Andrea Agnelli e il veliero fantasma

andrea agnelli“Tieni gli occhi piantati sull'orizzonte…” 
(Will Turner - "Pirati Dei Caraibi - Ai Confini Del Mondo")


L’ultima volta che tutti insieme abbiamo guardato il mare, lo abbiamo visto diventare scuro. Causa dello scurirsi delle acque è una serie di elementi, e non solo qualche risultato negativo...
Vi avevo anche accennato dello strano veliero che si vede laggiù, quasi all’orizzonte; poco nitido alla vista, quasi come un’immagine sbiadita, una specie di ombra... Io so di cosa si tratta, lo so da sempre, quel veliero è la Juventus. O meglio, una specifica Juventus. Una Juventus alternativa. Una Juventus che non è mai esistita. Una Juventus con un’altra proprietà, magari molto più ricca, o comunque molto più disposta a spendere (sceicchi, multinazionali americane, ecc).
Si tratta di quello che la Juventus avrebbe potuto essere se la proprietà fosse cambiata, o che potrebbe essere se la proprietà cambiasse (faccio riferimento al pacchetto azionario di maggioranza detenuto da Exor). Per Andrea questo “fantasma” è un nemico, ovviamente, ma ormai moltissimi tifosi cominciano ad essere davvero stufi del tunnel senza fine che la Juve percorre al buio da quasi cinque anni, e su quel "veliero alternativo" ci salirebbero volentieri. Anche alcuni tifosi vip stanno cominciando a fare discorsi rivolti proprio in quella direzione. Io sono stato tra i primi a guardare l’orizzonte e a vederlo, quel veliero, e mi sono preso anche tante volte del “visionario” per via di questa mia “vista da falco”. Ora proverò a vuotare bene il sacco e a spiegarvi tutto al meglio.
Comincio da un piccolissimo aneddoto introduttivo.
Alcuni mesi fa sono andato in gita. In auto, durante il viaggio di andata, un mio amico Juventino, persona sempre molto acuta, intelligente e con ottima capacità di sintesi, riferendosi ai celebri rappresentanti del pacchetto azionario di maggioranza della Juventus, mi ha detto: “Danno l’idea di sentirsi quasi costretti a tenerla, come se non potessero venderla per motivi di tradizione… Non gli interessa più, non possono più permettersela e non vogliono più permettersela, ma non hanno il coraggio di ammetterlo, né di fronte a se stessi, né di fronte ai tifosi…”. Un tiro e due centri. Colpiti i due cuori: il cuore del problema e il mio cuore. Al contrario di Crazeology, sempre prolisso e noioso, lui in due parole ha detto quello che io sarei riuscito a dire solo con un discorso di un’ora. Discorso che comunque riporto qui, visto che ci siamo, così tutto è più chiaro.
La prima considerazione da fare è che il calcio, da sempre, è un'attività costosa. Dagli anni ottanta in poi, è diventato molto più complicato e ancora più costoso di quanto già non fosse, a causa dell'evoluzione stessa del giocattolo (concorrenza, procuratori, diritti televisivi, ecc). Dunque è un’attività sempre tendenzialmente e potenzialmente in perdita. Comprare costosi campionissimi non garantisce le vittorie, d’accordo, ma i grandi trofei si vincono solo con i costosi campionissimi, questa è grossomodo la regola. “Fetecchia non vince”, direbbe il fratello gemello di Crazeology. Dunque, il nucleo del discorso si basa sulle reali possibilità di vittoria, perché noi siamo la Juve e non il Chievo, se non ricordo male.
Anche se l'idea attuale di Andrea pare essere quella di rendere il club del tutto autonomo economicamente, questo ambizioso progetto sembra essere appoggiato su un periodo temporale molto lungo, per vederne un’attuazione efficace. E dunque le vittorie, e i relativi campioni necessari ad ottenerle, sembrano essere una parte successiva del progetto, che deve necessariamente attendere la fine del processo di ricostruzione e riorganizzazione del club. Ed è anche ragionevole, se pensiamo in termini esclusivamente economico-aziendali: se si hanno i campioni costa tutto di più, a cominciare dagli ingaggi; e non essendoci più proprietari magnati/mecenati, bisogna prima costruire un'azienda che fatturi tantissimo.
Adesso i punti caldi su cui riflettere sono: quanto bisognerebbe aspettare, e quali garanzie ci sono che tutto vada in porto?
Il progetto Stadio, e quello aggiuntivo della Continassa, vanno proprio nella direzione indicata. Nel nuovo stadio la Juventus potrà gestire autonomamente la pubblicità, ci saranno degli introiti derivanti da tutti i servizi che nasceranno in loco nell’estate 2011, il centro commerciale garantirà qualche introito, forse l’Arena Rock un giorno potrebbe fornire introiti, appena costruita la nuova sede non si pagherà più l’affitto dell’edificio di Corso Galileo Ferraris 32, e via così. Anche il brand in generale avrà dei benefici in questa prospettiva, è giusto dirlo, ergo, anche il merchandising firmato “Juventus” potrebbe vedere un aumento di fatturato. Però va detto che si tratta di introiti molto relativi nel complesso. Al di là dei proclami societari, non bisogna aspettarsi che, soprattutto inizialmente, tutte queste attività, insieme, possano fornire decine e decine di milioni di euro all’anno. Certo, qualche milioncino entrerà, ma da quell’aumento di fatturato, esclusi i costi sostenuti, viene fuori un giovane discreto terzino sinistro, mica Messi, tanto per capirci.
E l'azienda cresce sia nell'organizzazione, sia nei costi, sia nelle dimensioni. Un lavorone di anni, evidentemente, ma anche un'impresa difficile sia nei modi che nei tempi. In termini esclusivamente economici, forse si ottiene molto di più comprando una giovane promessa che esplode, rivendendola al miglior offerente non appena è sufficientemente affermata.
Per non parlare della vittoria di una Champion’s League, che da sola vale una cinquantina di milioni, cui si aggiungono benefici indiretti notevoli, come il possibile aumento dei diritti televisivi futuri dovuti al maggior seguito del club, l’aumento del valore del marchio, il merchandising, ecc.
Insomma, certamente un progetto sostenibile è basato su un difficilissimo gioco di equilibrio tra le entrate e le uscite, che può portare a grandissimi risultati quando ci si riesce, ma che spesso porta ad una difficoltà gestionale e ancora più spesso al bilancio potenzialmente in rosso.
Lo ripeto, Moggi e Giraudo sono stati un’eccezione probabilmente irripetibile e, comunque, per restare a galla si sono venduti Vieri, Henry, Inzaghi, Baggio, Zidane, ecc. Tanti club inglesi rinomati per i loro super impianti avveniristici e per la loro propensione ai tanti servizi proposti nei loro stadi, anche molto indirizzati al terziario in generale, sono indebitati fino al collo e spesso alcuni di questi hanno proprietari magnati/mecenati. D'accordo, alcuni invece vivono bene, ma è necessaria molta attenzione, perché non è affatto uno scherzo quello su cui stiamo ragionando.
Si vocifera spesso del Fair Play finanziario, concetto cui Platini pare essere affezionato, ma non sarà semplice obbligare i grandi club a darsi una regolata in questo senso. Trattasi di un sogno, o di un dolcissimo populismo moralista?
Certo, l'applicazione severa del Fair Play finanziario dovrebbe portare ad una selezione naturale, riducendo le distorsioni di un mercato che da alcuni anni è diventato insostenibile; però difficilmente questo potrà migliorare pesantemente le sorti della Juventus, soprattutto a livello internazionale dove i concorrenti sono tantissimi, e forniti di fondi spesso quasi illimitati.
Nel progetto di Andrea dovrebbe esserci anche il distacco della Juve da Exor, ma non è chiaro se ciò davvero avverrà, non è chiaro come ciò avverrà, e non è chiaro quando ciò avverrà. Il distacco da Exor tecnicamente dovrebbe portare un nuovo proprietario e ad un nuovo assetto societario, ma bisogna vedere se chi arriva ha spalle sufficientemente forti, e avrà voglia di ricostruire una società rischiando anche di buttare via qualche soldo, nonostante la gestione, magari molto attenta e scrupolosa, che forse si potrebbe avere in futuro.
Però quello che è certo, ad oggi, è che nella situazione odierna la Juventus non avrà mai più un proprietario che telefona in sede per dire: "Compratemi Tizio, mandate qualcuno a prendere l'assegno, che pago io". E questo, per qualunque gobbo sufficientemente informato sul passato del club, qualcosa già vuol dire. E se il trend normativo è quello di riassettare il calcio europeo e i suoi sprechi, il nuovo proprietario dovrebbe essere molto competente e molto agguerrito. Sempre ammesso che il buon Michel sia davvero in grado di muoversi nella direzione di cui si parla.
A queste riflessioni, sempre per comprendere il motivo dell’esistenza del veliero fantasma di cui sopra, va aggiunta quella più importante, ossia la brutta vicenda del 2006, dove il comportamento di alcuni illustri rappresentanti di Exor da molti tifosi è stato considerato alla stregua dell’alto tradimento previsto dall’ordinamento giuridico costituzionale e da quello militare. Da quanto spesso si è letto, solo su alcuni giornali però, la vicenda del 2006 ha delle radici profonde proprio nella proprietà che, tra le altre cose, non vede nei rappresentanti delle diverse famiglie una perfetta unione di intenti sulla Juventus almeno da una decina d’anni. Infatti, alcuni tifosi leggono tra le righe dei giornali, e dalle notizie riportate in diverse sedi, una sorta di guerra sotterranea che ha portato a Calciopoli, e che potrebbe portare anche ulteriori problemi in futuro, soprattutto se sarà sempre solo una delle parti a tenere in mano le redini del club. Deduzioni queste, fatte forse anche per via della vicinanza alla proprietà stessa di molte testate giornalistiche rinomate, che fin da prima del 2006 hanno tenuto un comportamento poco edificante nei confronti della Juve.
Questi tifosi, dunque, al di là delle tranquillizzanti dichiarazioni di Andrea Agnelli e John Elkann, hanno paura che questa attuale situazione sia sempre potenzialmente esplosiva e che, sotto la cenere, ci sia sempre un fuoco pronto a scottare nuovamente la Vecchia Signora.
Tralascio il discorso fatto nelle altre puntate sulla salubrità del campionato italiano, e sulla necessità di cominciare a guardare oltre i confini. Lo tralascio non perché potrebbe essere un ragionamento privo di valore, ma perché è un nodo talmente importante che lo ritengo ormai assodato e consolidato al punto di essere spesso frutto di riflessioni, anche molto perspicaci, per quasi tutti i lettori. Non mi sembra che ci sia davvero qualcuno che lavori pesantemente in questa prospettiva così generale in quel di Torino. Non per niente si parla sempre e solo di scudetti, forse, se va tutto molto bene, da restituire. E' vero che "Calciopoli è una parte della nostra identità che dovrà essere chiarita al più presto", ma deve essere chiarita in senso totale, è bene che Andrea se ne faccia una ragione.
Per tutte queste ragioni io ho sempre pensato che la vendita del pacchetto azionario di maggioranza sia l’unica e ragionevole strada percorribile. Strada comunque non priva di difficoltà, sia chiaro. Ora, come descritto ampiamente poco sopra, siamo diventati in tanti, forse troppi, a pensarla così.
Io non so cosa accadrà in futuro, ma credo che in qualche modo tutti i protagonisti della nostra vicenda possano forse avere delle ragioni, quantomeno in linea teorica. Forse è arrivato il momento che ogni protagonista, soprattutto quelli che vivono ai piani alti della Torino bene, si decidesse a vuotare interamente il sacco perché, se la situazione è ancora in qualche modo recuperabile, sarà bene fare tutto il possibile.
Inoltre, non mi stancherò mai di ripeterlo, sarebbe utile che ogni singolo tifoso, in perfetta solitudine, si guardi allo specchio e faccia i conti con se stesso e con tutta questa strana storia, e la smettesse di essere preda, di settimana in settimana, dei singoli risultati del campo.
Eccovi presentato, ordunque, l’ennesimo ostacolo, l’ennesimo pericolo, l’ennesimo nemico che Andrea Agnelli dovrà superare; e, paradossalmente, destino vuole che questo nemico, proprio come la zebra cavalcata attualmente da Andrea stesso, per quanto sia solo uno spettro, si chiami anch'esso Juventus.
Strano il destino, non vi pare?


“Perché dovrei imbarcarmi con voi, di cui quattro hanno tentato di uccidermi e una c'è riuscita?!”
(Jack Sparrow - "Pirati Dei Caraibi - Ai Confini Del Mondo")




Le puntate precedenti:
- Il viaggio di Andrea Agnelli
- Andrea Agnelli ai confini del mondo
- Andrea Agnelli e i 29 colpi di cannone
- Andrea Agnelli e la bottiglia di rum
- Andrea Agnelli e la polvere nera
- Andrea Agnelli e gli oscuri abissi