Giovanni Cobolli Gigli

cobolloOvvero quando i peggiori incubi si danno appuntamento nei tuoi sogni......

Quel giorno sembrava un giorno come gli altri. L’unica differenza era che tra una intercettazione taroccata della Cazzetta e le solite 15 gocce di Lexotan per stare calmi si attendeva il nome del nuovo Presidente della Juventus. Eravamo tutti li a fantasticare, su nomi e motivazioni. Era il sogno di chissà quante persone occupare la poltrona che fu dell’Avvocato e del Dottore, nonchè di Boniperti e Chiusano. Questa volta invece quella poltrona sembrava scottare.
Pare che John Elkann avesse fatto molta fatica a trovare un candidato “adatto” alla situazione contingente del Club bianconero, in cui c’erano palesemente più oneri che onori; Eppure quel pomeriggio di fine giugno ci aspettavamo comunque un “NOME”, una bandiera insieme alla quale poter aggregare le nostre emozioni. Non immaginavamo quello che stava per accadere. L’Ifil, dal suo cilindro magico fece comparire un coniglio di cui non conoscevamo assolutamente ne la faccia ne il nome: Giovanni Cobolli Gigli.
Google fu la nostra salvezza. Incominciammo a capire dalla sua biografia che tetri nuvoloni si stavano materializzando all’orizzonte. Il buon Cobolli, sessantenne e Bocconiano, era uomo di fiducia del gruppo Ifil. La sua specialità era (ed è) la gestione di aziende in crisi che lui provvedeva a “preparare” per la dismissione attraverso drastici tagli e amari sacrifici. Tra le sue imprese da ricordare, le incursioni alla Rinascente,alla Mondadori e al Gruppo Editoriale Fabbri, dove pare che qualcuno lo stia ancora aspettando al varco con intenzioni non amichevoli. Il quadro, già fosco, divenne definitivamente funereo al momento della sua prima dichiarazione, storica: "Il nostro obiettivo è essere trasparenti, vincenti e simpatici".
L’inaugurazione dell’era della simpatia fu il piatto forte dei primi giorni. Peccato che la simpatia non si coniuga con l’essere vincenti. Capimmo presto che il nostro eroe era purtroppo capitato per caso sulla scena del delitto. Da quel giorno abbiamo iniziato a convivere con le dichiarazioni quasi quotidiane di Cobolli. E con le smentite quasi aritmetiche di Gigli. E dire che sembrava avviato sulla buona strada: “Sono Incazzato. È inaudito. Ci aspettavamo una sentenza più equilibrata.”
Qualcuno si illuse che fosse un portatore sano di orgoglio bianconero. Proseguì con un promettente: "Proseguiremo i nostri ricorsi in tutte le sedi possibili. Posso assicurare che non ci fermeremo fino a quando giustizia non sarà fatta nell'interesse dei nostri straordinari tifosi, dei nostri azionisti, della società e naturalmente del campionato di calcio”. Ringalluzziti da tali gagliarde dichiarazioni qualcuno di noi cominciò a credergli. Nel frattempo tra una intervista e una smentita, aveva venduto otto fondamentali giocatori tra cui Cannavaro, affermando che quest’ultimo “ha ormai 28 anni e quindi ha due anni soli ancora di carriera”.
E’ Successiva alla sentenza di secondo grado una delle perle più gettonate della mitologia cobolliana. “IL TAR E’ UN TRIBUNALE CHE ESISTE” si affretto a dichiarare, nello stesso istante in cui Montezemolo e Petrucci intimavano allo smilzo Elkann di non fare scherzi. Gigli arrivò subito in soccorso del gemello giustificandosi che "Non siamo andati al tar perchè non vogliamo creare altri problemi al calcio italiano".
Nessuno capì di quali problemi parlasse in verità. Forse vincere troppi scudetti per qualcuno lo era. E allora il nostro amico tra una trasferta a Caltagirone(?) e uno sconvolgente “dobbiamo rifarci ai valori di FACCHETTI” trovò anche di buon gusto affermare che “Ora siamo una squadra simpatica e l'Inter è improvvisamente antipatica...” senza dimenticare inoltre che noi "Non compreremo mai giocatori come Ronaldinho". La sua innata signorilità lo portò a ringraziare il suo stesso carnefice con un memorabile "Guido Rossi ha svolto un ottimo lavoro" e "Abbiamo espiato le nostre pene". Presidente, cosa ne pensa della Juventus in serie B?? "Queste giornate in serie B sono un sogno". No, non e’ la risposta di Onesto Moratti. Ma quella di Giovanni Cobolli Gigli.
A questo punto me ne sono convinto: E’ INTERISTA.