Audentes fortuna iuvat

Ha tremato per un po' la Juve di Conte, ma alla fine ce l'ha fatta. Dopo 10 anni la Juventus torna a giocarsi una semifinale europea. Parte tutto bene, con la coppia Vucinic-Tevez che manda subito in bambola la difesa francese, procurando una punizione dal limite che Pirlo realizza senza battere ciglio. Però l'Europa, che sia grande o piccola, riserva sempre delle sorprese. E, complice un Buffon poco attento e una distrazione targata Marchisio-Caceres, sugli sviluppi di un corner Briand pareggia i conti. La successiva paura subentrata nell'animo dei calciatori ha poi bloccato un po' le azioni juventine, anche se, tutto sommato, di pericoli veri il Lione ne ha creati pochi. Tanta corsa e agonismo che sono stati poi stroncati dal gol di Marchisio. Certo, la rete è stata casuale, ma in Europa storicamente si va avanti anche così.
Ottima la prestazione di alcuni giocatori, Marchisio, Asamoah e Chiellini su tutti. Vucinic non brillantissimo, un po' perché non ha i 90 minuti nelle gambe e un po' perché a un certo punto la Juve ricorreva solo ai lanci lunghi per fare gioco, una tecnica che funziona solo se hai una torre come Llorente là davanti. Altra nota di demerito invece per Isla: corre corre corre... ma incide davvero poco. La sensazione è che la sua esperienza qui a Torino sia ai titoli di coda.
La forma fisica sembra però essere ritornata un po' per tutti, anche se, guardando le altre partite, le spagnole sembrano avere davvero una marcia in più: 8 gol in totale per Siviglia e Valencia mettono sicuramente paura, soprattutto perché le due compagini hanno saputo ribaltare le sconfitte incassate all'andata. E dice bene Conte quando redarguisce i suoi circa il calo di concentrazione dopo il primo gol: se si vorrà proseguire fino a Torino, è imperativo mantenere l'attenzione alta, giacché adesso ogni errore lo si pagherà a caro prezzo, come dimostrano i ritorni di Champions League appena disputati. Certo, qualcuno potrebbe obiettare che la fatica nel costruire gioco, nel portare pressing e nel segnare sia colpa, più che della prestanza fisica, del famigerato 3-5-2, che comincia a mostrare i suoi limiti. Uno fra tutti, il grande dispendio di energie richiesto alle ali, costrette a correre lungo tutta la fascia per 90 minuti. Arrivati a questo punto, però, credo che l'allenatore non cambierà, anche per non rompere eventuali equilibri; qualsiasi discorso è rimandato all'estate prossima, quando gli acquisti e le cessioni potranno darci qualche indizio in più.
Per ora godiamoci questi momenti, in barba a tutti gli antijuventini che oggi hanno dovuto effettuare una dialisi di emergenza e che sono in attesa di conoscere la loro nuova squadra del cuore, per lo meno fino al 1° di maggio.


 

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