Le domande dei lettori: l'ingresso in Borsa

Alla nostra casella di posta elettronica stanno giungendo sempre più numerose richieste. Vi ringraziamo per la fiducia. Riceviamo mail di carattere prettamente personale, con argomenti che interessano soprattutto chi ci scrive e a questi amici forniamo risposte private. Poi ci giungono richieste che, invece, hanno un carattere più generale. Quella che pubblichiamo tocca un tema che incuriosisce tanti tifosi. Pensiamo, così, di dare risposta a quanti ci hanno posto lo stesso quesito.

Quesito:

"Salve redazione di Ju29ro, sono un malato di Juve come voi e c'è una cosa che mi rode da parecchio tempo e penso sia uno dei motivi dell'allontanamento, tramite farsopoli, della Triade..
In molti forum ho fatto questa domanda e nessumo ha mai risposto. Quando la Juve è entrata in borsa la Ifi propritaria delle azioni ha guadagnano un bel pò di Euro (a memoria oltre 300 milioni).
All'epoca Giraudo disse che quei soldi servivano a fare Mondo Juve e il nuovo stadio ma quei soldi sono spariti. Sono andati alla Fiat in crisi ma nessuno ne ha mai parlato seriamente?
Mi piacerebbe avere risposta da voi che mi sembrate molto seri nei vostri interventi.
Grazie da uno della Sud
Orian ****** "

La risposta fornita da Dominiobianconero:

Carissimo Orian,
rispondo alla tua domanda ma prima espongo un po' di cifre in modo da inquadrare bene la faccenda.

Il collocamento in Borsa della Juventus è stata una operazione abbastanza complessa dal punto di vista finanziario.
A fine 2001 furono collocate sul Mercato Azionario telematico di Milano 44.505.000 azioni ordinarie della Juventus F.C. ad un prezzo di 3,7 euro cadauna.

A cedere queste azioni furono tre soggetti in particolare.

25.974.790 azioni furono cedute direttamenta da IFI (non IFIL) che all'epoca era il maggior azionista con circa il 98,09% del capitale per un incasso di 96.106.000 euro.
Questi soldi ovviamente non sono entrati nelle casse della Juventus in quanto facevano parte del vecchio capitale circolante. In pratica furono incassati dall'azionista di maggioranza IFI e dai suoi soci diretti.

1.600.000 azioni furono invece cedute da Antonio Giraudo direttamente (le aveva ricevute nell'ambito di un piano di incentivazione). Queste azioni, pari allo 1,54%, furono collocate per un controvalore di circa 5.920.000 che furono incassati dallo stesso Giraudo.

16.930.210 azioni invece furono collocate deliberando un aumento di capitale. In pratica solo queste costituivano il vero capitale fresco che la società Juventus introitava direttamente ed erano pari ad un controvalore di 62.641.000.

Fatte queste considerazioni è chiaro che a fronte di un collocamento complessivo di circa 164 milioni di euro le risorse fresche che la società ha potuto utilizzare furono solo poco piu' di 62 milioni.

Il fatto che gli Agnelli dalla quotazione incassarono 96 milioni non significa che hanno sottratto risorse alla Juventus.

Infatti quei 96 milioni (cosi come i 5,9 di Giraudo) facevano già parte delle risorse dell'azienda e continuarono ad esserlo dopo la quotazione. In pratica fu fatto solo un atto di trasferimento dei diritti su quella parte di capitale che già era stata versata negli anni precedenti dagli Agnelli e che, in quel momento, veniva ceduta ai nuovi azionisti.

Le uniche RISORSE FRESCHE erano in definitiva le sole azioni rivenienti dall'aumento di capitale e quindi poco piu' di 62 milioni di euro.

Questi soldi, insieme ad altri che Giraudo intendeva raccogliere e che non ha avuto la possibilità di fare, costituivano le risorse per i nuovi progetti sportivi e immobiliari che Giraudo aveva avviato nel 200 intuendo, con grande lungimiranza, che la Juventus avrebbe dovuto diversificare i ricavi sportivi che in quel momento erano troppo dipendenti dai diritti televisivi.

Un abbraccio bianconero
Dominiobianconero