Andiamo al mercato o chiudiamo il tri-ciclo?

cartoneSorprendente, davvero sorprendente il mercato in entrata dell'Internazionale F.C., praticamente inesistente e quasi nullo se valutiamo quello dei competitors internazionali, ma non solo. L'arrivo dei due promettenti giovani Biabiany e Coutinho non soddisfa di certo le ambizioni del tifoso medio interista che, assaggiati i recenti successi, seppur ombrati sia dalla poca resistenza delle dirette avversarie in Italia che da una determinante sequela di sviste arbitrali anche in Europa, ovviamente in buona fede e ovviamente a favore, non è contento del mancato ulteriore rafforzamento della rosa nerazzurra e, aggiungo, ha ragione.
Il Milan ha piazzato due colpi in extremis che hanno cambiato gli equilibri sul campo: se Thiago Silva e Nesta reggono in difesa, l'attacco rossonero è senz'altro di spessore mondiale; la Roma con la tessera del bancomat Unicredit è riuscita a garantirsi Adriano e Borriello, inseriti in un organico collaudato che ha già rischiato di vincere uno scudetto. La Juve? Beh, la Juve non poteva fare altro che la rivoluzione, secondo il nuovo staff e la nuova dirigenza: la scommessa è grande e vedremo in un paio d'anni se l'intelaiatura costruita con prestiti a riscatto è quella giusta e quali campioni arriveranno a completarla.
L'Inter nel momento più propizio della sua storia, invece, non schiaccia sull'acceleratore e non consolida né puntella o ringiovanisce una squadra sì di valore, ma anche datata nei suoi punti di forza. Branca ha già dimostrato di valere e di saper fare il suo lavoro con determinazione e oculatezza, rispetto ai suoi predecessori; quindi la spiegazione del suo immobilismo non può essere che legata ad aspetti economici. Non mi dilungherò sui motivi che hanno costretto l'Inter a non spendere, nonostante le petro-sterline incassate dall'affare Balotelli: piuttosto rilevo che si son limitati a operazioni di disturbo, ventilando la possibilità di acquisti importanti per poi rimanere al palo. Robe da nuova-vecchia Juventus insomma. Affidandosi all'attuale organico, l'Inter sta perdendo l'occasione di prolungare il tri-ciclo, partito appoggiandosi alle rotelle e accompagnato a spintoni strada facendo.
Moratti spiega così: "Abbiamo deciso che comprare per comprare non valeva la pena. La rosa non è vecchia. Abbiamo vinto tutto non dieci anni fa, ma solo due mesi fa. Non capisco il pessimismo di qualcuno, tanto più nei confronti di Benitez. Certo che se a gennaio si dovesse rendere necessario l'intervento sul mercato, lo faremmo senza problemi". L'impressione è decisamente il contrario, valutate le mosse delle concorrenti. Mourinho non c'è più, è rimasta semmai l'ingombrante eredità, accompagnata dalle sue recenti dichiarazioni sul nuovo allenatore: ''Benitez non dovrà faticare come ho fatto io, perché in un mese ha la possibilità di vincere tre trofei, lui ha già tutto pronto, società e giocatori. Il suo non è un lavoro, è un sogno''. E i fischietti non potranno continuare a fischiare in "buonafede".
Per il prossimo trofeo aziendale TIM, gli occhi di tutti, soprattutto i nostri, saranno puntati sulle prossime prestazioni arbitrali; non è più tempo di incertezze, non è più tempo di Cobolli, Blanc e Newventus. Se è vero che in campo dovremo ancora patire per ritornare a grandi livelli, è anche vero che lotteremo con i denti per sanare le ingiustizie fino ad ora lasciate passare. La Juve sta "aiutando" la F.I.G.C. ad ottenere le intercettazioni (da soli fanno fatica) e Andrea ha risollecitato, come primo passo, un intervento a breve sull'equità di trattamento, leggasi revoca del cartone. Non sarà come vincere uno scudetto, ma sa di buono.