La Juve c'è: vogliamo seguirla?

borrielloCosa potremmo dire dello striscione che un gruppo della tifoseria presente a Lecce ha deciso di “dedicare” a Marco Borriello? Tante sono le conclusioni che se ne potrebbero trarre. Potremmo dire che un messaggio denigratorio non è il modo migliore di accogliere un nuovo giocatore che ancora deve vestire la nostra maglia (assente tra l’altro nella trasferta leccese a causa di un infortunio rimediato nelle ultime settimane di permanenza a Roma), potremmo dire che allo stadio sarebbe giusto sostenere tutti coloro che scendono in campo con i nostri colori o potremmo discutere di altre questioni sulle manifestazioni d’affetto che ognuno di noi nutre verso questo o quel giocatore, correndo il rischio di creare ulteriori contrasti. Potremmo anche disquisire sul diritto di critica all’operazione e dell'utilità o meno della stessa (giusto prendere un giocatore di 29 anni, con una buona carriera alle spalle, ma con il curriculum non proprio simile a quello di un fuoriclasse?), se lo striscione esposto non offendesse di fatto il giocatore e l’uomo. Potremmo parlare sulla causa che probabilmente ha portato alcuni tifosi a mostrare uno striscione di quel tipo: la sua manifestata preferenza ad accasarsi alla Roma nell’estate 2010, non solo per la possibilità di una cessione a titolo definitivo. Ovvio che all’epoca avesse un po' calcato la mano, d’altronde però, non ripetiamo un giorno sì e l’altro pure che bandiere come Del Piero, Maldini o Totti non esistono più?? Potremmo fare riferimento ai ricorsi storici, ovvero a quei giocatori che hanno in un primo momento rifiutato la Juve e scritto poi pagine importantissime della storia bianconera. Basti pensare a Virdis o a Gianluca Vialli che ha addirittura alzato al cielo di Roma la Champions League (per non parlare di Capello, artefice di quei due scudetti che tanto rivendichiamo).
O forse potremmo prendere spunto da questo episodio per impostare un discorso più generale: sembrerebbero (lo ammetto, sono scaramantico e preferisco usare il condizionale) finiti gli anni in cui la squadra, sul campo, era caratterizzata da un'inadeguatezza tecnico-tattica imbarazzante, mostrava le reazioni di un pugile al tappeto alla prima difficoltà, andando incontro a figure barbine in tutto lo stivale: a questo punto, perché creare situazioni di disagio ad una squadra che sta cercando di tornare grande? L’apporto alla squadra non è sicuramente mancato allo stadio domenica ma, trattandosi di un giocatore su cui la Juventus spera di fare affidamento, può apparire tafazzista caricare di questa tensione negativa l'ambiente. Creare problemi, e proprio nel momento in cui c'è bisogno di massima tranquillità, è davvero inutile; anche Conte in questi mesi ha più volte ripetuto il concetto che basta poco per far saltare tutto quanto creato con uno spogliatoio affiatato ed equilibri gestiti in maniera ferma, ma efficace. Vogliamo essere proprio noi tifosi a dare a tv e giornali appigli per seminare un po' di polemiche, visto che da soli non hanno già abbastanza inventiva?? Ricordate la questione della fornitura d’acciaio per lo Juventus Stadium, i titoli a quattro colonne sui siti dei quotidiani su Buffon nella questione del calcio scommesse, o le modalità con cui vengono affrontati domenica dopo domenica i casi di moviola che riguardano Juve e Milan (basta fare un paragone tra l’unico penalty assegnato alla Juve nella sfida contro il Cesena e i tanti “rigorini” dati ai Meneghini, per non parlare del silenzio con cui Del Piero e Quagliarella, nel corso della stagione sono andati in ospedale per interventi criminali degli avversari, nemmeno puniti dagli arbitri).
Rischiare di darsi la zappa sui piedi da soli può dunque vanificare i tanti sforzi fatti da Conte e dai suoi ragazzi in questi mesi, specialmente se il tentativo va in scena per la seconda volta in questa stagione. In occasione della partita casalinga contro il Palermo, l’obiettivo di due striscioni dal contenuto assolutamente fuori luogo e tempistica fu il Presidente Agnelli, accusato di aver preso eccessivamente le distanze da Moggi e Giraudo, in seguito al comunicato apparso sul sito della società dopo la condanna al processo di Napoli, e di aver fatto un passo indietro nella battaglia legale contro la Figc, in seguito alla volontà di partecipare al tavolo politico su Calciopoli (ribattezzato erroneamente tavolo della pace). Un Presidente che difende il 2006, il passato e la storia della Juve dovrebbe rappresentare una risposta importante non solo a coloro che l’hanno infangata, ma anche a coloro che hanno provato a ribaltarla con richiami all’espiazione e alla simpatia (il riferimento all’ex Presidente Cobolli è del tutto voluto). Non meriterebbero forse un supporto totale coloro che rappresentano il presente e il futuro di questa società, che viene da anni in cui ha fatto da comprimaria, di modo che siano aiutati a far tornare questo club ai vertici del calcio, con l’ulteriore obiettivo dichiarato e non secondario di fare chiarezza su quella torbida vicenda che risponde al nome di Calciopoli? Fermo restando la libertà di ogni singolo tifoso di fare ciò che crede, anche andando contro l’interesse comune, penso sia oltretutto giusto anche il fatto di non essere minimamente d’accordo con chi lo fa.