Lettera aperta ad Andrea Agnelli su Del Piero

del piero

Ospitiamo volentieri questo intervento di Giuseppe Benedetto, giudice dissidente ai tempi di Farsopoli. Benché sia pressoché unanime, da parte nostra, l'appoggio alla scelta della società in relazione al contratto di Del Piero, crediamo sia importante dare spazio a tutte le opinioni, tanto più se il mittente, come in questo caso, è persona stimatissima.


Egregio Presidente,
in data 15 luglio 2006, con una lettera al Commissario pro-tempore della F.I.G.C. prof. Guido Rossi, mi dimettevo dalla carica di Giudice Sportivo per il settore Giovanile e Scolastico (SGS), in segno di protesta verso la sentenza che condannava ingiustamente la Juventus per fatti che poi la storia successiva degli eventi – giudiziari e non – hanno qualificato come risibili.
Quella da me ricoperta era, all’epoca, la massima carica della Giustizia Sportiva per il settore di competenza.
Quella mia missiva ha avuto molta fortuna, non certo per una improbabile (rectius impossibile) resipiscenza dell’allora Commissario, ma perché ha toccato tante coscienze, ha avuto un’eco di stampa incredibile ed è, ancora oggi, da più parti richiamata quando si affronta l’argomento in questione.
Mi scusi se mi cito, ma è essenziale per capire lo spirito di questa mia.
Scrivevo in un passaggio della citata nota:
“ Quando si giudicano dei giovani, le responsabilità sono ancora più rilevanti. I giovani calciatori di oggi, censori severi del nostro operato, saranno i consapevoli cittadini di domani.
Quale insegnamento i cittadini di domani possono trarre dall’incredibile processo tutto e solo mediatico a cui abbiamo assistito in questi giorni e dall’annunciata sentenza di popolo, pubblicata il giorno prima sul più importante giornale sportivo italiano? “

Ecco, caro Presidente, questa è la premessa non per rivolgerLe un appello (a quello stanno pensando milioni di tifosi juventini), ma per invitarLa, sommessamente, ad una riflessione.
Gioca nella Juventus un calciatore per il quale la grandezza sportiva, pur universalmente riconosciuta, è inferiore alla straordinaria positività dell’uomo.
Egli si esprime in un linguaggio corretto, persino elegante, quando esprime un concetto esso si connota per intelligenza e profondità, non urla mai (se non quando segna) e ogni sua considerazione è pacata e, spesso, arguta.
Avrà capito che parlo della bandiera della Juventus, Alessandro Del Piero. Un uomo capace di rispondere con un applauso allo schiaffo di un avversario. Un uomo che ha difeso i colori e l’onore della Juventus anche in serie B. Un uomo che mai vorrebbe abbandonare la sua signora.
Ma, qui sta il punto. Egli va oltre una squadra di calcio, è patrimonio dello Sport italiano e simbolo per tanti giovani, juventini e non, di un altro modo di interpretate un gioco e forse anche la vita.
Quanti esempi negativi ogni giorno abbiamo davanti agli occhi! Esempi di “idoli” con cui purtroppo i nostri giovani non possono non relazionarsi.
Del Piero è un uomo di sport, un calciatore conosciuto in tutto il mondo, che anche quando parla accomuna quanti sperano che la nostra società non debba necessariamente piegarsi all’imbarbarimento a cui oggi appare ineluttabilmente avviarsi.
Lei può dare un segnale importante a questi nostri giovani: ci sono valori che vanno oltre un contratto e, credo, anche oltre possibili fraintendimenti, gelosie e incomprensioni personali.
Lei si è dimostrato un ottimo dirigente, ottenendo in poco tempo straordinari risultati sportivi.
Faccia il passo successivo. Dimostri che il nome che porta, quello che rappresenta non solo per la Juventus, non è solo un fardello, un’eredità, ma un segno di stile ed intelligenza.
Il prolungamento del contratto tra la Juventus e Del Piero non so quale significato sportivo possa avere (e, in questa sede, sinceramente, non mi interessa). Quello di cui sono certo è che rappresenterebbe una speranza per tanti giovani cittadini di domani, quelli di cui parlavo nella lettera a Guido Rossi.
Essi devono sapere che una storia può anche essere bella e positiva. E che il futuro di ognuno di loro potrà ispirarsi anche a quella storia.
Spero che questa mia lettera sortisca effetto migliore da punto di vista dei risultati ottenuti, rispetto a quella inviata a suo tempo a Guido Rossi. Ma, more solito, ho il difetto di scrivere per la mia coscienza, piuttosto che per il mio interlocutore
Scusi, sinceramente, il disturbo.
Con i migliori saluti.
Prof. Avv. Giuseppe Benedetto