No media, no money

calciotvE se nei vostri quartieri
tutto è rimasto come ieri,
senza le barricate
senza feriti, senza granate,
se avete preso per buone
le "verità" della televisione
anche se allora vi siete assolti
siete lo stesso coinvolti.

(La canzone del Maggio, Fabrizio De André)

Siamo in Italia, santo Iddio. Siamo nella repubblica mediatica per eccellenza, basta guardare la storia politica degli ultimi decenni. Ma questo non ci interessa. Però ci interessa tanto notare e far notare che in corso Matteotti e in corso Galfer sanno benissimo quanto contino i media in Italia. Lo sapevano anche cinque anni fa, quando tra i giornali che vergognosamente massacrarono la Juventus Football Club 1897 c’erano in prima linea La Stampa, giornale di famiglia, Corriere della Sera e Gazzetta dello Sport, quotidiani del gruppo RCS del quale è azionista la Real Casa. Ma allora il Gran Capo non si degnò di fare un fischio nelle redazioni e chiedere spiegazioni riguardo la disinformazione becera attuata da giornalisti in parte pagati anche da lui. Un anno dopo sarebbe arrivato addirittura a dire che erano state fatte cose “riprovevoli”.
Oggi invece lo vediamo campeggiare su tutti i suddetti quotidiani a sbandierare il suo essere “tifoso”, “il sostegno” di Exor alla Juventus e i piani “superambiziosi”. Il tutto ovviamente condito da sviolinate in salsa “rosa” e lodi “all’Ingegnere”, agli aumenti di capitale, a presunti top players. E la giustizia sportiva? ”E' importante essere chiari e dare la percezione di trattare tutti allo stesso modo”. Tradotto: è importante la percezione, mica la sostanza e quindi ritirate 'sto cartonato e buonanotte. A proposito, l’esposto ha compiuto un anno. Auguri, fosse per Abete (e magari anche per qualcuno in Galfer), potrebbe arrivare alla maggiore età… Insomma la Real Casa sa quanto sia importante sfruttare le risorse mediatiche a propria disposizione, sia per farsi belli, sia per far finta di niente e accettare fango su fango gratuitamente.
D’altronde sono cinque anni che i media sportivi (Gazzetta in testa ovviamente) tendono a beatificare e santificare la vergogna delle varie gestioni della Juventus, quasi a prendere palesemente per i fondelli i loro stessi lettori bianconeri (sempre meno per fortuna) con projettì e projettì e projettì… ricordate le sviolinate a Blanc e alla sua gestione tragicomica? Ma questa volta c’è di più: vogliono trovare modi alternativi per scucire altri soldi ai poveri tifosi esasperati, una cosa alla stregua di Juvethon. Con un semplice messaggino te lo ritrovi per l’ennesima volta nel didietro. E' come se io vi venissi a svaligiare la casa, nel farlo sfondassi la porta d’ingresso e poi vi dicessi: “Fate una colletta per ricomprarvi la porta!” E un po’ di bungee jumping attaccati ai tiranti del meraviglioso nuovo stadio che ospiterà campioni del calibro di Martinez per la modica cifra di 300 euro no?
Ebbene, miei cari signori “juventini” dei piani alti, ve lo dico io come vi dovrebbe rispondere ogni singolo tifoso juventino. Volete i soldi? Bene, mettiamoci d’accordo. Abbiamo capito che a voi della Juventus, della sua Storia, del suo Blasone e dei suoi risultati sportivi ve ne frega gran poco. Per noi invece è la priorità assoluta, a noi non ce ne frega nulla delle stelle, dello stadio, del fair play finanziario, di Juvethon e di Exor. Noi rivogliamo ciò che un tribunale ha legittimato in pieno: i nostri due scudetti e per quello, come voi avete detto, aspettiamo la sentenza a Napoli. Ma, nel frattempo, vogliamo che la gente sappia come la nostra passione è stata stuprata. Ed è per questo che, invece di sproloquiare di rilanci che dubitiamo possano avvenire con un aumento di capitale (specie se hai 60 milioni di buco da ripianare), vi chiediamo di utilizzare tutti i mezzi di comunicazione a vostra disposizione per informare in maniera corretta su Farsopoli, dalla sua genesi alla fine del dibattimento penale a Napoli, come ad esempio fa Tuttosport (peraltro attaccato dalla Juventus a proposito di un banalissimo toto-allenatore, che siano collegate le cose?). E, già che ci siete, perché non provate a chiedere alla Rai (visto che si inaugurano Juve Club anche lì) di organizzare un dibattito in prima serata con la controparte juventina giusta e gli avvocati di Moggi, per spiegare agli italiani che cosa è stato capace di fare il calcio italiano cinque anni fa per eliminare la Juventus e la sua dirigenza? E tutto ciò sia fatto subito, e che sia una bella strigliata mediatica in vista della revisione dei processi sportivi che sicuramente chiederete in caso di assoluzione di Luciano Moggi al processo di Napoli. Fateci vedere quanto contate in questo paese per la Juventus e avrete i nostri soldi. Perché dovete sapere che una sempre più numerosa parte del popolo bianconero, sulla spinta del “miracolo” internettiano di controinformazione messo in atto dai veri tifosi bianconeri gratuitamente e per passione (tifosi che dal 2006 in poi hanno studiato le carte mentre venivano seppelliti di bile e di insulti dal resto dell’Italia, senza rompere mezza bottiglia), non si beve più le “verità” della Gazzetta e affini. Ci avete chiamato “clienti”, ci avete detto che la Juve non era una passione, ma un asset. Ebbene forse c'è da stare attenti, signori dei piani alti, che se 14 milioni di persone si accorgono di essere, invece che "clienti", un “asset”, potrebbero cambiare rotta sugli investimenti. Investimenti che noi facciamo, noi sappiamo quelli che facciamo e quella è la cosa importante.

Ma in fondo tutto questo è stupido
perché logicamente
io se fossi Dio
la Terra la vedrei piuttosto da lontano
e forse non ce la farei ad accalorarmi
in questo scontro quotidiano.
Io se fossi Dio
non mi interesserei di odio e di vendetta
e neanche di perdono
perché la lontananza è l’unica vendetta
è l’unico perdono.
E allora
va a finire che se fossi Dio
io mi ritirerei in campagna
come ho fatto io.

(Io se fossi Dio, Giorgio Gaber)