Caro Marotta, i dubbi mi assalgono

marottaL’ultima giornata di campionato ha allontanato ulteriormente la Juventus dall’ultimo obiettivo stagionale (il quarto posto), lontano ormai 8 punti a 5 giornate dalla fine del campionato. La prestazione dei bianconeri in quel di Firenze ha acuito ancora di più le critiche da parte dei tifosi nei confronti di Del Neri: il tecnico di Aquileia è stato sonoramente bocciato sia da coloro che frequentano lo stadio che da quelli che partecipano alle discussioni nei vari forum su Internet dedicati alla Juve. Ma siamo sicuri che le colpe per una stagione così ben al di sotto delle aspettative e della tradizione della Juve siano da attribuire solo all’allenatore?? Chi ha portato Del Neri a Torino?? Chi ha allestito una squadra che vivacchia a metà classifica in uno dei campionati più mediocri di sempre?? A queste domande possiamo rispondere con un nome e un cognome: Beppe Marotta.

Ebbene sì, signori, si scende, tutti giù dal carrozzone e non arrampichiamoci sugli specchi: squadra costruita da Marotta, che era stato presentato come uno molto competente e dal quale ci si aspettava qualche mossa geniale (come quando portò Cassano a Genova dopo un’annata disastrosa a Madrid), un salto di qualità a livello operativo: se arrivi alla Juve devi cambiare mentalità, e operare per gli standard che quei livelli richiedono. Non puoi applicare la stessa logica manageriale che avevi alla Samp, sperando di compiere il salto di qualità con una rosa di medio livello, con alcuni picchi verso il basso nei ruoli chiave, senza capire che alla Juve ci vogliono giocatori eccellenti, sotto tutti i punti di vista. A centrocampo, Melo e Aquilani sono una coppia di centrali ben lontana da essere un vanto in tutta Europa (come accadde invece con Emerson e Viera). Sugli esterni si rischia di sacrificare Marchisio, in attesa di recuperare Krasic, in evidente debito di ossigeno. E la difesa ha spesso ballato mostrando lacune sia sui terzini (dove gli unici interventi sono stati Motta e Traoré) che sui centrali, con Bonucci e Chiellini che non hanno mai trovato affiatamento. Sull’attacco meglio non esprimere giudizi, ma presentare i fatti: ha pagato quasi un anno intero di stipendio a Trezeguet per regalarlo all’Hercules, ha sottovalutato l'infortunio di Quagliarella, pensando che con un Toni qualsiasi (che ha la stessa età del francese e un ingaggio simile) si sarebbe potuto porre rimedio, o pensando che addirittura si potessero "resuscitare" Amauri e Iaquinta, prima di andare a comprare una punta che riesce a buttarla dentro con regolarità, Matri.

E' vero che non ha avuto un budget spropositato ma é anche vero che, pur sapendo di non avere una lira, ha deciso di prendere un allenatore che ha fatto del 4-4-2 il suo marchio di fabbrica e di prendere quattro esterni perché non ne aveva neanche uno; e se, di quei quattro, due si rivelano completamente inadeguati (Lanzafame e Martinez, senza soffermarci ulteriormente sui 12 milioni spesi per il suo cartellino) e un altro viene ipervalutato (Pepe 10 mln ), allora qualche responsabilità non può non averla. E' vero che c'era praticamente da rifondare una squadra, ma lo si poteva e doveva fare con maggior lucidità ed intelligenza: la campagna acquisti della scorsa estate lascerà dei drammatici strascichi anche dal punto di vista finanziario. La rosa è ingolfata di prestiti che sono costati complessivamente 11.930 milioni di euro (Motta 1,25 milioni, Pepe 2,580 milioni, Quagliarella 4,5 milioni, Rinaudo 0,6 milioni, Traoré 0,5 milioni, Matri 2,5 milioni) senza contare i riscatti, che dovrebbero richiedere circa 50 milioni di euro. Con la certezza di una rilevante perdita di bilancio, con il rebus dell'aumento di capitale, con le dichiarazioni rilasciate prima della partita di Firenze (alla domanda se la qualificazione o meno in Champions avrebbe potuto condizionare in qualche modo il mercato delle Juventus ha risposto: “Sicuramente sì, perché evidentemente la Champions è un traguardo che, al di là del prestigio e del blasone che può portare, sicuramente dà anche la possibilità di incrementare ricavi che possono poi essere destinati agli investimenti”), che mercato ci aspetta?? Trattative estenuanti ed all'ultimo a correre come trottole impazzite per collezionare un rifiuto di un giocatore dietro l'altro (ma non di Messi o Cristiano Ronaldo, ma di Borriello, Di Natale e Burdisso)? Vendere per comprare? L'Atletico Madrid ci restituisce per l'ultimo, penoso, anno di contratto quel bidone di Tiago, e dove dovremmo piazzare i vari Iaquinta (che ha detto che non si muove), e Amauri, che ha un ingaggio che pochi clubs (di quelli medio-bassi dove un Amauri può andare) si possono permettere? E forse anche Del Piero e Buffon, gli ultimi due fuoriclasse rimasti in rosa, ma in età avanzata il primo, e con un ingaggio alto il secondo, rappresentano un lusso che questa Juventus non può più permettersi. Marotta ha ripetuto in più occasioni che l'anno scorso ha lavorato sulla quantità ed ora c’è il rischio di non avere nemmeno i soldi per riscattare tutti i giocatori presi in prestito.

Senza dimenticare l'uscita dall’Europa League e dalla Coppa Italia: va bene, si diceva, senza coppe avremo più fiato per ottenere la zona Champions. E ora? Non staremo mica aspettando che la matematica ci dica che il quarto posto non sarà più roba nostra? E a questo punto poi possiamo dirlo: se l'obiettivo stagionale era il quarto posto, era necessario stravolgere l’organigramma societario, lo staff-tecnico, gran parte della rosa, per competere con Lazio ed Udinese che al termine della scorsa stagione si trovavano rispettivamente a 9 e 11 punti dalla Juve? Possiamo parlare di ridimensionamento? In fondo, se tutte le operazioni di mercato si fanno con l'ottica di ridurre il monte ingaggi, quello è ridimensionamento. "Se non arriveremo quarti, arriveremo quinti" è ridimensionamento. "Escludo aumenti di capitale" è ridimensionamento. "Agiremo movimentando i 170 milioni" è ridimensionamento. Del Neri è ridimensionamento. Lo stesso Marotta significa ridimensionarsi, e a quel punto sarebbero stati più che sufficienti anche Secco e Zaccheroni.