Lettera morta

buffon"Cosa c'è di più difficile al mondo che spiegare a una persona quanto la ami? Spiegare a un cretino quanto è cretino". Sarò sincero: non ricordo chi disse questa frase, né perché mi sia venuto in mente di citarla; ma ricordo che mi colpì molto, pertanto spero che mi perdonerete questa brevissima divagazione. Divagazione che non ha nulla a che vedere - precisiamo subito a scanso di equivoci - con il tema di questa mia.

Cominciamo col dire che l'ennesima uscita a vuoto plurima di Buffon sul tema di Calciopoli, dopo quelle in stile "ex-fenomeno" nell'area piccola sabato scorso a Cagliari, è di quelle che riempiono di gioia il cuore dei tifosi (dell'Inter). Non che il libero pensiero debba lasciare il posto all'aziendalismo, per carità, ma insomma. Se nemmeno dopo sei mesi di mutua, a cinque milioni abbondanti di ingaggio, il Gordon Gekko del copri-piumone sente il bisogno di cambiare la nenia che Cobolli gli cantava per farlo addormentare, direi che è inutile sperare nel miracolo. Evidentemente non era un problema di tempo libero.

"Calciopoli? Quando succedono certe cose è normale che se ne parli nei mesi successivi, o nei due tre anni che seguono, ma oggi credo sia giunto il momento di guardare avanti". Domenica sera c'è l'Inter a Torino, non scaldiamo gli animi. Però è il concetto di guardare avanti che non mi ha mai convinto fino in fondo. Cioè, fin dalla preistoria il guardare avanti è insito nella natura dell'uomo, non ci piove: per cacciare, per difendersi, per esplorare il mondo. Ma, per quanto possa sembrare incredibile, anche un ominide di due milioni di anni fa, se preso a schiaffi sul coppino durante uno spogliarello di gibboni, si sarebbe voltato indietro eccome. E senza tanta voglia di ridere.

"Errori arbitrali? È innegabile che quest'anno alcuni episodi ci abbiano penalizzato, ma sono un uomo di sport, e sono sempre convinto che si tratti solo di errori". La pensiamo così anche io, l'ominide e i gibboni. L'abbiamo sempre pensato, anche quando eravamo gli unici a farlo e di non scaldare gli animi non importava a nessuno. Fino alla serie B, che di animi ne ha scaldati pochissimi ma sapessi quanti cuori ha incendiato, specie tra coloro che, da allora, non chiedono di meglio che guardare avanti.

"Quanto all'Inter, in noi c'è la voglia di poter vincere contro quella che è considerata la squadra più forte del mondo". Il gibbone - e mai avrei pensato che ne fosse capace - ha appena bestemmiato. Io mi astengo per creanza, ma gli sono vicino: un po' come John Elkann lo fu, quella volta, con la squadra e l'allenatore. Ma forse Buffon non sa nemmeno di cosa stiamo parlando.

Speriamo almeno in una buona plusvalenza.