Da Firenze nulla d'importante da segnalare

Nulla da segnalare. Dovendo commentare Fiorentina-Juventus, questo è ciò che d'acchito verrebbe spontaneo dire.
Una partita noiosissima, come raramente in passato era capitato alla Juve di questi anni. Le due squadre si sono annullate a vicenda, facilitate in questo anche dalla disposizione "a specchio". Nessuna delle due è andata più di tanto in apprensione, nessuna delle due ha concesso nulla all'altra, e neanche allo spettacolo. Vita dura per chi deve fare le clip con gli highlights. Una parata ciascuno per i due portieri, una recriminazione a testa per possibili (ma poco probabili) rigori non concessi. Nient'altro.
Se per i viola questa era la partita della vita, con gli annessi propositi bellicosi, viene da pensare che la loro sia una vita davvero piatta e noiosa. Appare quasi normale che abbiano voglia di ravvivarla con i consueti cori beceri, spiegabili forse con la necessità di alimentare una rivalità unidirezionale e pretestuosa, che sentono solo loro.
Se per i nostri questa era una partita da tre punti, come le altre 37, viene da pensare che non abbiamo fatto poi molto per portarli a casa, quei tre punti. Intendiamoci: ci sta, per una volta, di accontentarsi di un pareggio. A maggior ragione su un campo difficile, con una formazione d'emergenza e a quattro giorni da una partita decisiva per il prosieguo della stagione. Si è scelta la prudenza, a cominciare da una disposizione in campo di tipo conservativo, riutilizzando lo schema utilizzato negli anni precedenti e recentemente superato. Si è deciso, più o meno consapevolmente, di non rischiare nulla. Perché il campionato è ancora lungo (e, se la Roma si avvicina, pazienza), mentre la Champions League non può e non deve finire martedì sera.
Preso atto di ciò, va comunque detto che si è trattato di una partita vera, brutta ma vera. Combattuta dal primo all'ultimo, con entrambe le squadre a fronteggiarsi soprattutto nel frequentatissimo centrocampo. I nostri sono piaciuti di più, certamente, ma non si sono viste grandi cose. Eccezion fatta per un Bonucci (già autore di buone prestazioni nelle partite precedenti) migliore in campo. E' piaciuto anche il giovane Coman, apparso fin da subito convincente e volitivo, mentre il giudizio sulla partita degli altri attaccanti (strepitosi in altre occasioni) stavolta è stato ben lontano dalla sufficienza. Oltre a Llorente e Tevez, il passo indietro c'è stato anche per un Pereyra apparso assai poco a suo agio nelle vesti di esterno a destra. Piccolo passo avanti invece per alcuni tra coloro che erano stati più criticati nelle precedenti esibizioni: Vidal, Ogbonna e a tratti anche Evra. Le aspettative però sono altre.
Alcuni hanno evidenziato come Pogba abbia, per eccesso di confidenza/sufficienza, probabilmente sprecato un paio di occasioni, in superiorità numerica, nelle quali avrebbe potuto gestire meglio il pallone liberando un compagno. Vero, ma Pogba è anche questo: prendere o lasciare. Meglio prendere: di ventunenni con la sua qualità e con quelle attitudini tecniche e fisiche non se ne vedono altri.
L'arbitraggio di Rizzoli è apparso tutto sommato sufficiente, ma abbastanza lontano da quanto si richiede a chi ha diretto finali mondiali e di CL. Non è piaciuta la gestione globale dell'incontro (in particolare, quella dei cartellini gialli), così come ha lasciato qualche perplessità l'episodio finale. Detto della sobrietà mostrata (giustamente) dai giocatori bianconeri in campo, rimane insoddisfatta una curiosità mediatica: se l'episodio del mani in area al 93', anziché in area viola, fosse invece accaduto in area bianconera... di cosa parlerebbero oggi tutti i telegiornali, non solo quelli sportivi?
La Juventus vuole (e deve) sempre vincere. Quindi può lasciare un pizzico di delusione anche un pareggio a Firenze. E' stata comunque una partita di sacrificio, nella quale la squadra ha mostrato la compattezza necessaria a gestire la gara, disinnescando l'avversario nonostante le assenze e il turnover. Certo, martedì sera allo Juventus Stadium servirà ben altro, data la qualità dell'avversario. L'ambiente bianconero ne è perfettamente consapevole. Lo sa bene il tecnico, e lo sanno bene i giocatori. Tocca a loro.