Pagellone Juve 2009 - L'attacco

TrezeguetL’attacco juventino è stato, al netto di infortuni e provvedimenti più o meno condivisibili (si pensi alla querelle Ranieri-Trezeguet), appena sufficiente in alcuni casi (Iaquinta, Trezeguet), insufficiente con attenuanti in un altro (Del Piero) e gravemente insufficiente nel caso di Amauri, forse più di tutti il vero simbolo del clamoroso flop tecnico di questo 2009.
Giocatori in declino sui quali si è voluto puntare troppo, pensando al loro passato più che alle prospettive che potevano garantire. Il capitano, Alessandro Del Piero (voto 5), ha iniziato questo 2009 con qualche gol (tendenzialmente ricavato da palla inattiva), ma il suo rendimento è progressivamente franato nel corso della stagione, complici gli acciacchi che, per uno dalla carta d’identità spietata (9 novembre 1974), sono inevitabili conseguenze del tempo che avanza.
Dieci i gol nell’anno solare (tutti da gennaio a giugno) per Del Piero, secondo miglior marcatore della Juventus nel periodo in esame, e questi numeri avrebbero dovuto suonare come campanello d’allarme già a giugno, cosa che puntualmente non è avvenuta, avendo la società deciso di proseguire con questa rosa di attaccanti. Ma dopo il meraviglioso periodo autunnale risalente ad un anno fa, qualsiasi spettatore presente all’Olimpico/Comunale non ha potuto fare a meno di notare l’involuzione del capitano, divenuto incapace di superare un uomo nell’uno contro uno da febbraio in poi. La sua posizione in merito all'affare-Ranieri, per quanto discutibile fosse la gestione del gruppo da parte del tecnico romano, non è stata delle più edificanti: la sconfessione pubblica dei suggerimenti del tecnico durante l'intervallo di Juventus-Bologna della scorsa stagione è un'immagine che non ci piace. Quanto alla stagione in corso, Del Piero è rimasto coinvolto nell’ecatombe di infortuni che sta "fulminando" i sinistri primati stabiliti la scorsa stagione.

Primati che, per quanto riguarda Vincenzo Iaquinta (voto 6), miglior marcatore juventino dell’anno solare, sono almeno due: il primo è positivo, perché i 16 gol realizzati ne fanno il miglior marcatore juventino del 2009; il secondo riguarda gli infortuni, cui Vincenzo è stato spesso soggetto, ma l’ultimo in particolare è un vero primato. Un menisco asportato costringe il calabrese al palo da due mesi, e c’è da ridere per non piangere. Iaquinta ha sempre garantito movimento, impegno e generosità, oltre a vedere la porta con una costanza che in questa Juve è merce rarissima.

Anche perché qualcuno che non ricopre più ruoli in società ad inizio anno decise di estromettere di fatto dalla rosa Trezeguet (voto 6), uno che è diventato proprio quest’anno il miglior marcatore straniero nella storia juventina e mira a raggiungere il secondo posto assoluto, continuando a segnare anche oggi nonostante sia costretto a ricavare gol dal deserto di idee che lo circonda. E malgrado queste credenziali, in estate la società tentò di offrirlo a cani e porci. Non c’è nulla da fare, certe prerogative non si perdono mai del tutto, e saper valutare giocatori non è materia per tutti.

Sicuramente non è materia per chi ha speso 22 milioni complessivi per Amauri (al quale molto generosamente diamo un 4, come le partite ufficiali nelle quali è andato a segno in tutto l’anno solare), reduce da un secondo semestre di 2008 splendido ma, una volta raggiunto un determinato standard, afflosciatosi in modo clamoroso. Si dirà: “Ma come, di solito succede il contrario, cioè che qualcuno inizi male e migliori nel tempo”. Vero, di solito succede così, ma nel caso di Amauri devono aver influito, ipotizziamo, diversi fattori:
1) la convinzione di sentirsi arrivato e la paventata (quasi) certezza di non avere rivali per un posto in azzurro ai Mondiali sudafricani;
2) l’impreparazione psico-fisica nel tenere un certo rendimento a lungo;
3) le contromisure adottate dalle difese, che hanno imparato a conoscerlo e gli hanno preso (agevolmente) le misure.
Sussurri provenienti da Torino assicurano che nella scorsa stagione siano arrivate ricche sirene provenienti da un club milanese, sirene che avrebbero fatto infuriare l’ex palermitano, il quale aveva da appena sei mesi sottoscritto regolare contratto con la Juventus (il primo importante della sua carriera) e già ne voleva ridiscutere i termini, imbronciato come un bambino, forte della proposta piovuta dalla città della moda. La moda, già, l’Amauri visto in campo in questa seconda parte di 2009 è qualcosa di calcisticamente troppo brutto per essere vero: lento, impacciato, povero di fosforo come i suoi connazionali, sempre alla ricerca dello scontro fisico contro il muro difensivo avversario e mai con i riflessi all’altezza della situazione. Il ritratto di un ex calciatore, ormai preoccupato di curare alla perfezione il proprio look "stile-tronista" e sempre meno incisivo in campo.