Un Crazeology alla Continassa!

stadioPremetto, per chi non lo sapesse, che “la Continassa” è la grande area che si trova accanto allo stadio delle Alpi compresa tra corso Grande Torino, via Druento, via Traves, e corso Ferrara (seguito di corso Grosseto in direzione periferia).
Area che si è aggiudicata la Juventus, la quale dovrà riqualificarla.
Domenica 8 agosto, all’ora di pranzo, ho fatto un giro in macchina attorno allo stadio in costruzione.
Lo stadio, che è una delle parti del “Projètto di Blanc” (insieme forse alle vittorie di gomma nerazzurre? Non è dato sapere...). Lo stadio futuro, proprio quello.
Ho scattato qualche foto, rigorosamente dall’esterno. Click! Click!
Lo avevo già fatto a giugno, ma all’epoca non avevo messo mentalmente a fuoco il grande scoop che ora invece sono in grado regalarvi.
Sentite qua.
Ho fatto il giro completo dello stadio partendo dal Mc Donald’s, (via Druento, angolo corso Garibaldi, Venaria Reale). Click! Click!
Ho percorso il tratto di via Druento, Click! Click!
Poi ho girato in corso Grande Torino e mi sono fermato circa a metà, per scattare qualche altra foto allo stadio, che si trovava alla mia sinistra (per chi non avesse chiaro il percorso, consiglio l’utilizzo di Google Maps).
Mentre sul lato destro una prostituta, decisamente brutta e corpulenta, con gli occhiali da sole, seduta su una seggiola in riva ad un marciapiede, mi guardava delusa e perplessa.
Del resto una macchina sola che si ferma in tutta la mattinata, e dalla quale scende un fotografo invece di un allupato… Insomma, c’era da capirla.
Comunque… Click! Click! Ho scattato e sono ripartito.
E sono poi arrivato all’altezza della prima rotonda, quella poco prima dell’incrocio con corso Grosseto/corso Ferrara.
Stessa situazione. Sulla sinistra montagne di rifiuti, macerie e stadio in costruzione sullo sfondo; sulla destra invece, in riva al solito marciapiede, altra prostituta con seggiola e occhiali da sole.
Sono salito con agilità su una montagna di macerie, terra e pietre, sempre all’esterno della vecchia recinzione dello stadio; la visuale era abbastanza buona e ho scattato. Stadio: Click! Click!
Poi mi sono girato indietro per scendere dal Cervino senza ammazzarmi.
In quel momento ho sentito un rumore sospetto di auto. Attenzione! Fermi tutti.
A quel punto ho deciso di mantenere la posizione di visuale privilegiata.
Sulla punta di quella montagna mi sentivo il padrone del mondo intero: in bradigaaaaa… l’uomo del monte.
Vedevo tutto e tutti… Forse potevo vedere persino voi che state leggendo questa pagina web su un computer che si trova in un’altra parte d’Italia o in un’altra parte del mondo.
L’auto si è fermata abbastanza vicino alla prostituta e ha conquistato con piglio deciso un parcheggio di fortuna in una rientranza della strada.
Ad un certo punto si è aperta la portiera… Attenzione!
Ed è sceso un giovane uomo con gli occhiali da sole…
Si è avvicinato alla prostituta, la quale sembrava molto più carina dell’altra, e ha contrattato con il fare deciso tipico del grande uomo d’affari. Senza tante tiritere, ma con classe e savoir faire.
Quello sì che sarebbe un grande uomo mercato!
Basta dire che, visto l'operato di Secco negli ultimi quattro anni, istintivamente, quando l’ho visto trattare con la prostituta, l’ho soprannominato “Umido”.
Che pirla che sono quando mi metto d'impegno… Vabbè, continuiamo col racconto.
Mi sono girato con scatto felino verso corso Grosseto, mi sentivo una vedetta vera e propria ormai, mi ero calato nella parte, ero decisamente invasato.
E… Attenzione! In quella direzione ho visto un semaforo rosso e…
Stavo per gridare: “Terra! Terra! Terra”. Ma mi sentivo un pirla, non ero mica in mare… dunque ho evitato.
Poteva anche andare bene un: “Arrivano gli indiani!”.
Ma pur essendo un grandissimo pistola mi mancava pur sempre il cappello da cowboy, dunque ho evitato.
Insomma, non sapevo proprio cosa gridare.
Capiamoci, quando sei in cima ad una montagna avresti l’obbligo morale di gridare. Se lo faceva Messner perché non avrei dovuto farlo io?
Intanto il semaforo era diventato verde su corso Grosseto/corso Ferrara e aveva dato il via libera a… “Ehi! Arriva la diligenza!”
Mannò, si trattava solo dell’unico pedone che aveva il coraggio di girare sotto il sole cocente di agosto, all’ora di pranzo, con un carrettino... Insomma, era uno zingaro, uno dei tanti nomadi che bazzicano in quell'area.
Poi mi sono rigirato di scatto verso la prostituta e…
Incredibile! Non c’era più lei e non c’era più "Umido", ossia il cliente, c’era solo la sua macchina parcheggiata.
Prendete nota, perché ora leggerete il modello dell’auto e la targa.
Anzi no. Non ve li dico. Mi sento ancora un pochino il padrone del mondo intero, e allora voglio essere magnanimo… Non voglio rovinare il giovanotto.
In effetti dietro la seggiola c’era una recinzione con un evidente ed enorme buco, una specie di passaggio, e dietro alberi, arbusti ed erbacce alte tre o quattro metri, che si estendevano a vista d’occhio.
Che bello che era tutto quel verde, a pensarci bene; in bradigaaa… un’Amazzonia in miniatura.
Era del tutto evidente che i due fornicatori si erano intimamente appartati, infrattati, nella immensa e inestricabile Jungla metropolitana.
Puff! Spariti in mezzo “al verde”, come due acciughe affogate in un barattolone pieno zeppo di prezzemolo pestato, coperto dall’olio extravergine di oliva.
A quel punto, quasi immediatamente, il mio pensiero si è tuffato nell’infinito.
“Chissà se un giorno riusciranno a ritornare vivi”, mi sono detto tra me e me col volto scuro e preoccupato.
“Ma, visto che l’Italia è nella NATO, se proprio dovesse servire, si potrebbero pur sempre mandare nella selva sette o otto marines a recuperarli”; così ho tirato un sospiro di sollievo…
Ero ancora sul punto più alto del mondo, lassù, sull’Everest, quando, come per incanto, si è accesa una luce immensa dentro di me.
Una luce che può essere così accecante solo quando sei colpito da una grande intuizione.
Ho alzato le mani al cielo e ho chiuso gli occhi.
E la mia bocca, come se fossi uno dei più grandi predicatori illuminati di tutti i tempi, ha gridato:
“Popolo Gobbo! A tutti i gobbi del mondo! Ascoltatemi!
Quando un giorno, non troppo lontano, delle ditte edili verranno per cominciare i lavori anche nell'area della Continassa, si accorgeranno di essere in enorme ritardo.
Infatti, in mezzo agli alberi e alle erbacce, i privati cittadini, volenterosi e intraprendenti, con lo stesso coraggio dei pionieri, hanno allestito già da molto tempo le tanto agognate aree commerciali!”

Poi sono sceso dal K2 e mentre lo zingaro col carretto, camminando camminando, si avvicinava sempre di più alla “zona prostitutio”, (sudato e bagnato come se fosse appena uscito da una piscina), ho ripreso il mio giro in macchina attorno allo stadio, girando su corso Grosseto e raggiungendo, infine, strada Altessano.
Ancora Click! Click!
Fine del giro.
Ma devo confessarvi che in quei pochi minuti passati sulla vetta del mondo sono cambiato.
Dopo è stato tutto diverso…
Perché guardare il mondo dalla punta del Monte Bianco ti cambia per sempre, e ti fa vedere le cose da un punto di vista nuovo.
E’semplice e banale, ma bisogna farlo ogni tanto, un po’ come il prof. Keating nel film “L’attimo fuggente”, quando fa salire tutti gli studenti in piedi sulle sedie.
Dopo sfrecciavo in macchina, con il cuore pieno di orgoglio e di coraggio.
Sfrecciavo in macchina, con un dolce ghigno stampato sul viso.
Sfrecciavo in macchina, convinto che ci sarà un domani migliore perché persino le aree commerciali sono già pronte da un pezzo.
Sfrecciavo con la mia macchina nera, lucida e sfuggente… come una pantera.