La Juve che vorrei

calciomercatoIl giornalista Marcello Chirico ha pubblicato sulla sua pagina di Facebook la sua idea di Juventus per il prossimo anno.
Visto che è un gioco, anch’io dico la mia.
Cominciamo dall’attacco, dove Marcello vorrebbe veder schierato in bianconero il francesino romanista Menez.
E qui comincio a “bacchettare” Chirico: da dove nasce tutto questo entusiasmo per Jérémy Menez?
Un mezzo giocatore discontinuo e lunatico, talmente lunatico da far sorgere il sospetto che gli eterni rosiconi ‘ddaaaaMaggica debbano sbolognarlo. E magari confidano nella cecità dei boccaloni torinesi...
Se proprio si volesse soddisfare questa "voglia mediatica" di Buffon a Roma, una soluzione ce l’avrei, tornando allo scambio prefigurato da Chirico, ma sostituendo la contropartita in entrata (Menez) con qualcosa di più “congruo”: per esempio, ad un’eventuale proposta di scambio Buffon-Vucinic risponderei semplicemente: “Dove bisogna firmare?”
E anche il tormentone Benzema (un altro che viene accostato alla Juve più dai giornalisti che da reali interessi di mercato) resti dov'è, anche perché, pur talentuoso che sia, il francese è la prima persona (Balotelli a parte, ma quello è un caso a sé) che riesce a far irritare Mourinho.
Il tecnico portoghese sta ricavando dal buon Karim qualche risultato limitatamente all’ultimo periodo, anche se in misura molto minore rispetto alle attese.
Di bizzosi e lunatici siamo pieni, mi pare, non mi pare il caso di aggiungerne altri.
Il mio attacco? Matri e Quagliarella, con Del Piero part time, Toni da conservare in rosa e poi Vucinic, oppure un ragazzo giovane e di prospettiva (ma già affermato) ad assortire la compagnia.
Il nome lo faccia Paratici visto che è pagato per quello, il sottoscritto si limita a suggerire timidamente "Pepito" Rossi, che quest’anno sta crescendo così tanto (oltre le mie aspettative, lo ammetto) da sollevare l'interesse del Barcellona.
Lascerei Neymar al riparo dalla saudade, oppure non mi preoccuperei per una sua probabile destinazione anglo-ispanica: diffido da sempre dei frillini brasileiri che segnano caterve di gol nelle loro interminabili Copa Mercosur, Copa Brasil e Copa…cabana, salvo poi sciogliersi alle prime difficoltà incontrate in Europa, e gli esempi di Diego e Robinho sono molto eloquenti.
Figuriamoci che Pato, il più forte di quella generazione, pur essendo dotato di un talento fuori dal comune, non ha ancora pienamente convinto dopo anni di ambientamento.
Chirico menziona Bastos? Buon giocatore, ma nulla di esaltante.
Giocatore prossimo ai 28 anni, mai titolare nella Seleçao, rappresenta un'altra scommessa.
Lancio la mia: in una situazione del genere, in cui si necessita il recupero di nobiltà e appeal, l’uomo giusto è Gareth Bale.
Costa troppo?
Signori, noi eravamo la Juve, qualcuno ci deve dimostrare che lo siamo ancora. Ammesso che si voglia seguire questa linea, che è la stessa che ha ispirato Marcello Chirico.
Il gallese è giovane (classe 1989) e qualsiasi cifra investita sarebbe ammortizzabile.
Basta comprare tredici mediocri, servono due/tre grandi giocatori che migliorino con la sola presenza il rendimento di tutto il gruppo.
Prendere esempio dalle grandi europee, quelle che dominano il calcio continentale, quelle che comprano i Di Maria, gli Özil, gli Higuain e i Marcelo, ma anche Nani, Anderson, Hernandez (il “Chicharito” è costato 10 milioni a Ferguson...).
Basta giocatori semi-affermati con una carriera dal rendimento già consolidato e mai eccellente, e visto che i sogni proibiti (Messi, Rooney, Cristiano Ronaldo ecc.) restano tali per definizione, ecco che le strade da percorrere restano due: una è quella di ingaggiare il fenomeno in prospettiva, (vedi sopra), l’altra è quella del “prodotto fatto in casa”, vedi il modello Barcellona (Thiago Alcantara, erede designato di Xavi Hernandez, ultimo esempio di una cantera formidabile) oppure Bayern Monaco (Thomas Müller, e prima di lui Philip Lahm e Bastian Schweinsteiger, tanto per fare due esempi di ottimi giocatori).
Chirico vuole un'altra rivoluzione, ma così saremmo di nuovo daccapo, e il bravo Marcello sarà d’accordo se, ragionando, intuirà che ribaltare nuovamente tutto è l’unico modo per continuare il processo di “interizzazione old style” che in questa Nuova Juve è in corso da cinque anni.
Riscattare Aquilani (il meno riscattabile per quotazione, rendimento discontinuo e affidabilità fisica) e cedere Marchisio, l'unico centrocampista in rosa che starebbe bene in una Juve all'altezza del suo blasone, anche e soprattutto per la disponibilità a ricoprire più ruoli, è tutto fuorché un'idea brillante.
Immaginate Marchisio al posto di Blasi o Appiah (a fianco di Emerson) in quel famoso anno 2004/05, quanta qualità in più avrebbe portato!
Nomi per la linea mediana? Mascherano a Barcellona sta facendo la fine che fece da quelle parti Thiago Motta: quella di uno strumento stonato in un'orchestra accordata.
Se si decidesse di portarlo a Torino (ovviamente svalutato), saluteremmo in un sol colpo Felipe Melo e Aquilani.
Manovra che farei subito, ma non sarebbe l'unica, perché "el jefe" non è un “pensatore” bensì uno abituato ad usare la roncola con spiccate attitudini al comando, peculiarità che a Barcellona non può emergere data la contemporanea, massiccia presenza di leader autoctoni in blaugrana.
Quanto al discorso relativo a Pirlo, classe 1979, sorge spontanea una domanda: perché il Milan, notoriamente avvezzo ad infoltire la rosa di vegliardi, sarebbe disposta a liberarsi così a cuor leggero di quello che è stato - checché se ne dica dei luccicosi Kakà, Shevchenko e Ronaldinho - l’uomo chiave dell’ultimo decennio?
Forse l'integrità fisica di Andrea lascia più di una perplessità ai tester di Milan Lab?
In quel ruolo, per una Juve che voglia tornare a fare la Juve, le soluzioni sono diverse: Luka Modric, che si sta riconvertendo a tutto campo dopo un inizio carriera più o meno da trequartista, e Cesc Fabregas (qualcuno si ricordi che siamo la Juve. O no?), che rasenta il sogno anche per la forte concorrenza del Barcellona, ma c’è pronto un giovanissimo compagno del catalano: Jack Wilshere, classe 1992, già nelle grazie di Wenger. Wilshere è una specie di Özil e non solo per il piede preferito, il sinistro, ma anche per la duttilità tattica (giostra da esterno o da centrale con la stessa disinvoltura) e rientra nella categoria di cui sopra, quella dei prospetti di grande livello.
Nazionale inglese, già schierato titolare da Capello, quest'anno Wenger gli ha dato fiducia e il ragazzino lo sta ripagando.
Pepe e Krasic meritano conferme, da jolly tuttofare il laziale, da attaccante esterno il serbo.
Capitolo difesa: Chirico parla di Rolando (mi viene in mente il personaggio di Aldo Baglio...), ma dubito che abbia mai visto giocare il 26enne del Porto.
Fra i difensori centrali di scuola portoghese, madridista Pepe a parte, solo David Luiz meritava attenzioni: giovane, costoso ma, come altri della categoria, ammortizzabile nel tempo.
Infatti l'ha preso Ancelotti per il suo Chelsea.
Se penso che i migliori dell’attuale generazione erano Ricardo Carvalho (ora “chioccia” di Mourinho a Madrid), Bruno Alves (ora allo Zenit senza infamia e senza lode) e Jorge Andrade, mi vengono ancora i brividi pensando al ginocchio dello sventurato centrale acquistato da Secco e Blanc…
Se toccasse a me, andrei dritto filato su uno dei due centrali del Borussia Dortmund dominatore dell'attuale Bundesliga: Neven Subotic o Mats Hummels.
Sono entrambi del 1988, fortissimi fisicamente ma tutt’altro che sprovveduti sul piano tecnico.
Entrambi sono abituati a giocare in linea a 4 e, particolare che non guasta mai, vedono la porta avversaria con discreta frequenza.
E poi, storicamente, i difensori centrali tedeschi (Hummels) o formati in Bundesliga (Subotic) sono garanzia di affidabilità.
Con uno di questi in rosa non disdegnerei neppure di tenermi tutta la batteria di centrali attualmente in forza (Bonucci, Chiellini, Barzagli) e lavorerei sulla versatilità di Sorensen, che nasce centrale ma da esterno ha dimostrato di cavarsela bene anche con avversari agili e veloci.
Beck dell'Hoffenheim mi ricorda tanto Motta, ed ecco perché sono convinto che Chirico non abbia mai visto giocare neppure lui.
Buon fisico e buon piede, bravo ad offendere ma da rivedere (eufemismo) in fase difensiva.
E' un altro bel pacco pronto, speriamo che a Torino non abbiamo voglia di riceverlo...
Restano da sostituire i vari Motta, Traoré, Grygera.
Aspetterei il recupero di De Ceglie che fino all'infortunio stava facendo bene soprattutto in copertura, non so se rinuncerei a Grosso in caso di emergenza (Kolarov, costoso e poco incline a difendere, lo lascerei dove sta, caro Marcello...), e mi occuperei della fascia destra, dove si potrebbe alternare la soluzione Sorensen a uno già temprato alla serie A come Lichsteiner, sebbene la bottega di Lotito esponga merce carissima....
Una soluzione all’olandese (Van der Wiel) non mi fa impazzire, come nemmeno le voci su “personalità Santon”, il presunto predestinato “erede di Facchetti” prontamente accantonato al momento in cui il piano “scaccia-Raiola dall’Inter” venne concretizzato.
Infine, la questione portiere: ciao Gigi, grazie di tutto e buona fortuna.
Le priorità sono altre, un grande portiere non è indispensabile per fare una grande squadra.
Ne basta uno serio, sveglio e sufficientemente affidabile.
C’è già e se servisse davvero un sacrificio per arrivare a Vucinic…