Scusa

tifosiScusa. E' la parola che molti si aspetterebbero venisse pronunciata da chi ha pronosticato a inizio anno una stagione difficile per la Vecchia Signora.
Non avremmo problemi a farlo, se le nostre scuse dovessero essere rivolte a quei giocatori che hanno dimostrato il loro valore sul campo, aldilà dei pronostici di chi si aspettava un piazzamento Uefa e di chi invece lo chiedeva come obiettivo stagionale.
A loro potremmo chiedere scusa, non certo ad altri soggetti.
Se dovessimo chiedere scusa per avere il biglietto e salire sul carro dei vincitori, allora calciopoli sarebbe giustificata, i vecchi rancorosi non sarebbero esistiti, e forse qualcuno adesso terrebbe ancora la bocca chiusa, invece di sproloquiare in merito a patenti di onestà e di pene da espiare.
Per questo non chiediamo scusa a chi ha permesso il nostro massacro, a chi è stato zitto, a chi vanta meriti e scudetti altrui.
Oggi festeggiamo la Juventus, la sua anima, rinata e risorta grazie al cuore e l'orgoglio dei suoi giocatori, e non ce la sentiamo di ricordare una campagna acquisti da sessanta milioni di euro che si è dimostrata altamente deficitaria.
Non ce la sentiamo di ricordare il senso di vergogna quando leggiamo certe affermazioni rinunciatarie o garibaldine che appaiono sui quotidiani con disarmante incoerenza, al limite della schizofrenia.
Non ce la sentiamo di ricordare i campioni ceduti e quelli mai arrivati come promesso.
Non ce la sentiamo di ricordare le volte che abbiamo dovuto abbassare la testa quando ci dicevano: "Eravate colpevoli, l'hanno ammesso anche i vostri avvocati".
Non ce la sentiamo di ricordare l'accanimento con cui è stata affossata la Juventus ogni volta che è andata vicina a insidiare chi negli ultimi tre anni ha goduto di un potere illimitato in campo giuridico e arbitrale.
Non ce la sentiamo di ricordare le squalifiche preventive degli ultimi due anni, l'osservatorio arbitrale che dichiara falsato il quaranta per cento delle partite giocate, gli arbitri inquisiti che ancora sono in campo (quelli più scarsi) e quelli inquisiti che restano sospesi senza uno straccio di prova (quelli più bravi, a detta della carta stampata).
Non ce la sentiamo di ricordare i debiti della Roma, i bilanci finiti sotto inchiesta di Milan e Inter, calciopoli, le sentenze farsa, i giornali forcaioli.
Non ce la sentiamo di ricordare le cattiverie, figlie forse di leggende metropolitane e del sentimento popolare: Collina cacciato come arbitro perchè pagato dallo stesso sponsor del Milan e poi sorpreso a prenotare ristoranti chiusi, Galliani da inibito che faceva il mercato per il Milan (Oliveira), Gussoni amico di famiglia in casa Moratti, Carraro che ancora si troverebbe in Uefa, giudici che ammettono che calciopoli è stata una porcheria giuridica, le prove che scompaiono, i cavalcavia di Napoli e tanta altra immondizia.
Non ce la sentiamo di ricordare le bugie e i trucchi, le testimonianze ridicole, il processo di Roma, i testimoni scarponi che dicevan di esser campioni.
Non ce la sentiamo di ricordare certe trasmissioni televisive, certi personaggi innominabili, certi titoli di giornali, certi giornalai, certi ciarlatani, certi buffoni.
Non ce la sentiamo di ricordare che l'anno prossimo con la Champions sarà necessario uno sforzo maggiore, che gli errori di mercato non si devono ripetere.
Non ce la sentiamo di ricordare che sono sempre ventinove, che vogliamo la terza stella e la finale di Roma.
Non ce la sentiamo di ricordare che partecipare non basta.
Non ce la sentiamo di ricordare che non esistono tifosi di serie A, B, e C.
Non ce la sentiamo di ricordare che questo è il secondo campionato falsato consecutivo, dopo che già si era modificato il "risultato del campo" dei due campionati precedenti.
Non ce la sentiamo di ricordare che senza calciopoli avremmo dominato in Italia e in Europa.
Oggi è il giorno della Juventus, quella vera, e per lei noi non vogliamo chiedere scusa.
Perché, chiediamo scusa, continueremo a lottare per lei.
Fino a che a chiedere scusa saranno altri, ovvero quelli che hanno provato, invano, a distruggerla.