Se la "perdita intollerabile" è quella di Del Piero...

assembleaL'Assemblea degli azionisti di Juventus S.p.A. tenutasi ieri al Centro Congressi del Lingotto potrebbe essere, secondo alcuni, l'ultima. Questo nel caso in cui l'aumento di capitale che è stato approvato dovesse avere poco successo tra i piccoli azionisti, portando la quota di Exor ad un livello tale da consentire l'esclusione coatta dei piccoli azionisti dalla compagine sociale. Di sicuro è stata una delle più tecniche, dove pochi sono stati gli excursus fuori dal seminato tracciato dall'ordine del giorno, a parte le solite esibizioni di qualche azionista un po' naïf.
Molto invece si è detto in merito al bilancio 2010/11, quello che il Presidente Agnelli ha giustamente definito il peggiore della storia della società. Ma non solo: il Presidente è stato anche molto chiaro sulle cause che hanno portato a questi numeri, ovviamente nei termini che il ruolo gli poteva permettere. Parlare di "perdita intollerabile" che è stata "frutto di quattro anni di incapacità di rinnovamento che ha ingolfato il motore" significa se non altro avere individuato il problema e le cause. Si è reso necessario quindi, sempre per usare le parole del Presidente, "tamponare le falle del passato". Una di queste, forse la principale, era ieri assente per la prima volta dal 2006, avendo rassegnato le dimissioni con qualche anno di ritardo, ma giusto in tempo per non essere additato al pubblico ludibrio dell'8 gallery. Qualche azionista ha chiamato in correità anche Marotta, qualcun altro invece gli strali verso l'attuale direttore generale ha deciso di riservarseli solo per i forum, dispensando invece ieri solo banalità e complimenti di prammatica. Da parte mia credo che Marotta di responsabilità ne abbia diverse, ma gli effetti della sua azione si dipaneranno maggiormente sui prossimi bilanci, mentre la "perdita intollerabile" è in parte preminente farina di provenienza francese. E a questo proposito, facendo seguito alle incalzanti questioni poste dall'azionista Vittorio Salvadori circa i lauti compensi percepiti in questi anni dall'uomo di Chambéry e alle risposte imbarazzate fornite in merito dal tavolo dirigenziale, non poca ilarità ha suscitato la proposta tra il serio e il faceto dell'azionista Graziano Spinelli: visto che in cinque anni si è portato via circa 12,6 milioni, ora si compri per quella stessa cifra Amauri per la sua nuova squadra, così andiamo a pari.

Diverse questioni poste dagli azionisti intervenuti sono rimaste senza risposta o hanno ricevuto risposte incomplete e/o evasive.
La situazione Amauri è stata una di queste. Permangono i dubbi sull'effettiva necessità di far ricadere su questo esercizio, già fortemente di segno negativo, gli oneri derivanti dalla sua estromissione dalla rosa della prima squadra. E con loro i sospetti che una perdita ben maggiore di quella prevista potesse tornare utile ai fini della delibera di annullamento delle azioni, poi lasciata cadere in seguito all'intervento della Consob.
Anche in merito all'accordo transattivo con l'Agenzia delle Entrate, che ha comportato un onere di oltre 7 milioni, l'amministratore delegato Mazzia non è entrato nel merito, sfuggendo alla domanda posta dall'azionista Cozzolino circa l'entità e il merito dell'originaria contestazione effettuata dall'amministrazione finanziaria.
Ma l'argomento su cui più si è dibattuto nei giorni immediatamente precedenti all'Assemblea e che è stato accolto con molte perplessità dagli azionisti intervenuti è stato senza dubbio quello delle modalità previste per la copertura della perdita. Alla fine è ovviamente passata la delibera alternativa, quella che accoglieva i "consigli" della Consob ed evitava l'annullamento delle azioni circolanti, portando il capitale sociale al minimo legale di 120.000 euro, ma non condannando gli azionisti che non vorranno sottoscrivere l'aumento di capitale all'estromissione dalla compagine azionaria. Il management della Juventus, così come il rappresentante dell'azionista di maggioranza Exor, hanno espresso il loro apprezzamento per i suggerimenti dell'Autorità di controllo ma, come ha fatto notare l'azionista Cozzolino, si tratta comunque di una toppa peggiore del buco, posta in essere da un management colto con le mani nella marmellata e che ha rimediato una figura non proprio commendevole. Vedremo ora le modalità tecniche con le quali verrà condotto l'aumento di capitale e che accoglienza avrà da parte del mercato. Di certo le quote degli azionisti di minoranza sembrano destinate ad una forte diluizione e la possibilità di un delisting del titolo appare ancora presente.

Questi gli argomenti importanti trattati dall'Assemblea di ieri. A leggere i maggiori siti di informazione, però, sembra che il motivo per cui ci si è ritrovati ieri fosse la celebrazione del commiato ad Alessandro Del Piero. Le parole del Presidente Agnelli mi erano sembrate, in sala, quasi scontate e semmai un po' indulgenti nella retorica. Che questa in corso sia l'ultima stagione in bianconero del 37nne capitano di lungo corso mi sembrava un fatto assodato, vista la carta di identità. Anzi, sono da sempre convinto che il rinnovo per quest'ultima stagione sia stato frutto, più che di esigenze tecniche, di fattori prevalentemente emozionali, come l'inaugurazione del nuovo stadio e l'inopportunità storica di un divorzio da un giocatore così tanto amato dalla tifoseria dopo due stagioni molto deludenti. Tornato a casa, invece, leggendo qua e là di "annuncio choc", sembra che Agnelli si sia macchiato di chissà quale ignominia (qualche giornalista sedicente juventino ma in realtà sempre pronto a sparare a zero ha tirato fuori addirittura lo stile Juve, facendo mostra al solito di inopportunità e scarsa conoscenza dell'argomento in questione). Probabilmente la Juve prima in classifica è un boccone amaro per troppi e il ricorso alle strumentalizzazioni di bassa lega uno sport mai fuori moda.
Che a 37 anni e dopo 19 stagioni costellate da vittorie e record in quantità si possa (anzi, si debba) dire basta mi pare di una logica elementare. Che a dire basta dovesse essere il giocatore, come da più parti si è letto, è invece sicuramente pretestuoso. A voler continuare bisogna essere in due, e non c'è alcuna mancanza di rispetto nell'annunciare che da una delle due parti questa volontà non c'è più. Ancora più ridicolo leggere che sarebbe stato inopportuno il luogo scelto per l'annuncio (annuncio tra l'altro ovvio e scontato, quasi un segreto di Pulcinella), come se bisognasse organizzare un happening ad hoc. Che questa non notizia campeggi su tutte le testate come titolo del resoconto dell'Assemblea azionisti la dice lunga sul livello medio del giornalismo sportivo italiano.