Onesti manifesti

manifesto mediasetBasta! Voi lettori dovete smetterla di leggere tutti i fatti miei su questo sito!
Ok, scherzo.
Vorrei raccontarvi, questa volta, di una mia sensazione.
Questa mia necessità nasce dal fatto che è arrivata in redazione una mail di un nostro lettore, contenente un suo articolo, e l’invito ai nostri redattori a scrivere sullo stesso tema. Dunque lo ringraziamo e procediamo.
Come molti avranno notato, da quattro anni si è diffusa in Italia una nuova epidemia.
Una malattia molto grave, che rischia di mettere in ginocchio tutti i tifosi per anni e anni. Si chiama: onestà dilagante longobarda.
Quante volte ne abbiamo parlato? Quante volte ve l’ho già detto? Ma voi non mi state mai a sentire.
Cominciamo dall'inizio però.
Come tutti sanno, io ogni estate vado a fare l’illusionista a Las Vegas, ma questa volta ho deciso di restare a casa a riposare la mente, e a cercare tutte le cose che ho fatto sparire in questi anni durante i miei numeri; tanto per mettere un po’ d’ordine. Così, il giorno di Ferragosto, essendo in città, ho fatto un giro in centro a Torino.
Ero con amici e ho preso un gelato a metà di via Garibaldi (nutella e tiramisù, perché io non sono goloso).
Altra cosa, voi lettori non lo sapete, ma io sono uno dei pochi uomini al mondo cui un ottico, due o tre anni fa, ha tentato di vendere un paio di occhiali da vista con la motivazione che vedevo troppo bene, infatti ho 11/10 (diceva che rischiavo di affaticarmi per la troppa potenza visiva; io gli ho detto che sarei ripassato presto per ordinare gli occhiali, e credo che sia ancora lì che mi aspetta).
Questo per dirvi che già da alcune centinaia di metri di distanza da quello che vi sto per esporre, la mia vista aveva notato qualcosa di sospetto, e il mio cervello aveva già elaborato i dati e intuìto di cosa si trattava.
Camminavo verso Piazza Castello con la sensazione di aver già vissuto precedentemente un avvenimento o una situazione che si sta verificando, insomma il classico déjà vu (in francese, "già visto").
Mentre mi avvicinavo al grande messaggio onesto, ripensavo a tutti gli altri messaggi onesti visti in questi quattro anni nelle varie forme: televisione, radio, giornali, riviste, ecc, ma non solo.
Il gelato andava giù bene, la compagnia degli amici era buona, ma niente riusciva a non farmi riflettere.
E così mi sono passati per la mente gli spot, le paginate dei giornali e anche i manifesti appesi ovunque.
Ricordo che in una grande piazza di Torino qualche anno fa c’era un intero palazzo in restauro, e la facciata era coperta da una grande scritta: “Pirelli Re”, se non ricordo male.
Alla lunga lista ora bisogna aggiungere un altro brutto ricordo.
Finito il passeggio in quella via, e finito anche il gelato, come vi dicevo, sono sbucato su Piazza Castello.
Visto che molti lettori non sono di Torino, faccio una piccola deviazione culturale.
In Piazza Castello ci sono Palazzo Madama e la Casaforte degli Acaja (in piemontese Palas Madama). Si tratta di un complesso architettonico e storico situato al centro della piazza. Metà palazzo metà castello. La sua storia è bellissima e ricca di tanti grandi cambiamenti: è stato casa di regnanti, è stato sede del governo provvisorio francese nelle campagne napoleoniche, è stato sede del Senato Subalpino, è stato sede della Corte di Cassazione, il 6 maggio 1949 vi si svolsero i funerali del Grande Torino, è sede del Museo Civico d'Arte Antica, all'interno vi sono resti di mura romane, ecc
Insomma, ha una specie di sacralità intrinseca, infatti è patrimonio mondiale dell'umanità UNESCO. Vi consiglio di visitarlo se vi capita di passare a Torino.
E’ stato chiuso per 18 anni ed ha riaperto solo qualche anno fa, dopo grandi e lunghi restauri interni.
Ora, da qualche tempo, finalmente, è cominciato anche il restauro della stupenda facciata.
Detto questo, torniamo pure a bomba.
Appena sono sbucato sulla piazza, nel tardo pomeriggio, ho capito che i miei occhi e il mio cervello non si erano sbagliati.
La facciata, che è enorme, era interamente coperta dai ponteggi e dalla copertura protettiva (quella che negli ultimi anni in moltissimi casi viene venduta come spazio pubblicitario); e che mi trovo al centro della copertura che copriva tutto il palazzo? Un enorme manifesto.
E chi mi trovo stampato su quel manifesto?
Uno Javier Zanetti enorme, quasi grande come un piccolo dinosauro, che calciava via una palla di rimessa.
Mi sono commosso, era grande grande e solo soletto.
Una stretta al cuore mi ha preso... Poverino...
La solitudine, si sa, è una brutta bestia. Non c’era Moratti, non c’era Narducci e non c’era manco Auricchio. Non c'era nessuno a fargli compagnia.
Si tratta della pubblicità di Mediaset Premium che molti avranno visto anche da altre parti.
Lo sapete benissimo dove voglio arrivare, vero?
E invece no. Non lo sapete.
Questo non è un preoccupante odore di vittimismo pseudo-interista pre 2006.
Ho letto di Juventini offesi da quel manifesto posizionato proprio a Torino e proprio in quel luogo. Io non sono affatto sorpreso e tanto meno offeso.
Lo trovo molto naturale: paghi e metti il manifesto che vuoi dove vuoi.
E poi la pubblicità è di Mediaset, ossia prodotto di Silvio B. proprietario del Milan, che per vendere i pacchetti utilizza l'immagine vincente dell'Inter.
Del resto i monumenti mica sono di proprietà della Juve…
E’ il cliente che poi deve utilizzare la zucca per scegliere se il prodotto vale la pena acquistarlo oppure no.
Un giorno, quando la Juve tornerà ad essere la squadra che era una volta, sicuramente vedremo suoi manifesti di questo genere anche a Milano. Magari anche in Piazza Duomo. Già me lo vedo.
Forse, magari, chissà, se un giorno faranno delle ristrutturazioni, ci sarà un bianconero immenso appoggiato sulla facciata della sede della Saras. Chi può dirlo...
Certo però che fa strano che al Marketing di Mediaset Premium abbiano pensato ad una cosa del genere, visto che a Torino quando pronunci la parola "Inter" la gente subito spegne il cellulare e prende qualche monetina dal portamonete.
Non se ne abbiano troppo a male, ordunque, i tifosi Juventini torinesi, e piuttosto si godano le altre cose belle, meno la Juve, che la città ancora offre loro.

« La casa dei secoli è il Palazzo Madama. Nessun edificio racchiude tanta somma di tempo, di storia, di poesia nella sua decrepitudine varia. [...] Il Palazzo Madama è come una sintesi di pietra di tutto il passato torinese, dai tempi delle origini, dall'epoca romana, ai giorni del nostro Risorgimento. » (Guido Gozzano, L'Altare del Passato, La casa dei secoli)

La sensazione brutta di cui vi dicevo, invece, è che un'immagine vincente di cartone sia sufficiente a far dilagare questo senso di onestà ovunque.
Quando meno te lo aspetti te ne trovi qualche secchiata addosso senza neanche accorgertene.
Vai al supermercato e trovi dei libri onesti.
Accendi la Tv e ti piazzano qualche onesto faccione pronto a farti andare la cena per traverso.
Apri una rivista di moda e ti trovi qualche onesto che ti sorride spaventosamente.
Cammini per strada e ti trovi i monumenti coperti da foto con gli onesti longobardi.
Io ormai vivo nel terrore, ho paura persino di incontrarli al cesso.
Ma bisogna abituarsi, perché dei vincenti parlano tutti, e ne parlano ovunque.
Potere dell'immaginazione, o meglio, potere degli scudetti immaginari.
Potere del gelato, o meglio, potere della Coppa... Gelato.

Video:

http://www.youtube.com/watch?v=J8jRfE6vLHM&feature=player_embedded
http://www.youtube.com/watch?v=v2i8-dd4lgE&feature=player_embedded
http://www.youtube.com/watch?v=v6zrF3y4djc&feature=player_embedded

«Alcune persone pensano che l'onestà sia sempre la tattica migliore. È una superstizione. A volte, la mera impressione di onestà vale sei volte tanto.» (Mark Twain)