BattiBeck

battibeckAGGIUNTO BattiBeck 01.03.2009 - ovvero time ju29ros... et rubricam ferentes


Ve lo ricordate il Kaiser uscire imperioso dalla difesa, a testa alta schivare in dribbling le entrate sempre fuori tempo (che il tempo lo governava lui) degli avversari? Ricordate lo stile, l'elegante incedere, la superba tenacia con cui compiva gli stessi movimenti, anche con un braccio rotto al collo? Un giocatore talmente grande e archetipico da costringere il grande Heidegger, nemico della televisione, a scroccare lo schermo del vicino per andarlo a vedere.
Ve lo ricordate voi Gaetano?, ci risponderete voi ju29ri. Certo che sì, ma Scirea non si nomina invano.
Ci perdonerà il nostro graditissimo ospite, che ha scelto di celarsi dietro lo pseudonimo "Il Battitore Libero", se per presentarlo abbiamo scelto di paragonarlo al grande libero del Bayern Monaco, e non a un simbolo della nostra amata Signora.
D'altronde, tanto per farvi spremere un po' le meningi, il nostro uomo è un esempio di stile ed eleganza, che si districa con naturalezza tra etica ed estetica del pallone. E, da buon juventino, con un braccio rotto. Quello di Calciopoli.
Per di più, dovrà schivare le nostre entratacce in scivolata, in pieno stile ju29ro, mostrando nobiltà e coraggio. BattiBeck sarà, infatti, la nuova rubrica settimanale di ju29ro.com dedicata ai temi tecnici e politici dei sette giorni. Tematiche che saranno affrontate con un carteggio tra noi e il Battitore Libero, uno juventino stile Juve di grande notorietà, che come noi, ha scelto il suo nick e il suo avatar, per raccontare senza pregiudizio il calcio, visto da un bianconero d'eccezione.
Ogni lunedì il nostro tackle, un invito alla riflessione sui temi scottanti emersi nei giorni precedenti; ogni mercoledì il suo dribbling. Sarete voi a giudicare se riuscito o meno.
E' uno Ju29ro il nostro battitore libero? Non propriamente, anzi, su diverse questioni, non da ultima Calciopoli, la pensa in maniera differente da noi. Cantarcela e suonarcela non è nel nostro stile e questo vuole essere soprattutto uno spazio di confronto, una think tank di juventinità, che svisceri passato, presente e futuro della nostra passione e racconti modi diversi di intenderla.
Noi faremo il nostro, il battitore il suo. Reciproche provocazioni, punture velenosette, qualche morso. Il tutto in amicizia, ma senza risparmio di colpi.
Come da sottotitolo, il battitore diffiderà di noi come un troiano davanti ai greci. Noi siamo da tempo pronti con un'intera mandria di cavalli di legno.
Partiamo oggi con il primo BattiBeck, dal titolo:

Right or wrong, their country

Caro Battitore Libero,
la Barclays Premier League e la Serie A Tim si affrontano di nuovo in settimana. L'anno scorso hanno vinto loro. Tre su tre. Tre lezioni di calcio tre. Ora, se ti conosco un poco, non sei tipo da pronostici. Ma facciamo qualche riflessione insieme.
Qual è l'ultimo giocatore, nel fiore degli anni, e ambito da tutto il mercato europeo, che alla fine è venuto in Italia? Ti avverto: Pato non vale, intendo gente che abbia concluso le scuole dell'obbligo. E spero non verrai a parlarmi di quel portoghese con look da carrozziere che chiamavano "Il trivella". Quello era veramente un carrozziere, e potevano fregare giusto Moratti.
Il mercato italiano è stato, nel dopo Calciopoli, anormalmente endogeno. Del tipo: l'Inter ha accorpato alla propria rosa i migliori giocatori di Roma e Juventus. Ossia le due maggiori competitrici. Si sarebbe comprata anche Toni, ma Della Valle giustamente ha mandato tutti a quel paese e il lungagnone in Baviera.
Da moderato, considero questa situazione una causa della nostra minore competitività europea, ma soprattutto un vero abominio, abilmente taciuto. Non mi stupirei perciò se, anche questa volta, ci mandassero tutti a casa. Sarà anche vero che Chelsea e Arsenal in campionato arrancano. Ma io mi meraviglierei, invece, del contrario.
Detto questo, se Platini riuscirà a imporre il tetto ingaggi, non credo che il Malines tornerà a maramaldeggiare in Europa, ma quanto meno aiuterà il campionato italiano a essere un po' più serio, competitivo e manageriale. Se non ci riuscisse, aspettiamo che Secco scelga tra Diego e Ribery.

POST SCRIPTUM: La risposta al quesito era Ibrahimovic. Te ne faccio un altro: ma se, come visto ieri sera, Amauri fa lo Zlatan e Trezeguet fa il Trezegol, ricomincia la Delpiereide? E come finisce stavolta? 


Un Paese per vedove (nemmeno allegre)

Carissimo,
se scrivi che non sono tipo da pronostici, non mi conosci poco: mi conosci pochissimo. Vai a rileggerti quello che scrissi, su Italia-Francia del 9 luglio 2006, il giorno della partita: non il giorno dopo. Certo, a volte li sbaglio: per esempio, sottovalutai il «fuoco amico» di Matarrese a Cardiff, quando Polonia e Ucraina ci soffiarono gli Europei del 2012. E allora, béccati questi: Inter-Manchester United 0-0, Arsenal-Roma 2-1, Chelsea-Juventus 2-1. Inglesi globalmente favoriti, sì, ma meno che all’epoca del sorteggio di dicembre.
A Ibrahimovic c’ero arrivato anch’io. Da battitore libero non trovo il mercato così strano come lo descrivi tu. A parte il fatto che lo odio, e se proprio non vuoi manco fare ciao con la manina alla tremenda recessione in atto, tutto il mondo è paese: José Mourinho non sarà un giocatore, ma è uno dei primi tre allenatori al mondo (for me) e questo significherà pure qualcosa, se di punto in bianco piomba in Italia. Non cominciare con le insinuazioni («abilmente taciuto»). Dove si rifornisce il Bayern, di grazia? Non mi risulta che i Ballack e i Matthaeus se li sia allevati in casa. Che discorsi: pure a me piaceva di più il Moratti che «regalava» Roberto Carlos al Real Madrid, Seedorf e Pirlo al Milan, Cannavaro alla Triade. La Premier si è ridotta, da anni, a una «leguilla» fra Manchester United, Chelsea, Liverpool e Arsenal. In Germania, un anno si e uno no vince il Bayern. In Spagna, siamo tornati a Barcellona-Real. Chez nous, le sentenze di Calciopoli hanno rimescolato le carte, ma piano piano stiamo tornando al podio tradizionale. E poi se il Milan investe in figurine o la Juve confonde Xabi Alonso con Poulsen, scusa, ma che c'entra Telefonopoli?
Guardo anch’io con vivo interesse alla battaglia etica di Michel Platini, ma non mi illudo. A parlare di etica, in Italia, si passa per moralisti. Chiudo con la Delpiereide. Sì, temo che ricominci. Da Mancini a Moggi, questo è un paese per «vedove»: e nemmeno allegre.
Il battitore libero