Andrea e Pavel: ma è colpa solo dei giocatori?

nedvedManca ancora una partita alla fine, ma per i tifosi è già finita da un pezzo. E sulla lunghezza d'onda dei tifosi sono finalmente arrivati anche i dirigenti della (fu) Juventus, con un lunedì di dichiarazioni pesantissime come da tempo non si ricordava.
Il presidente Andrea Agnelli e il consigliere Pavel Nedved hanno liberato i freni inibitori e individuato con nettezza i responsabili di una delle stagioni più fallimentari della storia del club: i giocatori.
Il ceco ha parlato di mancanza di carattere e di dichiarazioni sui giornali piuttosto che in campo. Giusto, condivisibile. Ma, caro Pavel, che i giocatori ogni settimana si dedicassero alle parole in libertà e puntualmente i loro buoni propositi venissero smentiti dal campo è storia vecchia: ve ne siete accorti solo oggi? Siccome i dirigenti siete voi, cosa vi ha impedito di intervenire tempestivamente per mettere un bavaglio alla loro incontinenza verbale? Noi, nel nostro piccolo, un salutare silenzio stampa lo avevamo invocato da diverso tempo, ma evidentemente certe buone abitudini non sono più di moda.
Il Presidente, poi, uscendo dalla riunione di Lega, ha posto l'accento sul concetto di Juve, che a suo dire i nuovi giocatori non hanno capito e i vecchi hanno smarrito e dimenticato. Bene, ben arrivato anche a Lei. Mi scappa però anche qui una domanda, la stessa di prima: ve ne siete accorti solo oggi? Se la juventinità è andata smarrita contate di richiamare Gentile e Causio oppure qualche mea culpa tocca anche a Voi che non siete stati in grado di trasmettere ciò che qualcuno non poteva conoscere e qualcun altro ha dimenticato? E ancora: per giocatori come Motta e Martinez (due a caso) crede che basti un corso accelerato di juventinità per renderli sul campo giocatori da Juventus? Oppure qualche dubbio (eufemismo) bisogna avanzarlo su chi ha avuto la felice idea di acquistarli? Forse bisognerebbe iniziare da lì a spiegare cos'è la Juventus, per non ritrovarci anche il prossimo anno a raccontarci che è tutta colpa dei giocatori.

In generale, queste due prese di posizione molto forti mi lasciano un po' perplesso: se da un lato sono apprezzabili perché centrano un problema che sicuramente esiste, dall'altro sembrano molto una bella esercitazione di scaricabarile.
Il fallimento epocale di questa stagione è tale da coinvolgere tutti i settori e nessuno può pensare di sottrarsi alle proprie responsabilità riversandole sulle altre componenti. Società, allenatore e giocatori sono tutti insieme chiamati a rispondere di risultati disastrosi oltre ogni immaginazione. Individuare capri espiatori è una via d'uscita troppo facile. I giocatori hanno le loro grosse responsabilità, e i discorsi sulla mancanza di carattere sono certamente condivisibili. Ma non possono essere scissi da quelli che coinvolgono anche l'allenatore e la società che ha scelto entrambi. Del Neri ha le ore contate, giustamente, perché anche lui ne ha combinate di ogni. Ma quando sarà che una sana autocritica arriverà anche da parte di chi questi giocatori e questo allenatore li ha voluti e messi sotto contratto? Mi sembra di capire che ci si avvii verso una nuova rifondazione e che questa verrà messa nelle stesse mani di chi ha rivoltato la squadra come un calzino l'estate scorsa, riuscendo nell'ardua impresa di peggiorarla, spendendoci anche dei soldi. Se proprio questo destino dovrà essere ineluttabile, non sarà almeno il caso che il responsabile ammetta pubblicamente di aver sbagliato tutto e magari si avvalga di qualche "saggio consiglio" per non commettere di nuovo gli stessi errori? Per esempio, c'è qualcuno che è stato cacciato via in quattro e quattr'otto l'anno scorso, ora fa l'opinionista in tv e qualche buona idea a proposito di giocatori e di juventinità ce la potrebbe avere. Il numero dovreste ancora averlo.