Una World Cup Ju29ra day13 - Usa: vittoria dei cannoli; Italiani pronti alla ricezione

Un americano che si rispetti, si sa, pensa sempre in termini di business. Il nostro John la Passa, da newyorkese non radical-chic purosangue, non fa ovviamente eccezione. Ed ecco che la gioia per il passaggio del turno della sua Nazionale si trasforma in un'occasione per fare dollari.

la_passaCaro direttori, su senza parole.
Fu na grandi emozioni, na bella partita, USA è viva e continua u Mondiali.
Eppuru fu na grandi sofferenza, tanti occasioni di gol, ma u gol non arrivava.
In verità USA aviva signatu nu gol bonu, chi era la qualificazioni, ma lu arbitru lu annulla senza motivu. Ma la squadra lotto tutta la partita, cu grandi voglia di vinciri.
Ma la voglia da sula senza fortuna non basta, e li USA sembravanu senza fortuna.
Sembravanu....
Quandu tuttu sembrava perdutu, e io già pensava a fari li valigi, allu 91' nu grandi contropiedi, Donovan passa ad Altidore chi tira in porta, lu porteri para e non blocca, arriva Donovan e spedisci li USA allu passaggiu du turnu. Primi di gironi cu grandi meritu, e cu grandi gioia. Gioia di tutti li tifosi america, e gioia di lu Presidenti Clinton chi era in tribuna a vidiri la partita.
Io direttori non ti dico la mia di gioia, finu allu gol pensava ca li cannoli avivanu persu la forza, ca forsi la ricotta di zebra era guasta, e ca la eliminazioni era a causa di li cannoli.
Eru veramente mortificatu, bonu sulu pi lu sapuni.
Prima di la partita Donovan si mangiò quattru cannoli, e in verità duranti la partita mi sembrò nu pocu appesantitu, cusì allu gol mi misi a sartari di gioia. E già mi staiu organizzandu pi fari cannoli pi la prossima partita.
Già me frati mi telefono dallu negoziu di Nuovaiorchi e mi dissi ca la genti veni alla mia pasticceria pi aviri li cannoli di zebra. Mi dissi ca lu chiamaru dalla squadra di Basket di Novaiorchi chi si chiama Knicks, chi l'allena nu oriundu Talianu commu a mia, Mike D'antoni, chi voli provari li cannoli cu la speranza di arrivari a li Play-off. Ma direttori pi la squadra di li Knicks io criu ca 'nci voli nu miracula di Sant'Agata Bedda, li cannoli da suli non bastanu. Gli USA inveci iocanu li ottavi cu la sicunda di lu gironi D.
Pi li USA è già nu grandi successu, si vincinu li ottavi facimu na grandi festa a Nuovaiorchi alla Piazza du Tempu!

ps direttori non ti dissu nenti di la mia famiglia, ormai sugnu tutti malati pi li USA, me mogliera chi prima di li mondiali quannu cera na partita si addormentava, si presentò allu stadiu tutta pittata cu li culuri di la bandera americana comu li me figli. Simu tutti malati, e orgogliosi di li USA!
Nu grandi abbrazzu a tutti li Taliani

John La Passa


Per oggi pomeriggio in Italia ci si è organizzati con ogni mezzo. Nei luoghi di lavoro, sfruttando ogni risorsa tecnologica, vengono allestite postazioni computerizzate in grado di captare il prezioso streaming provieniente dal Sudafrica. I pochi appassionati di capolavori russi come la Corazzata Potemkin, che si illuderanno di introdurli in ufficio tramite chiavetta usb, verranno perquisiti e costretti ad assistere al match in ginocchio sui ceci. In questo contesto, solo il nostro Armando La Rosea mantiene il suo aplomb. Ecco la sua sesta nota di viaggio.



Note di viaggio/6 (continua da qui)

laroseaVengo imbarcato, munito di paracadute, su un aereo militare e lascio il territorio congolese.
Poche ore di volo, il comandante apre un portellone laterale e mi dice: “Sotto Nigeria, butta!”
Interdetto rispondo: “Cosa devo buttare?”. Dall’espressione dei suoi occhi capisco al volo.
Faccio in tempo a dire “Come funziona questo?” e ricevo un pedatone che mi lancia nel vuoto e nell’ignoto.
Per interminabili attimi mi dimentico del Mondiale e mi concentro su quello che dovrò fare per atterrare dolcemente, mi ripasso tutti i film di guerra visti al cinema e infine … tiro la cordicella.
Piombo sul tetto della casa isolata di un contadino, rompendo varie file di tegole, oltre che, probabilmente, l’osso sacro.
Poi precipito a terra, raggiunto dal contadino inferocito: “Adesso tu ripara tetto”.
Vedo sul tetto un’antenna TV, immediatamente realizzo che dalla buona riuscita dell’opera dipende la possibilità per me di seguire Italia Slovacchia e riferire sulla eliminazione della Nazionale.
Do una rapida sbirciata alla struttura del tetto, due spioventi con trave sporgente sul vertice, studio un piano che lo sbalordisca e inizio il lavoro sotto il suo sguardo attento.
Faccio passare una corda attorno al trave, lego un capo ad una grossa cesta che isso fino all’altezza del tetto, legando l’altro capo ad un albero: mi servirà per rimuovere dal tetto le tegole rotte con poca fatica. Salgo poi sul tetto e riempio la cesta, quindi ridiscendo e inizio a slegare l’altro capo della corda per far scendere la cesta con le tegole rotte da sostituire.
Vedo il contadino che gesticola, ma non colgo - ahimè - il senso dei suoi messaggi: non appena sciolgo la corda dall’albero, per l’ineluttabilità delle leggi della fisica il peso fa precipitare velocemente a terra la cesta piena di tegole, fiondandomi in alto, e la mia testa centra violentemente il trave.
Le tegole si frantumano a terra in mille pezzi taglienti, così che la cesta diventa leggera e risale verso l’alto, mentre sono io a cadere violentemente sui cocci, procurandomi numerose ferite ai lombi.
Ma non finisce qui.
Mollo per il dolore la presa della corda e la cesta vuota poco dopo mi precipita di nuovo sulla testa.
Il contadino preoccupato e solidale mi fa: “Nostro Paese martoriato da mille disgrazie, io mai riso tanto vita mia. Coppi penso io, tu ospite finché guarisci”.

Armando La Rosea



Intanto, il nostro Oba Oba ci ha mandato questo speciale saluto per tutti i nostri lettori.

Oba torna a casa


coreaDirettorissimo, scrivo questa di mia da ambasciata di Corea di Nord in paese di Sud di Africa. Mi hanno trovato. Mia di zia saputo di mia lavoro per voi. Lei pensava io punkabbestia in Pyongyang, cerca me di tre anni. Vicina di casa di lei visto me di televisione durante di partita contro di Portogallo.
Lei preso mio orecchio e porta me casa. Io torna di fare parrucchiere a Pyongyang. Un bacione.

 


Oba Oba Sung