Tutto bene a Cagliari, ma il Maestro?

A quattro giorni dalla disputa della partita che assegnerà la Supercoppa italiana, qualcuno forse si aspettava una Juve con la testa a Doha, e quindi poco concentrata, o timorosa di eventuali ammonizioni ai giocatori diffidati. Magari qualcuno si illudeva che i pareggi nelle precedenti partite fossero un segnale di stanchezza o di un calo di forma. "Vidal non è più lui", "Tevez (capocannoniere del campionato!, ndr) e Llorente non trovano più la via del goal", "La difesa senza Barzagli e Bonucci è un problema". Per contro, molti confidavano di vedere il calcio-spettacolo del Maestro, votato all'attacco, guidato dall'idea che non importa quanti ne subisci, dato che conta farne uno più dell'avversario.
Bene, per tutti quelli che coltivavano tali aspettative, non è stata la serata giusta.
Allegri non si è troppo preoccupato né per le precedenti mancate vittorie né per il clima creato da un ambiente romanista che, non riuscendo a prevalere sul campo, tenta spesso di buttarla in caciara. Una Juve umile e ordinata, ma tranquilla e determinata (pur con Bonucci in tribuna e Pogba in panchina), ha invece portato a casa i tre punti con autorevolezza e perfino con (relativa) semplicità. Contava vincere, e si è vinto in maniera convincente. Contava non subire ammonizioni, e non ce ne sono state.
Vidal, autore di un goal da cineteca, è apparso in netta ripresa e ha dato la sensazione di essere pronto a ritornare il guerriero superlativo ammirato nelle scorse stagioni. Anche Tevez e Llorente hanno iscritto i loro nomi nel tabellino dei marcatori, confermando che alcune valutazioni sentite nei giorni scorsi erano figlie delle speranze degli antijuventini, o quanto meno affrettate. Chiellini ed Ogbonna (nonostante un errore di posizionamento sul goal sardo) non hanno fatto percepire l'assenza di Bonucci. L'ex granata è alla terza prestazione praticamente perfetta nelle ultime tre partite giocate. Bene anche Evra, che ancora una volta ha risposto sul campo alle critiche che gli erano state mosse in passato. I centrocampisti, pur senza forzare, sono stati a loro volta costantemente padroni della gestione della partita, senza affanni. Numeri importanti nel possesso palla, diverse occasioni costruite, qualcuna sprecata, e alla fine è stato un 3-1 senza appello e senza discussioni.
Del calcio "offensivista" di Zeman non s'è vista traccia. Il 4-4-2 messo in campo era volto più all'arroccamento difensivo che al gioco d'attacco. In pratica, nel Cagliari c'erano quattro centrali in difesa, due terzini e due mediani a centrocampo, un trequartista e un'ala davanti. L'allenatore boemo, pur andando in direzione opposta ai suoi princìpi, non ha rimediato certo una gran figura. Non è una novità: contro la "sua" Juve (quella che racconta essere stata la sua squadra del cuore in gioventù) gli capita molto spesso, quasi sempre.
Riesce anche difficile comprendere la definizione di Maestro attribuitagli. 35 anni di carriera, con due promozioni dalla serie B alla A, e una dalla serie C2 alla C1. Con sette esoneri e cinque mancate conferme contrattuali. Viene il dubbio che la sua popolarità sia in larga parte dovuta alle note dichiarazioni e illazioni contro i colori bianconeri. Illazioni che peraltro non hanno mai trovato conferme (checché ne dicano Travaglio e gli altri detrattori e/o ex tifosi pentiti) in sede processuale. Ma queste sono altre storie, delle quali ci siamo già occupati in decine di occasioni.
Tornando al calcio, per quanto riguarda il campionato, la Juventus chiude il 2014 così come l'aveva cominciato, realizzando nell'anno solare il nuovo record assoluto con 95 punti in 37 partite. In testa dall'inizio alla fine dell'anno, con 30 vittorie, 5 pareggi e 2 sconfitte. 56 punti in 21 partite con Conte, 39 punti in 16 partite con Allegri. Non osiamo pensare a cosa si scriverebbe su numeri di tale portata se solo fossero stati altri a realizzarli...
Sabato toccherà alla Roma, impegnata contro il Milan, cercare di rispondere nei fatti (abbandonando per una volta le chiacchiere) all'allungo bianconero. I nostri al momento hanno altro a cui pensare. Infatti, subito dopo la vittoria conseguita in Sardegna, la squadra è salita in aereo per raggiungere Doha, in Qatar, dove lunedì alle 18,30 italiane affronterà il Napoli con in palio il primo trofeo stagionale, la Supercoppa. Sarebbe il giusto coronamento per un'annata davvero straordinaria e indimenticabile, ma sarà il campo a dire se toccherà a loro o a noi festeggiare il Natale con un titolo in più. Vinca il migliore... ecco, appunto!