Alessio "il confermato"

seccoE' tempo di rinnovi in casa Juventus. La prima chiamata è arrivata a confermare Alessio Secco nel ruolo di direttore sportivo per altri due anni. A dare l'annuncio è stata la società con un breve comunicato sul proprio sito: "in questo periodo - ha dichiarato l'amministratore delegato Jean Claude Blanc - Alessio Secco ha dimostrato le sue doti di manager, gestendo con professionalità le attività della direzione sportiva. Il consolidamento del suo impegno con la Juventus contribuisce a dare stabilità al progetto sportivo al quale stiamo lavorando"

Quello di Alessio Secco è un nome caro a chi ha la Juve nel cuore. In casa sua si è sempre respirata aria bianconera. Suo padre, il ragionier Sergio, fu segretario amministrativo della Juve negli anni '70 sotto la presidenza di Boniperti. Alessio ha quindi raccolto una staffetta di famiglia. Alla Juventus inizia a lavorare giovanissimo nel '97, appena ventisettenne, come addetto stampa. Tre anni più tardi diventa uomo di campo ed affianca in panchina prima Ancelotti, poi Lippi e quindi Capello, come team manager. Nell'estate di Calciopoli il grande salto. E' una Juve che da pochi giorni ha vinto il suo ventinovesimo scudetto. Non c'è stata nessuna festa. Articoli di stampa che riportano delle intercettazioni hanno travolto la società. Si parla del più grave scandalo mai abbattutosi sul calcio italiano dalla notte dei tempi. La rosea sembra esserne certa. Mezza Italia cerca di capire cosa stia succedendo. L'altra metà non spreca energie e si sollazza al pensiero della Juve umiliata. Già si ipotizzano scenari di scudetti da restituire e di retrocessioni. In B, o anche meglio, in C. E mentre il nonno Gianni si rivolta nella tomba, il 7 maggio John Elkann scarica la dirigenza in diretta televisiva, durante l'ultimo match giocato in casa col Palermo.

E' in questo clima che il 23 maggio arriva la grande occasione per Alessio, con la promozione a Direttore Sportivo. Una nota della società sottolinea che l'incarico gli è stato affidato "d'intesa con il responsabile tecnico della società Fabio Capello". In quei giorni si prefigura per Capello un incarico di manager alla Ferguson, e cioè di primo responsabile del mercato bianconero. In quest'ottica, la figura di Secco appare quella di una persona di fiducia da far crescere all'ombra di Don Fabio. Ma il fantasma della serie B si materializza velocemente per la Juventus e di scendere fra i cadetti Fabio Capello non ne vuole sapere. E' il 4 Luglio quando, dopo la durissima richiesta di retrocessione in una serie inferiore alla B, con tanto di 6 punti di penalizzazione, avanzata dal procuratore Palazzi, Fabio Capello rimette il mandato. Due giorni dopo firmerà per il Real Madrid. Alessio rimane al suo posto e in un contesto kafkiano si appresta a collaborare allo smantellamento di una delle Juventus più forti di tutti i tempi. Ci sarebbe voluto il più esperto dei dirigenti sportivi per non essere travolto da una situazione del genere. La nuova Juventus invece punta tutto su un giovane senza alcuna esperienza da direttore sportivo. Nella nuova triade bianconera i riferimenti di Secco sono il presidente Giovanni Cobolli Gigli, già presidente della Rinascente/Upim S.p.A., e il manager francese Jean Claude Blanc, come amministratore delegato. Entrambi sono a completo digiuno di calcio.

E' un calciomercato imbarazzante quello bianconero. Il nuovo presidente Cobolli Gigli ringrazia Moratti per l'acquisto a prezzo di saldo di Ibrahimovic, Secco ci mette del suo svendendo Mutu ai viola. Arriva Boumsong, ex giocatore di basket con una laurea in matematica, fortemente voluto dal neo allenatore Deschamps. Sembra di essere su Scherzi a Parte. Inizia il campionato di B e nel mercato autunnale si gettano le basi per la Juve del futuro. Secco riporta a casa Criscito acquistandone la metà per gli stessi 7,5 milioni che la Fiorentina aveva speso pochi mesi prima per prendersi Mutu. In quello stesso gennaio il giovane direttore sportivo prefigura ai giornalisti i movimenti per allestire la squadra che tornerà in serie A. "Arriveranno un grosso rinforzo a centrocampo e un paio di rinforzi in difesa, in attacco vedremo". Fatto sta che l'estate successiva a centrocampo arrivano Almiron e Tiago, mentre in difesa arrivano Grygera e Salihadmizic a parametro zero e Andrade reduce da un brutto infortunio. Nel frattempo arriva Ranieri in luogo del dimissionario Deschamps. Si parla di divergenze di mercato proprio fra Secco e Deschamps. Il transalpino voleva Luca Toni al centro dell'attacco, Secco gli preferisce Iaquinta. E' un'estate in cui la stampa arriva addirittura a ipotizzare Recoba in bianconero, ma fortunatamente almeno questa ci viene risparmiata. Si parla apertamente di campagna acquisti fallimentare (con l'eccezione del comunque poco utilizzato Iaquinta), che certo da solo non ripaga gli oltre 40 milioni di euro investiti. Poi, nel gennaio 2008 arriva Momo Sissoko. Finalmente un acquisto da inserire in pianta stabile fra i titolari! La Juve arriva terza in campionato ed è un mezzo miracolo, grazie soprattutto alla grande stagione della "vecchia guardia" (con i bomber Del Piero e Trezeguet in primis).

Il resto è storia recente. Per il 2008-2009 arriva un signor attaccante come Amauri. Secco si fa notare per il braccio di ferro con il Torino per aggiudicarsi Knezevic dalla rottamazione livornese, mentre Ranieri s'impunta su Poulsen. La squadra, trascinata dai gol di Del Piero e Amauri, è ad oggi al secondo posto in campionato, qualificata agli ottavi di Champions League e in semifinale di Coppa Italia, e questa riconferma al ruolo di DS addolcirà i sogni di Alessio Secco. Alzi la mano chi non ha mai sognato di essere al suo posto, di lavorare per la squadra del cuore. Non solo. Alla Juve Alessio Secco ha imparato l'abc, ha potuto fare la gavetta come i suoi giovani colleghi la fanno al Monza, al Frosinone, al Treviso. E' evidente che i suoi errori alla Juve non sono da addebitare a lui. Sarebbe un'operazione da fare invece con chi "non ha cercato di far meglio quello che stava facendo". Chissà se al nipotino nonno Gianni ha mai raccontato le parole che amava ripetere il bisnonno Edoardo, presidente dell'insuperabile Juventus del Quinquennio  (1930-1935).

"Una cosa fatta bene può essere sempre fatta meglio" , diceva. Una lezione di vita che il giovane John Elkann con la Juve non ha ancora dimostrato di aver imparato.