ORRORI DI STAMPA: Le remate del CorSport

Orrori di stampa“E’ tutta una remata..." diceva Luciano Moggi a Giorgio Tosatti in una delle intercettazioni di Farsopoli meno conosciute ma più importanti per comprendere ciò che è successo. E la remata si concluse con il patrocinio del piccolo giornale rosa (e tutti gli altri media principali compatti intorno a lui) come tristemente sappiamo. Ma anche nella stagione in corso c'è stata una decisa remata da parte di un giornale romano diretto da De Paola, uno che risente molto del fattore "geografico" quando si parla di pallone.
Avevano fatto la parte del leone già quest'estate nella vicenda del "Calcioscommesse" sbattendo Antonio Conte in prima pagina anziché presentare nella giusta dimensione i fatti e le sentenze allucinanti della giustizia sportiva. Come dimenticare la Supercoppa a Pechino con quel "Vergogna" a caratteri cubitali in prima pagina? In questo momento storico possiamo con certezza e obiettività affermare che la Farsa di cui ci occupiamo da anni è stata alquanto "gattopardiana". Nulla è cambiato da allora. Il teorema è: "Juve che vince è Juve che ruba", minimizzare gli errori a sfavore per esaltare quelli a favore. Allora la Gazzetta, quest'anno il Corriere. Senza parlare degli assetti in Lega. Perché De Paola e i suoi non fanno notare che il Presidente di allora, quello dello "spinga, spinga", è beatamente vice-presidente oggi? Chi conosce i fatti sa che la posizione del Milan nel 2006 era quella più delicata di tutte a causa di un famoso ristoratore lombardo con cui Collina ironizzava al telefono complimentandosi con lui per aver indirizzato le designazioni. Per Napoli-Juventus abbiamo addirittura scoperto che, se il designatore designa un arbitro e quest'arbitro non è gradito ai giornali romani, questi stessi cambiano la designazione. E come al solito l'arbitro dirige con una feroce pressione antijuventina sul collo. Tutto deve cambiare affinché tutto rimanga com'è.
In questa puntata di Orrori di Stampa, tra finestrini sfondati, "gialli creativi" e timidi commenti di opinionisti in tv per i quali una gomitata intenzionale equivale ad una tirata di capelli, ci occuperemo delle polemiche del CorSport in occasione dell'ultimo Napoli-Juventus.

Corriere dello Sport: 27 febbraio 2013 - 3 marzo 2013
Il Corriere dello sport, dicevamo. Possiamo dire che il quotidiano romano in queste ultime settimane ha definitivamente, come si suol dire, saltato lo squalo. Avete presente la campagna di boicottaggio che è stata portata avanti contro Rizzoli in vista di Napoli-Juventus? Una pena. Decisamente imbarazzante. Ma se c’è qualcosa di peggio di una simile crociata - un'operazione che già di per sé dovrebbe far arrossire fino al paonazzo chi l’ha partorita – sono le motivazioni che il quotidiano romano ha usato, a posteriori, per legittimarla: “il direttore di gara che aveva già rovinato e condizionato con i suoi errori la gara di Supercoppa a Pechino nel ruolo di arbitro di porta non doveva essere messo nelle condizioni di guastare anche la gara - decisiva - del San Paolo”. Così Alberto Della Palma, il 3 marzo "E volevano dargli Napoli-Juventus") Insomma il Corriere, scosso da un impulso autolesionista, decide di esporsi deliberatamente allo sberleffo dei suoi lettori, o almeno di quelli più equilibrati. Perché, quali siano gli errori tanto eclatanti di cui il fischietto si sarebbe macchiato in quel di Pechino, e tali da giustificare tutto questo inviperimento, lo sanno davvero solo loro. Dico: se anche la Gazzetta parla del rigore di Vucinic (cioè l’unico episodio contestato che ha visto coinvolto Rizzoli in quel di Pechino) come di un penalty “netto” ed "indiscutibile", allora sul serio il Corriere ha perso il senso della misura.
La domanda allora viene spontanea: ma, in redazione, si sono resi conto che strepitare per episodi valutati in una maniera che più partigiana è impossibile ha dato il colpo di grazia alla loro già precaria credibilità?

Di male in peggio, è proprio il caso di dirlo. Come se non fosse già bastata la campagna anti-Rizzoli per coprirsi di ridicolo, l’autorevole ed equilibrato Corriere dello Sport decide di deliziare gli internauti con un’altra perla destinata ad entrare nella storia nera del giornalismo sportivo. Sul loro sito la pagina della moviola di Napoli-Juventus del 1° marzo 2013 si apre infatti con il seguente, sorprendente, allucinante, titolo: “Chiellini su Cavani da rosso e rigore”.
Insomma, in una partita nella quale si è verificato uno dei casi di malarbitraggio più clamorosi del campionato, uno di quegli episodi che fosse accaduto a maglie inverse avrebbe legittimato la deflagrazione dell'ordigno fine del mondo, il Corriere dello Sport dedica tutta la sua attenzione a Chiellini e alla tirata dei capelli a Cavani. Ci vuole veramente una faccia di bronzo.
Passiamo a Cavani-Chiellini. Qualcuno mi spieghi: perché se il napoletano sgomita è fuori dubbio che sia accaduto qualcosa in precedenza (ed è bene che in regia questo qualcosa venga scovato), mentre se Chiellini tira la chioma del bomber ciò è nient'altro che la dimostrazione che è stato il difensore juventino ad iniziare la provocazione? Perché, insomma, anche questo gesto così eclatante non potrebbe essere una risposta ad una provocazione altrettanto eclatante?
Se moviolisti, commentatori, registi ed opinionisti fossero andati un po’ al di là di quei pregiudizi che vedono in Chiellini una sorta di bruto e in Cavani il tredicesimo apostolo, avrebbero fatto chiarezza anche sulla la genesi del brutto gesto del bianconero. Sul calcio d’angolo di pochi secondi prima (nemmeno quindi, i diversi minuti che intercorrono tra la tirata dei capelli e la gomitata killer) si può facilmente notare un colpo che Cavani rifila a Chiellini, e che addirittura lo stende. L’avesse visto l’arbitro, il gioco si sarebbe fermato, con Cavani ammonito o addirittura espulso. Altro che "Chiellini su Cavani da rosso e rigore".

Ma il Corriere dello sport non finisce certo di stupire. Alberto Della Palma, nel succitato articolo del 3 marzo, "E volevano dargli Napoli-Juventus...", dove il titolo la dice già lunga su quello che sarà il suo contenuto, evidenzia gli errori compiuti da Rizzoli in Milan-Lazio, lasciandoci però un po' disorientati: ma Rizzoli non doveva arbitrare Napoli-Juventus per una mera questione di opportunità dopo Pechino, a prescindere dal suo valore, come sembra pensare Antonio Maglie il 27 febbraio ("le qualità di Rizzoli non contano", dice nel suo "Adesso Napoli-Juve non merita sospetti") oppure per le scarse capacità dell’arbitro, come - almeno a noi - pare evincersi dall’articolo di Della Palma? Forse manco in redazione sono d'accordo.

Nello stesso articolo, infine, un’ennesima perla regalataci dal Corriere: l’arbitro Rizzoli sarebbe stato colui che, da addizionale, aveva fatto annullare per fuorigioco il gol regolare del Catania nella gara Catania-Juve. Una ricostruzione implicante che, per il Corriere:
- è compito di un arbitro addizionale segnalare il fuorigioco;
- un arbitro addizionale è collocato in una posizione giusta per poterlo valutare;
- il guardalinee Maggiani ha così poca autostima che, piuttosto che prendere una decisione, si affida alla segnalazione di un arbitro fisicamente impossibilitato a sbandierare correttamente un fuorigioco.
E’il caso di dirlo: piove, Rizzoli ladro.