Ora viene il difficile

John ElkannIl 19 maggio 2007, circa un anno dopo l’inopportuna intervista di John Elkann nell’intervallo di Juventus-Palermo con la quale il rampollo di casa Agnelli scaricava la Triade e dava il segnale che il massacro poteva ufficialmente iniziare, la Juventus ha espugnato il difficile campo di Arezzo e ha guadagnato con tre giornate di anticipo la promozione in Serie A TIM. Sin qua tutto normale, credo che la Juventus sarebbe risalita anche con 30 punti di penalizzazione, e credo anche che l’arbitrato avrebbe restituito più di otto punti qualora la squadra avesse stentato nelle prime giornate, perché il sistema calcio aveva ben presto realizzato l'enorme entità di danni economici che si era procurato con la retrocessione della Juventus e non poteva permettersi un altro anno così.
Da subito ho pensato che la cosa terribile di Farsopoli non fosse tanto disputare un’anno in serie B, quanto il comportamento inerme di fronte al massacro mediatico, oltre che le scellerate strategie difensive, l’esplicita ammissione di colpa e l’assurdo ritiro del ricorso al Tar, tra l'altro ottimamente predisposto.
L’anno disputato in cadetteria ha consentito ai tifosi di città calcisticamente più o meno importanti di avere il privilegio di vedere la Vecchia Signora nei loro stadi e ha consentito di misurare l’enorme importanza della Juventus per il sistema calcistico, dato il vistoso calo di attenzione per le vicende sportive della massima serie. Ragionando in questo senso non è stata quindi un’esperienza del tutto negativa.
La parte difficile viene adesso. Da oggi in poi vi sono due obiettivi da perseguire.
Il primo obiettivo consiste nel ricostruire una squadra subito competitiva, trattenendo i campioni che già sono in rosa, valorizzando ancora di più i giovani e acquistando due o tre calciatori di livello assoluto, anche se non necessariamente di quelli strombazzati dalla stampa (la vicenda di farsopoli ha ormai provato l’assoluta mancanza di credibilità dei cosiddetti giornalisti sportivi italiani). Se la società riuscirà nell’intento, le motivazioni dei Nedved e dei Camoranesi faranno il resto e i giocatori dell’Inter se la faranno di nuovo addosso al momento di incontrare la Juventus, proprio come ai tempi della Triade.
Se la squadra dovesse tornare presto a primeggiare, le conseguenze di farsopoli sarebbero praticamente annullate. Con l'ausilio della Corte Europea che, auspicabilmente, dovrebbe dimostrare l'ingiustizia di una stagione in serie B, e con il ritorno al vero calcio, si ritornerebbe a legittimare gli scudetti fraudolentemente sottratti con il colpo di mano di Guido Rossi & co.
Per il secondo obiettivo abbiamo imparato in questo anno di sofferenza che non possiamo contare sulla società. È quindi sulle spalle di tutti i tifosi juventini di buona volontà e consiste nel tenere vivo il ricordo dello scempio compiuto ai nostri danni, evitare che il tempo cancelli la memoria delle ingiustizie subite e, soprattutto, sostenere le iniziative delle Associazioni sorte a difesa della Juventus.
La serie A ritrovata non deve distrarci dal perseguire questo secondo fondamentale obiettivo, nemmeno nella felice circostanza che la società operi bene da subito e raggiunga presto nuovi successi sul campo. Il disegno dei nostri "nemici" è infatti quello di assistere ad una Juventus poco competitiva fare da sparring partner alle squadre milanesi e romane con il duplice scopo di legittimare i successi propri (il campionato di quest’anno vale davvero pochino) e di delegittimare quelli precedenti della Juventus formato Triade.
Accanto a questo però i padroni del vapore, stampa e televisione hanno interesse a mettere la pietra tombale sulla vicenda Farsopoli per farla ricordare così come ce l’hanno raccontata e seppellire ogni tentativo di rilettura critica della vicenda, la quale provocherebbe al business del pallone enormi danni patrimoniali diretti (risarcimenti danni milionari) e indiretti (crollo di immagine, allontanamento definitivo dei tifosi juventini) e certificherebbe una mai vista perdita di credibilità professionale dei cosiddetti giornalisti sportivi italiani che in massa hanno sposato e vergognosamente propagandato l’assurda tesi colpevolista.
Teniamo bene in mente tutto questo e non abbassiamo la guardia, il difficile viene adesso.