Democrazia Ju29ra

tifosiDemocrazia Juventina doveva essere e democrazia juventina è stata. Alla Convention organizzata da Calcio GP a Torino nel pomeriggio di domenica 22 maggio la promessa è stata mantenuta. Tutti hanno avuto modo di parlare e di esprimere le proprie idee sul passato, presente e futuro della Juventus. E quando si dice tutti lo si intende in senso letterale. La sorpresa della giornata infatti è stata la partecipazione all'evento da parte del Presidente della Juventus Andrea Agnelli, che è arrivato in sala trafelato. proprio mentre noi di Ju29ro.com stavamo completando il nostro intervento, e si è accomodato in platea. In religioso silenzio ha aspettato che tutti gli ospiti esprimessero la loro opinione e alla fine, invocato dal pubblico in sala, è salito sul palco per declinare il suo punto di vista sul momento della società e della squadra. Lo diciamo subito, mai un presidente della Juventus si era avvicinato tanto alla "base" con questa voglia di ascoltare e confrontarsi, e di questo bisogna dare atto ad Andrea, sperando che la sua improvvisata non sia un'eccezione, ma che in futuro possa diventare una piacevole consuetudine.

La versione integrale dell'intervento di Andrea potrete guardarla nel video preparato dalla nostra redazione. Quello che invece oggi tenteremo di fare è spiegare ai nostri lettori qual è la posizione di Ju29ro.com sui vari punti toccati da Andrea nei dieci minuti del suo intervento. Un intervento breve, ma che ha affrontato un po' tutti i temi di cui precedentemente si era discusso in sala durante la Convention.

LE SCUSE AI TIFOSI: Andrea per prima cosa ha chiesto scusa della stagione fallimentare. Quelle scuse che nei quattro anni precedenti Cobolli Gigli prima e Blanc poi non hanno mai ritenuto opportuno e corretto porgere. E' ovvio che le scuse, seppur nobile gesto, non servono purtroppo a risollevare le sorti della società, che invece ha bisogno di ben altro. Mezzi finanziari ed umani, ma su questo stanno lavorando, almeno speriamo. Se Andrea è arrivato a porgere le scuse e a ritenere gli applausi non meritati vuol dire che qualcuno ha commesso degli errori che noi auspichiamo non vengano ripetuti. Quello che ci dispiace è aver visto materializzarsi, sotto i nostri occhi, con una puntualità disarmante, tutte le fosche previsioni che avevamo formulato dal 2006 ad ieri. E i nostri articoli sono tutti nell'archivio, per chi volesse leggerli. Non siamo maghi, eppure avevamo capito fin dal primo giorno dove saremmo andati a finire, con precisione disarmante. Possibile che nessuno alla Juventus e alla Exor avesse la capacità di capirlo? Presunzione e inefficienza sono stati i mali della Juventus post Calciopoli, lo abbiamo detto in questi anni e lo ribadiamo con fermezza. Forse era il caso di tenere più in considerazione i piccoli azionisti e ci auguriamo che presto ci possa essere un loro rappresentante nel CdA.

CALCIOPOLI - Veniamo subito al punto caldo, quello su Calciopoli. E' bene chiarire subito che, a nostro parere, non ci può essere futuro senza chiarire prima il passato. Andrea ha detto che alla questione lui pensa e che gli avvocati stanno lavorando. Sul punto la posizione di Ju29ro.com è molto semplice. "Guardiamo avanti" sono due parole che non vogliamo sentire. Noi avanti non guardiamo perché l'ingiustizia subita è talmente grande e sproporzionata che non si può accettare supinamente, soprattutto nella misura in cui va a toccare le emozioni della gente. Nel 2006 e negli anni successivi sono successe cose abominevoli e nessuno può chiederci di dimenticarle. Ju29ro.com è da cinque anni che studia, analizza, raccoglie documenti e testimonianze, ascolta intercettazioni. Lo abbiamo fatto col cuore, gratuitamente, sacrificando spesso il nostro tempo libero, solo per la nostra passione. Abbiamo messo, fuori dal campo, quella passione che spesso è mancata proprio ai calciatori sul campo. Andrea ha detto che i giocatori non hanno capito cosa significa indossare quella maglia. Noi invece lo abbiamo capito benissimo e abbiamo cercato, a nostro modo, di dare il massimo, come fosse una finale, tanto per usare una locuzione di cui si è ultimamente abusato. Adesso però siamo arrivati al punto che il nostro sforzo non è più sufficiente per raggiungere l'obiettivo. Adesso abbiamo bisogno che la società si faccia carico di alzare il livello, di portare le nostre ragioni nel posto dove noi non possiamo arrivare, e cioè nei Palazzi del Calcio. Andrea pochi giorni fa ha minacciato, per la questione diritti TV, di portare la squadra all'estero. Ebbene noi ci aspettiamo che la stessa intransigenza venga tenuta sulla questione Calciopoli. E' nel nostro diritto ottenere giustizia e non dobbiamo avere paura di pretenderla, anche se questo significa minacciare di non iscrivere la squadra alle competizioni nazionali.

I FISCHI ALLA SQUADRA- In un importante passaggio del suo intervento, Andrea ha rimproverato i tifosi per aver fischiato la squadra addirittura nel riscaldamento. Su questo punto riteniamo che abbia pienamente ragione. Tra l'altro pochissimi hanno fatto notare che lui stesso ha chiarito che, a fine partita, è nel pieno diritto dei tifosi manifestare la delusione anche con i fischi. E' indubbio che molti giocatori, specie i più giovani, hanno subìto questi atteggiamenti e l'eccessiva pressione psicologica nelle gare casalinghe, circostanza che ha determinato un rendimento esterno in alcuni casi migliore di quello interno. Il pubblico deve essere il dodicesimo uomo in campo. Spesso in passato per la Juventus lo è stato in casa e fuori. Deve tornare ad esserlo, ne siamo fermamente convinti!

L'APPELLO ALL'UNITA' - E' uno dei leit-motiv della gestione di Andrea. Stiamo uniti, restiamo uniti. Sul punto c'è poco da fare, l'unico che può unire le varie anime del tifo juventino è lui. Attraverso eventi come quello di ieri, certo, ma non basta. Per unire le persone bisogna mettere sul piatto della bilancia un ideale, il grande ideale della juventinità. E' inutile girare intorno al problema, andiamo subito al sodo. C'è una frangia sempre più numerosa di tifosi della Juventus che hanno cominciato a farsi l'idea che Andrea possa essere un presidente a responsabilità limitata. A volte magari si usano anche altri termini più coloriti. Sta di fatto che la gente bianconera, dopo gli eventi del 2006, ha sviluppato una giustificata diffidenza nei confronti di John Elkann e di Exor e vorrebbe avere la dimostrazione palese che invece Andrea è un presidente vero e ideologicamente indipendente dal cugino. Un'indipendenza che non potrà mai essere economica, questo lo sappiamo, ma che può sicuramente essere dimostrata mettendo più coraggio in alcune scelte del prossimo futuro. La gente per restare unita ha bisogno di grandi condottieri. Per diventarlo Andrea deve abbandonare il fioretto e impugnare la sciabola. E deve farlo in fretta, affrancandosi da chi, nel recente passato, ha dimostrato di non avere il suo stesso ideale di juventinità. La gente non è fessa e qualche domanda ha imparato a farsela. Perché Andrea dice, giustamente, che la FIGC ha la coscienza sporca e contemporaneamente la FIAT diventa main sponsor della Nazionale?

LA SQUADRA E IL CAMPO - Che la squadra quest'anno fosse da settimo posto lo avevamo detto subito. Dire che è stato fatto un lavoro di rifondazione è giusto, ma bisogna anche dire che è stato fatto male. Il principale responsabile è Marotta, che a nostro parere ha sbagliato completamente la scelta dei giocatori per il modulo di Del Neri. Siamo sicuri che Marotta sia all'altezza di una squadra come la Juventus? Siamo sicuri che sappia ascoltare i consigli degli uomini di calcio all'interno della società? Noi non ne siamo convinti e siamo molto preoccupati. Se le risorse che gli azionisti (piccoli e grandi) si apprestano a mettere a disposizione della società andassero ancora una volta sprecate sarebbe un vero disastro nel breve ma anche nel medio termine. E' un rischio che non si dovrebbe correre, ma che inevitabilmente correremo. Intanto Luciano Moggi e Antonio Giraudo terminano i loro cinque anni di squalifica il primo luglio. In questa sede non ci interessa sapere se erano colpevoli o meno, e noi riteniamo che non lo fossero. Ma in un paese civile anche i peggiori criminali, quando finiscono di scontare la pena, tornano a godere del diritto al lavoro e alla dignità. E' un diritto sancito dalla Costituzione per tutti i cittadini. Invece in Italia pare che ciò non debba valere per il nostro ex Direttore Generale e per il nostro ex Amministratore Delegato. Riportarli a casa il primo luglio sarebbe un atto di grande civiltà e non solo per il mondo del calcio.

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