Moviola in campo e in aula

rosettiAh se ci fosse stato il “Processo ai Mondiali”! Biscardone nostro, dove sei?
L’altra sera è stato dimostrato che chi ancora rifiuta la moviola in “gambo” vive fuori dal mondo. Eppure, secondo i vertici Fifa, in pieno 2010 A.D, è necessario che anche le partite ai massimi livelli si svolgano sospese in una sorta di limbo a-tecnologico, mettendo gli arbitri nella condizione di subire gogne che iniziano in tempo reale, come è capitato all’italiano Rosetti e al suo collega Ayroldi. I due non vedono il fuorigioco di Tevez, convalidano e il maxi schermo li svergogna subito, seduta stante, davanti a decine di migliaia di spettatori e ai giocatori.
Significativo della mentalità del nostro calcio il successivo dibattito allo zoo di Raiuno: l’arbitro Tombolini analizza il comportamento dei due italiani, rileva il loro affannoso tentativo di trovare un cavillo che giustifichi il cambio della decisione, chiamando e richiamando tramite auricolare il collega Paolo Calcagno, ma Paolo, lo sventurato, non risponde. A quel punto, a Rosetti non resta che convalidare il gol, “con la morte nel cuore”, consapevole di aver commesso un grave errore, che condizionerà la partita. Ha preso la decisione che a norma di regolamento doveva prendere. Ma ecco che, nonostante la perfetta ricostruzione, gli opinionisti in studio dissentono: Rosetti doveva fare il furbo, cambiare idea, non seguire le direttive Fifa cui è soggetto. Il povero Tombolini prova un’ultima volta a difendere Rosetti rilevando semplicemente la sua coraggiosa onestà, ma viene sbeffeggiato.
Anche noi son quattro anni che proviamo a portare all’attenzione degli appassionati la moviola di Farsopoli, e di fuorigioco non segnalati, soprattutto di gol fantasma realizzati quell’estate, ne abbiamo evidenziati a decine. L'apice è stato toccato nell'aprile scorso, quando sono uscite le intercettazioni sfuggite agli inquirenti, e soprattutto alla Figc, le cui sentenze 2006 sotto commissariamento cartonato hanno subìto un colpo definitivo, perché a questo punto o la Juve va risarcita, o l’Inter, e altri, devono fare la stessa fine. Fin troppo facile prevedere che alla Figc vorranno fare come la Fifa. Più semplice lasciare il calcio fuori dal mondo, senza curarsi della perdita di credibilità e dello svergognamento pubblico.
Comunque sarà, e qualunque risultato otterranno i ricorsi annunciati da Andrea Agnelli, prima o poi i nodi vengono al pettine. Per tutti. E’ di pochi giorni fa il deposito delle motivazioni della sentenza di primo grado del processo Telecom, in cui la giudice Panasiti evidenzia la non attendibilità del testimone Tronchetti Provera, e verosimilmente lo indica come mandante delle attività illecite della azienda allora da lui presieduta, con tanto di invito ai pm di rivedere le indagini. Tra quelle attività illecite ce n’erano alcune svolte nel mondo del calcio, come sappiamo, e in diversi significativi casi linciati di Farsopoli e attenzionati Telecom coincidono.
E’ vero, il tempo passa, l’estate di Farsopoli si allontana. Ma allo stesso tempo la verità si compone, a poco a poco, come il replay su un maxischermo davanti a una folla allibita.