Anche la buonafede ha un limite

Oltre quale limite non c'è più spazio per la buonafede? I tifosi juventini, dopo la partita di Reggio Calabria, possono pensare alla malafede?
Dondarini che non può non aver visto soprattutto i falli su Sissoko e Nedved, per l'ottimo posizionamento sul campo in quelle occasioni, dichiara di avere solo due occhi. Ecco, ci spieghi pubblicamente perchè non li ha usati.
Che due occhi abbiano visto e deciso solo in un senso vuol dire che, quando dovevano guardare ad una delle due parti, erano coperti da paraocchi. Troppi e troppo clamorosi episodi tutti insieme perchè il popolo juventino non venga sfiorato dal pensare alla malafede. Se non fosse così saremmo di fronte a qualcosa di diabolico, da esorcista o da psichiatra (di quelli bravi però).
Dunque, ancora una volta si cerca un perchè. Perchè il paraocchi? Perchè la telefonata in diretta dell'avvocato di Dondarini a Controcampo? E' una risposta implicita, un calcio che si muove a suon di legali. Se un arbitro fa chiamare dall'avvocato è da considerare un arbitro sereno?
C'è stato il richiamo a calciopoli. Come non farlo anche se la posizione di Dondarini è stata stralciata? Non bisogna necessariamente essere colpevoli ma, oggi, si può anche solo inconsciamente voler dimostrare che tutto era davvero infondato, tanto infondato che la dimostrazione è come affondo la Juve senza problemi. Allora, ancora un perchè: perchè fino ad oggi Dondarini non era stato designato a dirigere la Juve? Qualcuno che non commenta la lettera della Juve ma che a quanto pare non è in grado di commentare nulla, neppure perchè sia lì a parlare, questo lo dovrebbe spiegare, vero Gussoni?
Chissà perchè Gussoni, invece, commenta per bacchettare gli arbitri che sbagliano (rileggere l'articolo) a favore della Juve o per giustificarli quando omaggiano di favori sempre la stessa squadra.
Nel frattempo la Roma vince con un gol simile a quello di Iaquinta contro la Fiorentina. Allora Gussoni riprese l'arbitro affermando "La posizione di Trezeguet era da sanzionare". Ieri Totti era in una posizione di fuorigioco influente altrettanto netta e visibile.
Perchè Gussoni non dimostra, per primo, di essere super-partes e non commenta come fece dopo la partita di Firenze? Per primo dimostra disparità di comporatamento: un errore a favore della Juve, l'unico in 25 partite, fece scattare il suo commento mentre i torti che subisce la Juve lo vedono muto, senza commenti da fare. Quale messaggio viene recepito dagli arbitri che registrano questo comportamento del loro capo?
La lettera della Juve ormai è già acqua passata, irretita in una serie di "non serve a nulla" e "arriva prima del derby", ma ha una sua logica. Mi hanno deluso Secco e Buffon perchè a chi ha fatto questi commenti dovevano semplicemente rispondere "Sabato si è consumato un obrobrioso spettacolino da campetto di periferia. Quando la Juve avrebbe dovuto commentare questa farsa se non il giorno dopo?".
Non ce la fanno a sostenere questa linea perchè la logica della lettera sta nei destinatari, non la FIGC ne l'AIA in realtà, ma molto più meschinamente sono gli stessi mittenti i destinatari e in secondo luogo i tifosi che dovevano essere, per forza, dissetati dopo quest'amara pillola.
Ai mittenti: troppo tardi, visto che senza garanzia alcuna da parte della FIGC lo stare in posizione defilata rispetto al palazzo e mantenere la linea della simpatia non ha pagato. Peccato che le "vedove di Moggi" da sempre sostengono che il male non era Moggi ma il sistema in cui Moggi si è mosso maledettamente bene e oggi ce n'è la prova.
Il calcio non è uno sport che si gioca nei 90' di una partita, lo sanno tutti i tifosi, anche quelli che oggi godono di quanto accade alla Juve. Godono non perchè ora è tutto migliore ma semplicemente perchè ora sono loro al posto della Juve di Moggi, con le stesse prerogative. Ottime squadre e qualche strana aria di tutela che spira dal palazzo, dal giorno dell'assegnazione di uno scudetto a tavolino.
E non c'è stata levata di scudi sulle indecenti parole di un antisportivo Moratti che parla ancora del 2002, l'anno in cui indipendentemente da Moggi e dagli arbitri, potevano vincere e non lo fecero. Nessuno a ricordare documenti falsi, noto stratagemma che proprio i truffatori usano per compiere spesso le loro malefatte.
La levata di scudi semmai la vediamo se la Juve rialza la testa. Un coro unanime di deplorazione, velato dietro ad una inevitabile e imbarazzata ammissione che ciò che è successo a Reggio Calabria sia stato troppo.
Quanti tifosi abbiamo udito dire, nei bar dello sport, che stavolta sarebbe stato il caso di usare la chiave dello stanzino dell'arbitro per davvero e non come millantò qualcuno anni fa, facendo nascere una delle barzellette giudiziarie da cui ancora oggi non si sa come uscire. Una goliardata, allora, che oggi qualunque tifoso juventino avrebbe, con il sorriso amaro, voluto vedere davvero.
Dalla squadra c'è da aspettarsi un ultimo atto plateale. Facile passare dalla parte del torto martedì in un derby che casca a fagiolo per i detrattori più fondamentalisti. Allora, se mai dovesse capitare un favore proprio in quella partita, ci dovrebbe essere il più grande gesto di protesta mai immaginabile: la restituzione del pallone agli avversari, una pubblica denuncia che l'arbitro, ancora una volta, ha sbagliato. Non le solite parole dopo la partita ma un gesto eloquente da fare in diretta televisiva, nel corso della partita, dimostrando che a questo punto neanche un derby ha più lo stesso senso in queste condizioni.
Sempre ai mittenti della lettera: troppo tardi chiedere qualcosa che doveva essere, dopo Moggi, la pratica quotidiana se fossero state tutte verità le tante accuse a senso unico del 2006. Segno che non hanno capito nulla allora, che non stanno capendo neanche oggi che quella truffa tutta mediatica andava combattuta con tutte le armi a disposizione. Misson e la corte di giustizia europea non doveva essere una scelata di un'associazione volontaria di tifosi e piccoli azionisti (GiulemanidallaJuve), ma la logica difesa ufficiale. Andava allontanato il sig. Cordero dalle decisioni che riguardavano la Juve.
Ciò che capita alla Juve è per prima cosa colpa di questa dirigenza che, prima che si allontanino arbitri e dirigenti arbitrali, dovrebbe prendere atto che tocca proprio a lei dare loro l'esempio con un atto collegiale, per il fallito tentativo di conciliare con gente che non vuole conciliare proprio nulla.