abbia dovuto mantenere gli impegni presi dalla precedente gestione e riscattarlo per 10 milioni di euro. Solo 7 apparizioni in campionato e quindi la necessità per i giallorossi di liberarsi di un giocatore ai margini della squadra e dall'ingaggio ingombrante.

Borriello ha quindi sei mesi per convincere principalmente la società di essere un giocatore su cui puntare per il futuro, ma anche molti tifosi che hanno accolto il suo acquisto con uno scetticismo che ho avuto già modo di definire eccessivo.
Sarà il campo a stabilire se sarà solo l'ultima delle frecce a disposizione di Conte nel reparto avanzato oppure se sarà un'importante arma in più, per via delle sue caratteristiche fisiche e tecniche, che ne fanno, a mio avviso, un unicum nel parco attaccanti attuale della Juventus. E' un attaccante d'area che non disdegna però di svariare lungo il fronte d'attacco. E' dotato di un ottimo sinistro e di una discreta tecnica, che gli consentirà di dialogare con i compagni nel gioco palla a terra di mister Conte. Ha doti tecniche e fisiche utili per giocare anche di sponda e spalle alla porta, qualità che invece difettano a Matri. Molti considerano Borriello un doppione dell'attaccante lodigiano, io credo invece che siano due centravanti che interpretano in maniera molto differente il ruolo. Più portato alla profondità e alla stoccata definitiva l'ex cagliaritano, più propenso al gioco di squadra ma anche più irruente fisicamente il napoletano. Fatte le dovutissime proporzioni, Matri è più un Inzaghi mentre Borriello è un Vieri: due tipi di centravanti molto differenti tra cui Conte potrà scegliere a seconda delle esigenze del momento e del tipo di partita da impostare.
Borriello, Matri, Quagliarella, Vucinic, Pepe, Del Piero, Elia: sette giocatori diversi per il tridente offensivo, sette opportunità a disposizione di Conte per cercare di ovviare al difetto principale mostrato sinora dalla squadra, la scarsa prolificità in rapporto alla mole di gioco creato. Sperando che basti.