Avversari di eccellenza di che cosa?

giornaliAll'ombra degli ombrelloni di questo afoso agosto, sulle panchine dei giardinetti, ai bordi delle fontane, i lettori di giornali in cerca di refrigerio sono costretti a difendersi da una doppia minaccia. Oltre all'afa ci sono i giornalisti sportivi che, per accendere la fantasia della gente per l'inizio del campionato di calcio, sono costretti a raschiare il fondo dialettico.

Tralasciando per carità di patria la Gazzetta e il Corriere dello Sport, una delle perle estive ce l'ha offerta il giorno di Ferragosto Tuttosport, che pure si occupa primariamente di bianconero. Già il titolo, “Goduria Juve!”, per celebrare un bislacco trofeo estivo, appare un tantinello enfatico. Ma quel che colpisce davvero è un passaggio dell'editoriale di prima pagina, che già alla fine del primo capoverso mi costringe a interrompere, mosso dallo stupore, la lettura.

Secondo l’autore, infatti, l'importantissimo trofeo di cui al titolo sarebbe stato ottenuto, riferendosi alla seconda squadra di Milano, contro “gli avversari per eccellenza”!!! Ci si chiede, avversari per eccellenza di che cosa? Non voglio andare troppo lontano nel tempo, mi limiterò a partire dal 1967; quante volte questi presunti “avversari per eccellenza” sono stati in grado di contrastare lo straripante dominio della Juventus? Quante volte la Juventus si è sentita minacciata da questi fantomatici “avversari per eccellenza”?

Vediamo.

Punto primo: in 40 (QUARANTA) anni, dal 1967 al 2006, questi ridicoli “avversari per eccellenza” hanno vinto tre scudetti (71, 80, 89) e MAI in concorrenza con la Juventus, ma semmai approfittando del vuoto lasciato dalla stessa sazia di vittorie o in fase di, seppur breve, ricambio generazionale. E lasciamo perdere quelli “vinti” dopo il 2006, grazie all’assassinio dell’avversaria e quello scippato proprio in quell’anno…

“Avversari per eccellenza” di che cosa?

Punto secondo: la Juventus ha lottato con questi ridicoli signori solo nel 1967, nel 1998 e nel 2002: tre volte in quarant’anni!!! E sappiamo tutti come è andata: dalle papere di Sarti a Mantova, ai piagnistei per presunti rigori su Ronaldo, al 5 maggio.

“Avversari per eccellenza” di che cosa?

Punto terzo: la Juventus per vincere gli scudetti ha lottato, nel mucchio, di volta in volta, con tutti, e più o meno lo stesso numero di volte per ciascuno: Fiorentina, Torino, Perugia, Roma, Napoli, Milan, Lazio, Sampdoria, Cagliari, Parma, con il Verona, perfino con il Vicenza (nel 1978); ecco: è a margine di quel mucchio che vanno ricondotti questi grotteschi “avversari per eccellenza”. In Italia c’è da una parte la Juventus, poi dall’altra il mucchio, e poi a margine c’è il girone dei traditori, monocomposto, per noi una squadra vale l’altra. “Avversari per eccellenza” di che cosa?

Punto quarto: questi signori non vincono in Europa da 44 (QUARANTAQUATTRO) anni, fatta eccezione per delle coppe UEFA, portate a casa per lo più
quando era già diventata la coppa di Nonno Tobia (di ben altro spessore le tre della Juventus, vinte quando erano ammesse alla competizione le seconde e non le quarte o le quinte dei principali campionati europei).

“Avversari per eccellenza” di che cosa?

Quello che prova il tifoso juventino per questi presunti avversari per eccellenza non ha nulla a che vedere con l’agonismo e la concorrenza leale e sportiva che un degno AVVERSARIO merita.

Quello che prova il tifoso juventino è un sentimento di nausea, di schifo nei confronti di una squadra che, continuando ad autodefinirsi onesta, si è però appropriata di un trofeo vinto lealmente dagli avversari (lo volete ricordare ogni tanto che nel 2006, oltretutto, come se non bastassero i voli pindarici di Sandulli e Ruperto, Pairetto e Bergamo non c’erano più? Ricordatelo ogni tanto!) e che è tornata a “vincere” dopo vent’anni di delusioni e schiaffoni grazie all’affondamento, per mano di un suo tifoso ed ex dirigente, della principale avversaria.

“Avversario” è una cosa, “usurpatore" è un’altra. Una sana competitività nasce dalla lealtà di tutti i concorrenti, una pulita rivalità sportiva affonda le sue radici nella memoria delle gesta che si compiono in campo, sia le proprie che quelle dell’avversario, nel reciproco rispetto, non nasce dalle aule di un tribunale di stile kafkiano dove viene messo in scena un processo da teatro dell’assurdo.

Potete fare tutti gli sforzi che volete, Calciopoli, la VOSTRA Calciopoli, quella che avete voluto tutti voi con i vostri silenzi davanti allo scempio di disinformazione che si stava consumando, ha prodotto l’attuale calcio, artificiale, sintetico, cioè di sintesi in senso chimico, quindi innaturale, prodotto in provetta, in laboratorio. Ci vorranno anni ed anni affinché questi sconvolgenti effetti vengano cancellati con naturalezza dal tempo, almeno una generazione.

Altro che avversari per eccellenza!