Il Diritto di dubitare

StruzzoLa linea editoriale imposta dal nuovo direttore De Paola a Tuttosport in soli due giorni ha toccato vette di critica mai viste: ieri per la prima pagina del giornale, unico a far finta che domenica sera a San Siro nulla di sbagliato fosse successo. Oggi le critiche sono state riservate in modo unanime al suo editoriale che sapeva tanto di giustificazione della scelta operata ieri. Bene, con l'editoriale odierno De Paola non ha convinto la massa critica che, anzi, non poteva non notare che oggi si chiede al lettore juventino di porgere l'altra guancia dopo quella schiaffeggiata pesantemente proprio dal giornale rosa da cui De Paola proviene. Sui forum la domanda più benevola è stata: "perchè queste cose De Paola non le ha mai scritte ed imposte durante gli anni trascorsi alla Gazzetta?". Noi siamo stati sommersi da lettere e segnalazioni: non potendo dare spazio a tutte ne abbiamo scelta una in rappresentanza del pensiero dei tifosi juventini, clienti, fino ad oggi, di Tuttosport. La pubblichiamo come facciamo con l'editoriale odierno di De Paola.

IL DIRITTO DI DUBITARE
del lettore Alessandro

Diciannove giornate, tante ne sono state giocate in questo ennesimo torneo aziendale TIM.
Diciannove giornate e, di queste, 12 sono passate sotto la lente delle moviole ad evidenziare favori alla supercorazzata Inter.
Dodici giornate in cui la squadra degli onesti meneghini ha potuto godere di omaggi arbitrali che, se non ne hanno determinato il primato, sicuramente hanno avuto l’effetto di aumentare considerevolmente il vantaggio sulle dirette concorrenti: la Roma e la meno accreditata Juventus. Per 12 volte gli onesti nerazzurri hanno usufruito di sviste favorevoli mentre la Roma e la Juventus hanno avuto sviste arbitrali ma in senso diametralmente opposto.
Inutile fare la lista degli incontri e degli episodi incriminati: se qualcuno vuole può tranquillamente andare a leggere/consultare le moviole delle varie testate sportive sia cartacee che televisive.
Dodici gare condizionate che hanno portato in dote ai campioni di taglio e cucito, circa 7 punti di vantaggio sulle avversarie. Vorrei ricordare che si sono vinti campionati con un solo punto di distacco.
Ovviamente questa situazione non poteva passare inosservata e, a partire dai tifosi fino ad arrivare a Presidenti e dirigenti (ad eccetto di quelli bianconeri, sic!), la protesta, prima silenziosa, alla fine è esplosa fragorosamente. Si ritorna a parlare della vecchia “sudditanza psicologica”, termine questo che ha visto la luce circa 41 anni fa per bocca dell’allora designatore, Giorgio Bertotto, dopo la partita Venezia-Inter terminata 3-2 in favore dei nerrazzurri. Quando si dice corsi e ricorsi storici.
Per loro, a distanza di oltre quarant’anni, si torna a parlare di sudditanza psicologica quando fino all’altro ieri i media faziosi parlavano di COMPLOTTO e CUPOLA.
Ora, a prescindere dal fatto che, seppur mai dimostrato (a tal proposito attendiamo impazienti il processo di Napoli alla famigerata Cupola per avere maggiori chiarimenti in merito), il sistema Moggi abbia realmente inficiato i campionati 2004/05 e 2005/06 avvantaggiando la Juventus in classifica senza alterare i risultati degli incontri (miracolo !!), al sottoscritto non risulta che tali episodi avessero un’incidenza tale a quella riservata quest’ anno ai ragazzi del petroliere.
Ma allora, e ben prima della pubblicazione delle intercettazioni e del processo farsa, MAI si è dato il beneficio del dubbio a chicchessia. Gli arbitri sbagliavano perchè, secondo la piazza, corrotti ed al soldo di Moggi e della Juve. Questo "sentimento popolare" era generato dagli stessi giornali e giornalisti che ora minimizzano.
Il nuovo direttore di Tuttosport, Paolo de Paola, nel suo editoriale di oggi ("Il diritto di sbagliare") ci tiene a stabilire questi 3 punti :
1) L’ arbitro può sbagliare
2) Nel calcio si può perdere (come in qualsiasi altro sport) anche all’ultimo minuto e anche a causa di un errore arbitrale
3) Bisogna rispettare l’avversario e soprattutto l’arbitro.

Ora vorrei chiedere al rispettabilissimo Direttore:
"Questi 3 punti sono mai stati presi in considerazione quando a beneficiare di errori arbitrali era la Juventus?"
Personalmente non ricordo di alcun intervento di questo tono a difesa dei colori bianconeri.
Pertanto, Egregio Direttore, fermo restando per la classe arbitrale, come per tutti gli uomini di buona volontà, il "Diritto di Sbagliare", da Juventino mi riservo IL DIRITTO DI DUBITARE.


Questo l'editoriale odierno di De Paola:

IL DIRITTO DI SBAGLIARE
Paolo De Paola - Tuttosport del 22/01/2008

Il Torino si è arrabbiato, come l’Atalanta, come il Parma, come l’Udinese, come il Napoli, come la Lazio, come la Roma (riferendosi alla partita dell’Inter). Ogni domenica la storia si ripete (con l’inserimento di altre società): errori arbitrali e poi polemiche. Ascoltiamo e leggiamo di tutto. Conferenze stampa post partita rabbiose, infuo­cate e spesso documentate con lunghe liste di pre­cedenti torti subiti. Non parliamo poi di alcuni politici (non amo generalizzare e ribadisco: alcu­ni) che appena vedono toccare la propria squa­dra si sentono in dovere di scendere in campo ad­dirittura con esposti in Procura. E poi, immanca­bile, spunta il sacro totem: la sudditanza psicolo­gica nei confronti della squadra più forte del mo­mento. E’ pur vero che fra chi urla e chi si indi­gna ci farebbe piacere anche ascoltare chi (Moratti, Mancini) magari ammetta di aver avu­to qualche vantaggio da certi errori.
Intanto tutti tuonano contro la congiura di Palaz­zo. Solitamente i dirigenti indirizzano i loro strali contro il presidente della Federcalcio: «Le can­terò ad Abete». Per ottenere che cosa? In genera­le più «attenzione e rispetto» per la propria squa­dra e per gli «investimenti fatti»: ma che cosa si­gnifica? Forse che per salvaguardare gli investi­menti delle società, gli arbitri, nelle partite a se­guire, dovranno offrire compensazioni che pre­vedano rigori a favore delle squadre precedentemente danneggiate?
Ma siamo matti? Di che cosa stiamo parlando? E soprattutto dove vogliamo andare? Da nessuna parte se non ristabiliamo immediatamente tre concetti fondamentali:
1) l’arbitro può sbagliare
2) nel calcio si può perdere (come in qualsiasi al­tro sport) anche all’ultimo minuto e anche a cau­sa di un errore arbitrale 3) bisogna rispettare l’avversario e soprattutto l’arbitro.
Proprio domenica scorsa, questo giornale ha pubblicato un’inchiesta di Alvaro Moretti che è entrato in profondità nelle inquietudini del mon­do arbitrale. Abbiamo cercato, soprattutto, di of­frire una radiografia del lavoro svolto finora dal nuovo designatore Collina. E in quella sede ab­biamo denunciato un disagio profondo della clas­se arbitrale. C’è forte scollamento fra il designa­tore e i suoi arbitri che alla fine si sentono presi fra due fuochi: un’opinione pubblica scatenata per ogni minimo errore e un Collina che intervie­ne poco per spiegare e dispensare fiducia. Il risul­tato è che gli arbitri scendono in campo con pochis­sima sicurezza e tanta inquietudine. E in queste condizioni è facile commettere qualche errore di troppo. Perché di qualche errore di troppo stiamo parlando. Andare oltre sarebbe da irresponsabili.
Domenica ci sono stati due casi emblematici che vanno sottolineati anche per chi, come me, au­spica l’impiego della moviola: il gol-non gol di Trezeguet e il mano-non mano di Couto. Bene, in entrambi i casi nemmeno tutte le immagini televisive a disposizione hanno chiarito i dubbi.
E allora? Con chi vogliamo prendercela? Certo, nella stessa partita Inter-Parma c’è stato un ri­gore negato al Parma, ma è sensato pensare a complotti o cospirazioni? E’ giusto creare que­sto clima attorno a ogni partita? Domani ci sarà uno scontro delicatissimo di Coppa Italia fra In­ter e Juve. Ci arriviamo male, anzi malissimo. E non per colpa degli arbitri che hanno tutto il di­ritto di sbagliare. Se poi, qualcuno la sa più lun­ga degli altri, allora ce la racconti. Ma con de­nunce (vere) allegate.