Un tempo a Torino ci andavano a piedi

platiniUdite, udite: Di Natale, Burdisso e Borriello hanno rifiutato la Juve!!
E non è che stiamo parlando di Messi, Piqué e Drogba, ma di una punta di 33 anni, di un modesto difensore e di un attaccante discreto, ma niente di eccezionale.
Tutto ciò mi porta a tre analisi.
La prima è la seguente: il calcio mondiale, ormai, ha avuto un pazzesco livellamento in basso, se è vero che giocatori come Di Natale, Burdisso e Borriello sono i protagonisti del mercato, valutati fior di milioni di euro.
La seconda, molto più triste, è l’impegno della Juve in battaglie pazzesche per catturare tre giocatori di livello medio, quando un tempo questi atleti avrebbero fatto parte della rosa, accontentandosi di spezzoni di partite.
La terza, la più triste di tutte, è il rifiuto dei tre alla Juve, rifiuto che segue quello di Mexes, di un certo Elia e via dicendo…
Torniamo al primo punto. Mi sembra evidente che sia ormai accertata la caduta dei valori nel calcio mondiale, che ha toccato livelli assoluti; basti pensare alla mediocrità di gioco espressa dalle ultime due formazioni che hanno vinto il campionato del mondo, quella dell’Italia di Lippi e, leggermente migliore, quella della Spagna di Del Bosque. Queste due compagini, laureatesi campioni, sono lontane parenti dell’Italia di Bearzot, soprattutto quella del '78 (nove juventini in campo), dell’Argentina di Maradona, del Brasile di Romario e, se vogliamo, anche della Francia di Zidane e Deschamps.
Veniamo ai punti che c’interessano da vicino.
Leggo da qualche parte che i campioni non ci sono in giro e che le società che hanno la fortuna di possederli se li tengono stretti, ed ecco spiegato il motivo di certi prezzi alle stelle per giocatori di livello medio, ed ecco spiegato perché Marotta e company vadano a cercare giocatori di seconda fascia, anche di terza, il più delle volte.
Io credo che questa regola spietata sia sempre esistita, salvo che una volta c’era qualcuno che andava a prenderli, certi giocatori, stanandoli dalle loro società. Come dimenticare la lunga trattativa che portò il Puma Emerson alla Juve, come dimenticare quella che fece arrivare Viera, quella fantastica, nata in un taxi, che ci portò il grande Cannavaro (non quello che è ritornato dopo la fuga madridista), quelle che ci portarono Nedved, Buffon, Thuram, Zidane, Ferrara e tutti gli altri campioni. Ricordiamoci, inoltre, che al contrario di Di Natale e Burdisso, tutti questi giocatori militavano in squadre di altissimo livello, fresche vincitrici di competizioni nazionali e internazionali, come la Lazio di Nedved o l’Arsenal di Viera. Andando ancora più indietro nel tempo ci viene in mente l’arrivo di Platini, Boniek, Vialli, che lasciò l'amata Lanterna, e di Baggio, che sfidò l’ira dei fiorentini.
Ricordiamoci, inoltre, che certi giocatori, non venivano pagati cifre folli, al contrario di quelle sborsate attualmente da Moratti, che apre l’album delle figurine, scegliendo quelli più bravi, esclusivamente stranieri perché gli italiani non vanno bene, e volendoli pagare almeno dieci milioni più del loro valore. W il petrolio!!
Eccoci arrivati al punto fatidico: il rifiuto alla Juve di certi giocatori, come Totò Di Natale, classico giocatore di provincia di 33 anni, Burdisso, normale difensore, che una volta avrebbe zuccherato il tè a Montero, e Borriello, sbiadita controfigura dei tanti campioni che hanno occupato la prima linea juventina.
Il problema è grande, cari amici, e tutti lo hanno capito: dal 2006 la Juve è diventata una squadra normale, come il Palermo, il Napoli, la Samp e, addirittura, la Fiorentina.
Un altro dramma lasciato da Farsopoli, forse il più grande: la perdita d’immagine della nostra società, una volta considerata il gotha del calcio mondiale. Un ulteriore dramma che ha portato la maggior parte dei bambini, che si affacciano al tifo calcistico, a scegliere, l’Inter, e che ha portato giocatori di medio valore a rifiutare la Juve.
Ecco che il furto dei due scudetti passa in secondo piano, ecco che la partecipazione alla serie B diventa quasi un dolce ricordo di fronte a questa terribile realtà: la Juve è diventata una società normale.
Una realtà atroce che Marotta non è riuscito a fronteggiare in questo ultimo calciomercato, quantomeno bislacco per i nostri colori, che si sono liberati di Diego e Trezeguet per acquistare Rinaudo, ex grande gloria del Rastrello (antico nome dello stadio di Siena). Ma questo è un altro discorso.
Nella storia, a mia ricordanza, fu solo Gigi Riva a rifiutare la Juve, scelta dettata dall’amore profondo che lo legava alla Sardegna. La Juve per tutti era il sogno massimo di ogni atleta, l’ambizione più grande per ogni giocatore di calcio.
Oggi la rifiutano, una volta sarebbero andati a piedi a Torino, e qualcuno persino seduto su un carro bestiame.