Assemblea Juventus 2011. Gli interventi di Salvadori

vittorio

Intervento all'Assemblea Ordinaria.

Signor Presidente,

Quella che Lei definisce “una perdita intollerabile per una società per azioni” è stata originata da quattro diversi fattori:

1. le decisioni scellerate prese nel 2006 e poi ribadite negli anni a seguire con atti e comportamenti coerenti;

2. gli evidenti errori manageriali commessi nel corso degli anni dai dirigenti nominati nel 2006;

3. gli ulteriori errori commessi da Marotta nel 2010 e 2011;

4. la gestione, fortemente discrezionale, del caso Amauri.

I primi due fattori – e, cioè, le decisioni del 2006 e gli errori gestionali commessi dai dirigenti nominati all’epoca – sono in qualche modo evidenziati nella Lettera del Presidente. Ma in modo ermetico ed asettico.

Nella Lettera si parla di “cambiamenti profondi che … hanno condizionato sia il rendimento sportivo sia i risultati economici” della Società. Di un “malessere profondo”. Di un “impoverimento del patrimonio tecnico della Prima Squadra tale da renderla non più competitiva”. Di “evidenti difficoltà economiche cui la Juventus sarebbe andata incontro”.

I “cambiamenti profondi” che la Società ha subito risalgono al 2006, quando scoppia quello che i mass-media definiscono "il più grande scandalo della storia del calcio". Calciopoli o, molto meglio, Farsopoli. Un perfetto esempio di macchina del fango con un obiettivo ben preciso. La Juventus e la dirigenza dell’epoca.
La particolarità di questa vicenda è che la Juventus viene messa nelle condizioni di non potersi difendere e viene affidata alle amorevoli cure di un nuovo management, palesemente non all’altezza.

La gestione fallimentare del procedimento sportivo e l'evidente inadeguatezza dei dirigenti nominati nel 2006 hanno affossato la Juventus dal punto di vista economico, sportivo e morale, generando un progressivo, speriamo non irreversibile, depauperamento della società, come testimoniato dai conti disastrosi di quest’anno.

Nel 2005/2006 i ricavi, pari a 226 milioni di euro, collocavano la Juventus ai primi posti in Europa, a poca distanza da società come Barcellona e Real Madrid. Nel bilancio al 30 giugno 2011 i ricavi della Juventus ammontano a 172 milioni di euro. Quelli delle due squadre spagnole superano invece abbondantemente i 400 milioni. Non servono molti altri dati per illustrare il fallimento del progetto quinquennale di Monsieur Blòn e di John Elkann.

Nonostante questo evidente fallimento il dirigente francese ha maturato nell’esercizio al 30 giugno 2011 compensi, a vario titolo, per di più di 3 milioni di euro. La misura e le modalità di determinazione della retribuzione spettante a Monsieur Blòn suscitano, come tutti gli anni, alcuni interrogativi:

1. Nell’esercizio 10/11 Monsieur Blòn ha maturato e percepito 1,2 milioni a titolo di “additional compensation”. Come mai l’importo è raddoppiato rispetto ai 600mila dell’esercizio precedente?

2. Qual è l’importo complessivo maturato e percepito, nell’intero periodo 2006-2011, da Monsieur Blòn a titolo di “additional compensation”? Quali sono gli obiettivi cui era legata la maturazione e la percezione dell’additional compensation?

3. Nell’esercizio 10/11 Monsieur Blòn ha maturato anche 550mila euro di bonus in qualità di direttore generale. A quali parametri era collegata la maturazione del bonus?

4. Qual è l’importo complessivo dei compensi, in denaro ed in natura, percepiti da Monsieur Blòn nell’intero periodo 2006-2011 a qualsiasi titolo (e cioè come consigliere, amministratore delegato, presidente, direttore generale, incaricato speciale)? E’ stato per caso riconosciuto un compenso specifico a fronte dell’incarico speciale attribuito a Monsieur Blòn a maggio 2011 per il completamento del progetto stadio?

5. E’ stata corrisposta, in tutto o in parte, l’indennità forfettaria, pari a 3 milioni, dovuta a Monsieur Blòn in caso di risoluzione del rapporto senza giusta causa da parte della società e in caso di sue dimissioni con giusta causa?

Ci sono alcune altre voci di bilancio che meritano un approfondimento specifico.

Le incentivazioni all’esodo di personale tesserato ammontano a 12,3 milioni. Dieci milioni sono stati pagati nell’ambito delle risoluzioni consensuali dei contratti di Camoranesi, Trezeguet e Zebina. A chi sono stati corrisposti gli altri 2,3 milioni? A Tiago e Grygera?

Le risoluzioni consensuali dei contratti di Tiago e Grygera, formalizzate dopo la chiusura dell’esercizio, hanno determinato un effetto negativo nell’esercizio 2010/11 per circa 3 milioni, per effetto della svalutazione integrale del residuo valore di carico. In altri casi analoghi, tuttavia, la Società si è comportata in modo diverso. Nel mese di agosto 2010 sono stati risolti consensualmente i contratti di Camoranesi, Trezeguet e Zebina, in scadenza al 30 giugno 2011. Queste risoluzioni consensuali non hanno portato, nel bilancio precedente, ad alcuna svalutazione dei giocatori. Di conseguenza, il bilancio 10/11 evidenzia minusvalenze per “risoluzione contratto economico” dei tre giocatori di importo pari al residuo valore di carico (863mila euro). Come mai sono stati adottati nei due bilanci criteri diversi a fronte di fattispecie identiche?

Nelle note al bilancio si spiega che le risoluzioni consensuali di Tiago e Grygera determineranno un risparmio di 9,2 milioni sull’esercizio 2011/12 a titolo di minori ingaggi e minori ammortamenti, al netto degli incentivi all’esodo. Mi sfugge quale possa essere, complessivamente, il risparmio in termini di ammortamenti. Avendo svalutato integralmente il residuo valore di carico e risolto il contratto, è evidente che non ci possa essere alcun ammortamento nel periodo 2011/12. Ma non c’è stato, complessivamente, alcun risparmio da questo punto di vista. Semplicemente, gli ammortamenti che sarebbero stati contabilizzati nell’esercizio 2011/12 sono stati anticipati al periodo 2010/11, sotto forma di svalutazione. Se il dato di 9,2 milioni è comprensivo degli ammortamenti 2011/12 (3 milioni), allora il risparmio effettivo (differenza tra gli ingaggi non più dovuti e l’incentivo all’esodo pattuito) dovrebbe ammontare a 6,2 milioni.

L’esclusione di Amauri dal nuovo progetto tecnico ha avuto un impatto devastante sul bilancio al 30 giugno 2011. In primo luogo, il contratto di prestazione sportiva con il giocatore è stato classificato come “contratto oneroso” (ai sensi del paragrafo 66 del principio IAS 37) e quindi la società ha accantonato 6,9 milioni al fondo per rischi ed oneri diversi, a fronte della retribuzione annua lorda contrattualmente dovuta all’attaccante per l’esercizio 2011/12. Inoltre, il valore residuo del calciatore, pari a 5,3 milioni, è stato svalutato integralmente. Questa svalutazione viene giustificata nel bilancio in considerazione del fatto che il giocatore è in regime di svincolo da gennaio 2012 e non rientra nel nuovo progetto tecnico. E' la combinazione di questi due fattori (prossima scadenza del contratto ed esclusione dal progetto) che ha portato all’impairment integrale di Amauri. Il mero dato oggettivo della scadenza del contratto non avrebbe giustificato un analogo trattamento contabile in assenza della decisione di mettere il giocatore fuori rosa. E, in effetti, la Società non ha proceduto ad effettuare alcuna svalutazione in relazione agli altri giocatori con il contratto in scadenza nel 2012. Luca Toni, Alexander Manninger e Fabio Grosso. In ultima analisi, quindi, la decisione di escludere un giocatore dal nuovo progetto tecnico, decisione del tutto discrezionale e magari non definitiva (visti i precedenti di Grosso e Salihamidzic), ha comportato la rilevazione anticipata nel bilancio al 30 giugno 2011 di oneri futuri per 12,2 milioni.

La gestione del caso Amauri suscita forti perplessità. Si ha quasi l’impressione che il management abbia fortemente voluto accantonare oneri futuri nei conti 2010/2011. Che cosa si intende, in concreto, per “esclusione dal progetto tecnico”? In che modo e quando è stata formalizzata l’esclusione di Amauri dal progetto tecnico? Qual è l’obiettivo perseguito con l’esclusione di Amauri dal progetto tecnico?

Sempre restando in tema di impairment, le condizioni fisiche e contrattuali di alcuni giocatori potrebbero rappresentare indicatori di perdita di valore e fanno sorgere il dubbio che potesse essere necessario procedere anche ad altre svalutazioni, in applicazione dell’approccio estremamente rigoroso adottato dalla Juventus per Amauri. Iaquinta è ormai un infortunato cronico e non mi sembra si possa considerare parte del nuovo progetto tecnico. Martinez è stato ceduto in prestito gratuito al Cesena, dopo una serie di trattative infruttuose per la cessione a titolo definitivo del calciatore. In base a quale ragionamento si è deciso di non procedere ad alcun impairment (magari parziale) del valore contabile di questi due giocatori?

Nel bilancio al 30 giugno 2011 sono stati accantonati 4,8 milioni per retribuzioni contrattualmente dovute ad allenatori esonerati (Del Neri). L’importo dell’accantonamento rappresenta la retribuzione originariamente pattuita con il tecnico per la stagione 11/12 o riflette invece accordi specifici in caso di esonero?

E’ stato poi effettuato un ulteriore accantonamento di 0,7 milioni per oneri relativi a personale non tesserato, non più impiegato nell’organizzazione societaria. Che cosa rappresenta questo accantonamento?

In conclusione, mi auguro che con il bilancio al 30 giugno 2011 si sia toccato il fondo e si possa cominciare ad invertire la tendenza. Ho qualche dubbio, tuttavia, che la stagione scorsa possa essere considerata una “stagione di semina”. Difficile che possano nascere piante rigogliose e forti quando i semi si chiamano Motta, Krasic, Martinez, Toni. Ed anche alcuni dei semi piantati quest’anno non sembrano particolarmente promettenti.

FORZA JUVE

 

Intervento all'Assemblea Straordinaria

Il Comunicato pubblicato il 13 ottobre, su richiesta della Consob, ricostruisce la sequenza degli eventi che ha portato all'emersione di una perdita di oltre 95 milioni di euro, decisamente superiore alle attese e tale da comportare l'integrale erosione del patrimonio netto.

La Consob, con lettera del 12 ottobre, ha chiesto alla Juventus di spiegare come mai, in presenza di evidenze di perdite significative con rischio di abbattimento del capitale sociale già all'inizio dell'esercizio 2010/11, il CDA abbia atteso così tanto tempo prima di intraprendere le necessarie azioni di rafforzamento patrimoniale. Il dubbio di Consob è che la Società fosse già da diverso tempo in 2446 o 2447.
Consob vuole evidentemente vederci chiaro e sincerarsi che il management non abbia, volontariamente o negligentemente, omesso di accertare l'emersione, antecedentemente alla data di approvazione della bozza di bilancio, di una perdita di importo tale da comportare l'applicazione del 2446 o del 2447 del codice civile.

Nel Comunicato si spiega in sostanza che il management della società è stato colto di sorpresa dalla piega negativa presa dagli eventi. La perdita aggiuntiva, rispetto all'importo stimato, emerge in qualche modo ad insaputa del management, che solo a metà settembre, in sede di approvazione della bozza di bilancio, si sarebbe reso conto della situazione.

La ricostruzione appare francamente poco credibile.
La perdita attesa per l'esercizio al 30 giugno era di circa 70 milioni di euro. Con una perdita di questo importo il patrimonio netto si sarebbe attestato a 20 milioni di euro, riducendosi al solo capitale sociale. In altri termini, la perdita prevista avrebbe assorbito integralmente le riserve disponibili. Qualsiasi ulteriore perdita avrebbe pertanto necessariamente intaccato il capitale sociale.

In questo scenario, in base alle informazioni fornite nel Comunicato del 13 ottobre, la Juventus era tecnicamente in 2446 già  l'8 luglio. In quella data, infatti, viene individuata dalla Lega una provvisoria delibera relativa in merito alla determinazione del bacino di utenza per la ripartizione dei diritti tv. Questa delibera comporta, secondo il Comunicato, un'ulteriore ed inattesa contrazione dei ricavi per circa 9,8 milioni di euro.
A sorpresa si aggiunge sorpresa ed il management scopre solo al termine del calciomercato che alcuni fenomeni parastatali in rosa hanno prodotto ulteriori perdite. Anche questa storiella francamente non convince. Vista la qualità e l'appeal sul mercato di giocatori come Tiago, Almiron, Grygera ed Amauri era irragionevole attendersi qualcosa di diverso. E bisogna tenere a mente che, se si realizza una plusvalenza, questa concorre a formare il risultato dell'esercizio in cui è realizzata. Ma se si vende un giocatore in perdita, questo genera un impatto sul bilancio precedente per effetto della svalutazione del valore di carico del giocatore.
Detto questo, era quindi ragionevole attendersi che il calciomercato avrebbe ulteriormente appesantito il bilancio al 30 giugno 2011.
Anche perché Giuseppe Marotta ha dimostrato di essere molto abile nel risolvere consensualmente contratti (riconoscendo ricche buonuscite), ma molto meno abile nel vendere.

L'elenco degli eventi inattesi, che hanno colto di sorpresa il management, prosegue poi con il caso Amauri. Qui di inatteso c'è francamente ben poco. C'è invece una decisione del management di escludere il giocatore dal progetto tecnico, con la conseguente anticipazione all'esercizio 2010/11 di oneri futuri per 12,2 milioni di euro.

In conclusione, la mia domanda è molto semplice.
Perché si è atteso così tanto prima di procedere alla ricapitalizzazione della Società? Si poteva e doveva procedere agire prima. In questo modo ci saremmo risparmiati una sequenza di evidenti che hanno prodotto un evidente danno d'immagine. Mi riferisco alla emersione di un patrimonio netto negativo (Moratti style). All'esclusione dal segmento Star. Al balletto proposte alternative per la copertura della perdita, con applicazione dell'articolo 2446 e mezzo o forse dell'articolo 2447 meno meno.
I piccoli azioni azionisti sarebbero stati inoltre maggiormente tutelati perché non ci sarebbe stata alcun annullamento di azioni e l'aumento sarebbe stato meno diluitivo.