Stephan Lichtsteiner, la parabola dell'uomo quadrato

RubricaCampionario - Carico e scarico di calciatori che malgrado tutto non dimenticheremo mai

Facciamo che la palla ce l'ha Pirlo. C'è una specie di androide, uno quadrato, che sembra costruito mediante la ripetizione di un modulo cubico in cazzonesò carbonio, uno fatto di cubi insomma, che comincia a correre come se fosse iniziata una gara di salto in lungo. E' una cosa strana, con tutta evidenza. I giochi olimpici dell'assurdo. Dovete avere la fortuna di essere allo stadio per vederla. L'uomo quadrato infatti sta fuori dal televisore. E' un antidivo. 
Pirlo allora lancia la palla. Sulle prime, pensi che Pirlo abbia sbagliato il lancio: l'ha buttata là dove non c'è piede che possa riceverla. Invece, dal lato destro del televisore, spunta fuori l'uomo quadrato. Tu non te l'aspettavi, ma neanche i difensori avversari. Non di rado, questo spettacolino cyberdada termina con un goal della Juve.

E' uno schema piuttosto semplice, nell'intrico del complesso reticolato di scambi di posizione e passaggi di prima congegnato da Conte. Metafore qui ce ne sono parecchie e sicuramente potrete trovarne voi una migliore di questa: è un po' come quando ti aggiri fremente nei pressi dell'ingresso di una discoteca durante una serata ad inviti in cui non sei stato invitato; dopo aver studiato tutte le soluzioni percorribili per guadagnare l'entrata, il giusto sistema ti si rivela nella sua semplicità: passerai per la porta principale, tirando dritto con tutta l'aria di sentirti perfettamente a tuo agio in quello che stai facendo, camminerai sciolto perciò, ostentando sicurezza, magari fingendo di salutare qualcuno con un sorriso affabile.
Chi lo ha provato sa che, con la faccia giusta, questo metodo funziona spesso.

Insomma: soluzioni semplici a problemi complessi, rubando la formula a un copywriter specializzato nella vendita di mobili ad incasso. Lo slogan pubblicitario, quando coniugato in termini politici, rivela però tutto il suo populismo: non esistono infatti soluzioni semplici a problemi complessi. Ti insegna lo psicologo che esistono soluzioni semplici a problemi che credevi complessi ma non lo erano affatto. Come ad esempio fare goal senza utilizzare gli attaccanti: non è così difficile come lo si dipinge.
Certo, questo schema funziona meglio se l'ala converge verso il centro portandosi a spasso il terzino (abbiamo appena ricominciato a dominare e io sono già un patetico nostalgico del 4-3-3 e di Simone Pepe, ma di questo parleremo quando affronteremo il doloroso capitolo dell'assenza di Pepe), tuttavia continua a servire il suo scopo, soprattutto nel caso in cui si recuperi il pallone proprio quando la difesa avversaria si sta alzando in conseguenza del termine di una precedente azione offensiva; e, certo, lo schema richiede anche le non comuni abilità di lancio di Andrea Pirlo. Tuttavia è semplice e funziona, sebbene debba essere inserito in una varietà di soluzioni complesse, affidate ad architetti di fama mondiale.

Il punto: ciò che fa Lichtsteiner nel contesto di questo "schema semplice all'interno di architettura complessa" è replicabile da un qualsiasi maschio giovane in salute? Dopo tutto, si tratta semplicemente di correre il più veloce possibile da un punto A a un punto B. Basta uno che sia veloce appunto, pure un robot di fabbricazione nipponica o, se proprio devi scegliere il meglio, anche dal punto di vista dell'immagine, Usain Bolt (ora pensateci: il giamaicano vede che la palla sta arrivando a Pirlo senza che un avversario vada a pressarlo, passa anulare e medio di entrambe le mani sulla fronte, procedendo dal terzo occhio alle tempie, poi mormora una preghiera rappata e infine parte, arrivando 2 secondi buoni prima della palla. Il pubblico, tutti indistintamente indossanti maglietta di Bolt con il simbolo di un fulmine al posto del numero, disapprova rumorosamente.)

Non basta: si tratta anche di determinare con precisione il punto A e soprattutto il punto B, mica che vai a sbattere contro uno Zanetti in sosta. Dote ancora più importante: il tempismo. Quando farlo. Qui evitiamo la facile battuta sull'orologio svizzero perché questo volitivo ragazzo proveniente dall'ombelico della Svizzera ha un caratterino che mal si presta ai pregiudizi etnici. Lichtsteiner, infatti, è uno che si incazza. Uno che si incazza con la stessa frequenza con cui le altre persone si grattano. Proprio questo è il punto: questa variante semplice, questa scorciatoia nel labirinto, è possibile soltanto disponendo di un terzino veloce, normovedente, tempista e incazzoso. Se tu fossi un tipo tranquillo che valuta con serenità e realismo la situazione, quella cosa non la faresti neanche una volta perché non ha senso. Con tutto quel bendidìo che hai davanti, tutti quei figaccioni che conquistano titoli e interviste, capaci di colpire la palla sotto, fare colpi di tacco, calciare a giro, ti ci devi mettere tu che hai i piedi quadrati?
La forza di volontà non basta: ti fa andare avanti e indietro centinaia di volte ma non ti mette davanti alla porta.
C'è proprio bisogno di incazzarsi, di portare rancore a qualcuno o qualcosa, di volersi vendicare, per mobilitare risorse interiori tali da fare quella roba lì, ripetutamente. L'ira di non essere temuti.

Chissà da dove gli viene. E' qualcosa che gli ha permesso di correre sempre più avanti e di andare sempre più in alto, fino alla Juve. Stephan infatti non è stato inventato da Conte, sarebbe ingeneroso per un giocatore con un'ottima carriera come la sua. L'invenzione di Conte ha migliorato il suo calcio e dato sfogo, direzione alla sua rabbia. Conte lo ha capito e ha avuto l'idea giusta per lui.
Un'idea semplice che rende speciale un uomo pieno di rabbia e voglia di lavorare.
Non vorremmo avere tutti un capo così? Sembra persino più bello di essere liberi.

Dove si è mai visto insomma un terzinaccio svizzero che diventa una micidiale arma offensiva? Neanche nei cartoni animati svizzeri. 
Non c'è miglior simbolo della creatività di Conte e della sua capacità di trasmissione psichica del pensiero che la spia di accensione del robottino svizzero. Uno che ha dimostrato al mondo che chi nasce quadrato può diventare tondo. Perciò, nemici: guardatevi da Vucinic e da Pirlo, da Marchisio e da Giovinco. Marcateli a uomo, spezzate loro le gambe, asfissiateli con la vostra presenza. A quel punto, segnerà Lichtsteiner.


Puntate precedenti:
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