E pareggio fu

La Juventus ottiene il risultato più pronosticabile e impatta contro l'Atletico in casa. Un pareggio a reti bianche che tutto sommato soddisfa entrambe le squadre. La partita però non è stata priva di emozioni: anzi, dopo pochi minuti un disimpegno maldestro di Bonucci ha regalato all'Atletico una palla gol che solo un Buffon in ottima forma poteva fermare. Dopo quella occasione, l'Atletico altro non ha fatto che rintanarsi nella sua area e vivere degli sporadici contropiede offertigli dalla Juve.
Il primo tempo i bianconeri hanno decisamente alzato il baricentro, con i terzini che si sono spesso spinti in avanti per cercare di allargare gli spazi e che hanno fatto piovere molti cross in area. La muraglia eretta da Simeone però ha retto molto bene, anche se c'è da dire che l'Atletico è una squadra ormai navigata, con una mentalità solida e un gioco impresso con l'indelebile nella testa dei suoi interpreti, mentre la Juventus è reduce da un fresco cambio di modulo.
Non sorprende quindi che anche nel secondo tempo gli spagnoli abbiano retto all'incremento di ritmo degli juventini, che fino al 75' hanno davvero provato a segnare. Negli ultimi 15 minuti poi è subentrata una sorta di "prudenza", con un giro palla stanco e un orecchio sempre teso al risultato dell'Olympiakos.
Atteggiamento che il pubblico ha accolto con qualche fischio, ma d'altronde la beffa di Istanbul era ancora viva nella testa di molti giocatori e, per come si era messo il girone dopo 3 partite, possiamo ritenerci soddisfatti: sarebbe stato sciocco buttare la qualificazione nell'ultimo quarto d'ora.
Certo, ora il rischio di pescare una testa di serie si alza: Real Madrid, Bayern, Borussia Dortmund e Chelsea sono solo alcune delle prime qualificate che potremmo incontrare. Ma se si vuole vincere prima o poi quelle squadre le si deve affrontare: se pensiamo di essere sconfitti già in partenza, tanto vale chiudere baracca e burattini. È qui che si vedrà quanto vale Allegri, giacché la Juventus si porta dietro da tempo una sorta di "spocchia sabauda" verso l'Europa, vista come una chimera irraggiungibile che altro non fa che sottrarre energie per la corsa scudetto. L'unico che riuscì a dare una mentalità europea con una certa continuità fu Lippi, un tecnico come credo non se ne vedranno più per un po' di tempo, capace di rimodellare la propria squadra ogni stagione che Moggi gli cambiava mezzo organico.
Su Allegri però vorrei aprire una parentesi: molte sono state le discussioni tra juventini in merito alla sequela di eventi che portò l'anno scorso all'esclusione dagli ottavi e, a dirla tutta, le similitudini con quest'anno sono molte. In entrambe le occasioni bastava un pareggio e si veniva da alcune prestazioni non brillanti con squadre di livello inferiore. A difesa di Conte, possiamo dire che lui obiettivamente ebbe a disposizione 5 delle 6 partite, dato che l'ultima fu semplicemente una pagliacciata turca. A difesa di Allegri invece notiamo come il cambio di modulo abbia più che raddoppiato i punti: 3 in altrettante partite con la difesa a 3, 7 con il nuovo modulo, anche se si potrebbe argomentare che la Juventus è da luglio che stava preparando il passaggio a quattro e che quindi gli schemi di Conte stavano sbiadendo sempre di più dalle teste dei giocatori. È indubbio però che ora la vocazione offensiva sia più pronunciata: si concede qualcosa in difesa ma si produce anche di più in avanti. La partita di ieri è un po' sui generis, dato il blocco mentale bianconero ne ha condizionato un po' l'esito, ma chiudere l'Atletico vice campione d'Europa in difesa, superando il 70% di possesso palla, è un segno di quanto la qualità e la forza di questa squadra vengano viste con una certa deferenza all'estero.
Quindi "accontentiamoci" di questa qualificazione e dei soldi che ne verranno. La testa ora deve tornare al campionato e alla Supercoppa, in programma tra meno di due settimane.
La stagione è ancora lunga: che gli altri pensino pure a soppesare gli episodi, noi penseremo, come sempre, al campo.
 
P.s.: lo so, è diventato un amabile vezzo per me, ma vorrei dedicare qualche riga al Galatasaray. Ultimo nel suo girone con un punto, la partita di ieri con l'Arsenal doveva essere il suo scatto d'orgoglio, il canto del cigno per chiudere l'esperienza Champions in maniera dignitosa. L'Arsenal, di contro, arrivava pensando che, con 6 gol, poteva addirittura arrivare primo nel girone. Non sarà parso vero a Wenger di poter addirittura sfiorare l'impresa alla fine del primo tempo. Lo so, dovrei dire che mi spiace vedere una squadra così blasonata uscire così mestamente dall'Europa che conta, e pure da quella di scorta. Dovrei...
Ce ne metti di tempo eh? Però che soddisfazioni che riesci a dare, Karma...