Il più grande spettacolo dopo Zidane siamo noi /12

tifosiIl romanzo emerito delle nostre vite

Ogni riferimento a fatti realmente accaduti e/o a persone realmente esistenti è da ritenersi puramente casuale.

L'avere Pazienza,
di Pirlo far senza:
spaghetti aglio e olio,
linguine allo scoglio!


Le rime sono del Megadiddìo, iperbole clamorosa per uno dei più riveriti frequentatori del bar poi non così distante da Torino. Di antica nobiltà prussiana, il Mega nasconde dietro un viso imperscrutabile à la Pirlo, un'insospettabile e finissima vena umoristica, che spesso coniuga in graffianti rime baciate. Al bar poi non così distante da Torino è idolatrato, dai più come un brillante poeta, e dai più giovani come un rapper cazzutissimo. Old School, motherfuckers.
Il Mega, oramai, centellina le sue presenze, per le stesse ragioni che spingono Del Piero, per dire, a non andare in vacanza a Riccione. Mica che è brutto, è che poi hai tutti addosso. Appena uno fa un dribbling, tac che gli chiedono una rima. Poi ci son quelli che ridono prima che i versi finiscano. Insopportabili. E quelli che li ripetono a sfinimento. Insopportabili. E quelli che gli chiedono di rifare proprio quello là. Non si sopportano.
"Comunque a me l'aglio e olio piace." butta lì pensoso il Rozzangelo. "Infatti, mica ho detto fusilli al catarro. Vedrai che Pazienza farà bene." puntualizza il Mega. "E poi catarro non fa rima con scoglio." suggerisce complice l'Angelo. "Infatti. Catarro fa rima con tamarro." Il Rozzangelo sceglie di ignorare quella che può sembrare un'allusione nei suoi confronti.
Pazienza, comunque, è stata la chiave della partita. L'avere pazienza, intendo, se possedete un certo gusto per le battute di merda. La pazienza, in certi casi, è tutto. La pazienza è la virtù dei forti (o era la calma?). E infatti, guardali qua. El Borchoké che dà fuoco con l'accendino alla scatola dei fiammiferi che non si volevano accendere, Gino L'Incazzoso che protesta la sua birra minacciando una class-action contro il Dante, l'amico di Massimo che, in posa da discobolo, lancia il Motorola, in reazione all'ennesima interruzione al suo discorso del Presidente. Se la pazienza non ce l'hai, non puoi dartela. "E quando cazzo inizia 'sta partita?"

Non produce l'uno a zero
tutto questo tiki-taka.
Vucinic, non mi par vero,
sta sdraiato sull'amaca.


E' chiaro sin dall'inizio che siamo i padroni, si gioca a una metà campo sola, la loro. Una partita di squash in pratica, con Barzagli e Vidal, più degli altri, a fare il muro. Una, due, tre occasioni da goal, ma niente. Al quinto minuto c'è già chi perde le staffe. Pazienti sì, ma di reparto psichiatrico. Al ventesimo sembra ne siano passati ottanta, tanto gioco abbiam fatto. Ma niente ancora. Siamo sempre lì, adesso però facciamo cose più difficili. Cose che fanno incazzare. Matri cicca il ciccabile, Vucinic sciorina un intero repertorio di complicate inutilità, Bonucci mette in mostra i suoi tristemente famosi lanci. Pazienza, invece, fa le cose sempici, come natura crea. Un tocchetto a destra, uno a sinistra, un lancillo affatto pretenzioso, un recupero tempista. Insomma, come dare tua figlia in sposa a uno che, se proprio devi trovargli un pregio, almeno non la picchia. Finiamo il primo tempo, facendo mucchio al centro, come le uova strapazzate e il governo Monti. Comincia a venir meno la pazienza.
Il Presidente - poi dici che gli mancano di rispetto - è come sempre profetico: "Senza Pirlo facciamo schifo. Speriamo di portare a casa il pari."
"Abbiamo aspettato cinque anni, possiamo aspettare almeno un'altra mezz'ora, no?" consiglia il Killer che sa che la vinceremo. "E poi basta con queste banalità da RAI Sport. Golsbagliato-golsubìto, è una partita stregata, stadio gremito in tutti gli ordini di posti. Mettetevi tranquilli che la vinciamo, razza di eiaculatori precoci."
El Borchoké, anche lui bello tranquillo, dissente col poetare del rimatore:"Comunque, Mega, io il Vucio l'ho visto vivace!"
"Sì, vivace come un 'riposi in pace'"
"Ma no, sul serio. Seppur lontano dalla porta..."
"Lontano dalla porta, lontano dal cuore."


Su non cedere al ricatto,
tanto vincevam lo stesso!
Che ti frega del contatto?
La moviola? Vado al cesso!


Il secondo tempo comincia comeprima-piùdiprima: siamo talmente in attacco che bastano 4 soli minuti per capire che Matri non segnerà mai. Conte lo leva, e poi leva anche Vucinic, per uno stiramento. Dentro Quaglia e Adipì. Michelin, del gruppo dei Profeti, rilancia: "Finisce che al primo calcio piazzato o contropiede ce lo mettono nel culo." Gente allegra, Dio la aiuta. E infatti il delicato Rossi apre la faccia a Del Piero con i tacchetti. Fuori anche Alex, dentro il Giac. E, cazzo, abbiamo finito i cambi, vuoi vedere che.
Poi, dopo mezz'ora di postillonage estremo da parte dei nostri prodi, parte un'azione geometrica a diamante che porta al tiro Marchisio. E Marchisio segna. Goal del "Principino" e, finalmente, c'è chi vomita di sollievo.
A questo punto, però, al sentirlo appellato un'altra volta "Principino" scatta il sondaggione per trovare un soprannome che sia consono. Principino è uno con la riga di lato, la giacca con lo stemma, i pantaloni chiari e la faccia da pirla. Uno che ci ha la tata e il maggiordomo. Marchisio è un'altra cosa: bello è bello, ma è anche feroce, santa pazienza. Ci vuole qualcosa che incuta sacro terrore.
Gli storici dibattono tra Claudio Il Gotico e Tiberio Claudio Druso, ma insomma chi cazzo sono. Gli esaltati del film muscolare anni '80, sempre in prima fila in questi casi, ci provano con Double Impact, Predator, Cobra e pure Danko. Alla fine vince la mozione Idi Amin: "Signore di Tutte le Bestie della Terra e dei Pesci del Mare e Conquistatore dell'Impero calcistico, in Europa in Generale e in Italia in Particolare." E' lungo da pronunciare, è vero, ma useremo l'acronimo: Stbtpmciegip. Che, prova a dirlo anche tu, sembra l'attacco di batteria di un pezzo rock di quelli che spaccano.
Alfine, sembra che le stelle si siano allineate. Gente allegra, l'arbitro la aiuta. Ci scappa un rigorino che forse non c'era, con annessa espulsione del portiere, e loro che hanno finito i cambi. "Beh però in un'interpretazione letterale del regolamento, ci poteva anche stare..."; "Arbitro e guardalinee sono entrambi d'accordo"; "Intervento scomposto o comunque sproporzionato". Niente da fare: gli juventini sono disperati. Un rigore che non c'è, prima di andare a Roma. Pena dantesca. E' come per un immigrato sentire che un connazionale è stato arrestato per stupro. Ora per tutti sarà anche colpa mia, ora mi verranno a cercare. Qualcuno gufa il rigore.
Fischia l'arbitro: prima che il suono raggiunga l'orecchio, l'improvvisato portiere del Cesena si è già buttato à la Louganis sulla sua destra. Vidal si fuma una sigaretta, la spegne nel portacenere, e poi insacca. Quindi esultanza tequila bum bum, che solletica i bassi istinti del Borchoké: "Dai Dante offri un giro di chupitos por todos los chicos!"
"Cosa faccio, segno come al solito?" , il Dante gli presenta un sorriso disarmante.
"Segna, segna. Tu sì che sei un bomber, altro che Matri!" cazzeggia El Borchoké che, nella sua vita, ha sempre pagato a caro prezzo questi momenti di euforia, ma ancora non impara. "E comunque ha ragione il Mega! Non state lì a stronzificarvi con la moviola, fregatevene! E' come se, per dire, cucini le lasagne, ti vengono buonissime, ma hai usato la besciamella già pronta. Voglio dire: mangia, che ti frega. Capito la metafora?"
Il Mega gioca con gli accenti: "Basta con le metàfore, e comincia col metàdone, fidati."

Tre espulsioni sono inique
per il Team di Luis Enrique!
Cerca azioni più proficue:
lunedì andate a fique!


Il pomeriggio diventa lugubre, quando si scopre che la Roma, che affronteremo lunedì, ha preso tre pappine dai viola e tre rossi dall'arbitro. Meglio scappare in Sudan, secondo qualcuno. I romanisti tragedieranno come tanti Sofocles. Le radio romane!!! Che poi chi cazzo le prende qui al Nord? Tutti preconizzano una settimana orribile, con liste di proscrizione, roghi e caccia alle streghe. Non ne usciremo vivi. E a Roma, vedrai, sono sicuro, perderemo. Creeranno l'ambiente. Perderemo? Abbiamo già perso.
Insomma: questi non se la godono. Altro che carpe diem. Perché chi ti ha detto che vengono qua per divertirsi? Questo è un lavoro di quelli che qualcuno deve pur fare.
Ma ascoltate le parole del MegaPoeta, juventini, non state a dannarvi: non serve a niente mettere il carro davanti a buoi, che tanto tira di più un pelo di fiqua.

14^ Giornata. Domenica 4 dicembre 2011, ore 15.00
JUVENTUS - CESENA 2-0
JUVENTUS: Buffon; Chiellini, Bonucci, Barzagli, Lichtsteiner; Marchisio, Pazienza, Vidal; Vucinic (55' Del Piero, 63' Giaccherini), Matri (49' Quagliarella), Pepe. (A disposizione: Storari, De Ceglie, Giaccherini, Krasic, Estigarribia.). All. Conte.
CESENA: Antonioli; Rossi, Von Bergen, Rodriguez, Lauro; Ghezzal, Guana, Parolo, Martinho (77' Candreva); Bogdani (46' Malonga, 77' Eder), Mutu. (A disposizione: Calderoni, Ricci, Djokovic, Benalouane.). All. Arrigoni.
Arbitro: Doveri.
Reti: 72' Marchisio, 82' Vidal (rig.).
Ammoniti: Ghezzal, Rossi.
Espulsioni: 81' Antonioli.