Conte spara su Capello. Poi: Scudetti revocati? Che stronz(ata)!

News, 17 febbraio 2014.
 
Juventus-Chievo 3-1: Il tabellino -
Juventus: Buffon; Caceres, Bonucci, Ogbonna; Lichtsteiner, Vidal (40' st Padoin), Pirlo, Marchisio, Asamoah; Giovinco (26' st Tevez), Llorente (26' st Osvaldo).
A disposizione: Storari, Rubinho, Peluso, Isla, Pogba, Osvaldo, Quagliarella, Tevez. Allenatore: Conte
Chievo: Agazzi; Frey, Canini, Bernardini; Sardo, Guana, Radovanovic, Hetemaj, Dramè (18' st Rubin); Stoian (1' st Pellissier), Thereau (33' st Obinna).
A disposizione: Puggioni, Claiton, Squizzi, Mbaye, Bentivoglio, Kupisz, Lazarevic, Paloschi. Allenatore: Corini.
Arbitro: Valeri; assistenti: Di Fiore e Paganessi; quarto uomo: Iori; arbitri addizionali: Doveri e Di Paolo.
Marcatori: Asamoah 17' pt, Marchisio 29' pt, 6' st Caceres (aut.), 13' st Llorente
Ammoniti: 4' pt Guana, 14' pt Pirlo, 23' pt Llorente, 28' pt Frey, 26' st Giovinco 
 
 
Le statistiche del match - Juve superiore in tutti i parametri.
Possesso palla: Juventus 62%, Chievo 48.
Angoli: 7 a 2 per la Juve; i bianconeri hanno tirato in porta 12 volte, 6 delle quali nello specchio; 7 i tiri dei clivensi, solo 2  nello specchio.
Palle giocate:  698 per la Juventus, 437 per il Chievo.
Percentuale passaggi riusciti: 72,9% per la Juventus, 58,1% per il Chievo.
Indice di protezione area: 50,9% per la Juve, 46,8% per il Chievo.
Indice di attacco alla porta: 53,2% Juventus, 49,1% Chievo.
Pericolosità: 75,7% Juventus, 34,7% Chievo.
A livello individuale è  il clivense Bernardini (23) a guidare la classifica delle palle recuperate, seguito dal compagno Radovanovic (a quota 21), poi Bonucci (20) e Vidal (18).
La graduatoria relativa ai passaggi riusciti è stradominata dai bianconeri: in testa Ogbonna (79), seguito da Bonucci (71), Caceres (68) e Pirlo (65).
 
Conte attacca Capello, ma difende gli scudetti sottratti - Nel dopopartita a tener banco è un Conte grintoso come non mai: le bordate che risparmia saltando a piè pari le conferenze prepartita arrivano tutte nel postgara. Inizia a Sky, quando la domanda sulle risposte avute dai suoi dopo il lunedì gli porge l'occasione per levarsi più di un sassolino dalla scarpa, nei confronti di quanti si erano impicciati delle cose di casa Juve quando lui aveva chiamato i suoi a rapporto, in un lunedì precedentemente annunciato come libero: "Non mi aspettavo particolari risposte, perché i miei calciatori rispondono quotidianamente, è poi ci sono alcune situazioni nelle quelli bisogna un po' alzare la voce, per non abbassare la guardia, e perdere la via maestra. E penso che dopo Verona, per come si era verificato il pareggio, non per il pareggio, ma per come si era verificato, non passasse inosservato un certo tipo di situazione, se si vuol crescere ancora. Non ho fatto niente di particolare, ho fatto notare ai ragazzi che certi punti non vanno persi per strada, soprattutto se ambiamo a fare qualcosa di storico, il terzo scudetto consecutivo. E per tre anni non è semplice per nessuno tenere alta la concentrazione, lo insegna la storia. Ci sono momenti in cui si è più tranquilli, e io alzo la tensione. Faccio bene o male, lo dicano gli altri, io rispetto tutti, anche quelli che dicono fesserie. Uno non può fare una cosa che si fanno referendum a 360 gradi. Bisogna sorridere, poi parlano persone di livello e io resto basito, mi stupisco. Io non risponderei su questioni altrui. Sculacciate, bacchettate... Poi parlano anche persone di un livello che.... Magari facessero a me certe domande, in quel caso direi 'Fatemi domande serie dai'..."
Il primo riferimento che viene in mente è quello di Fabio Capello, il più noto di quantiin settimana avevano criticato l'operato di Conte: "Parlo di chi fa il maestro senza conoscere l'ambiente di casa - si limita a dire Conte -Guardassero in casa loro, che magari c'è più puzza...".
Ma poi, quando gli vengono citate le parole di Capello sul fatto che il nostro campionato di serie A sarebbe troppo poco competitivo e quindi poco 'allenante' per la Juve in ottica internazionale, sbotta: "Dirò al presidente di iscriverci in Premier League. Forse a qualcuno da fastidio che possiamo superare quella Juventus, che vinse due scudetti ma a livello di gioco non fu memorabile. Ricordo la Juventus di Lippi, quella di Trapattoni. A quella di Capello ricordo solo che ha vinto due scudetti, poi revocati".
Gli stessi concetti poi ribaditi a Mediaset Premium, dove ha aggiunto. "Quando parlano i guru noi dobbiamo stare zitti, ascoltare e ossequiare. Ognuno è libero di esprimersi come vuole, ma stranamente spesso e volentieri Capello viene a mettere il becco in casa d'altri. Guarda a casa tua, ecco. Sì, ha vinto due scudetti, ma nessuno si ricorda di cose emblematiche, mi ricordo la Juventus di Lippi, mi ricordo la Juventus di Trapattoni, ma non mi ricordo la Juventus di Capello; non mi ha impressionato in quei due anni; aveva la Juventus più forte, ma come gioco non mi ha impressionato; e anche in quei due anni Capello è riuscito, in quell'annata, ad uscire dalla Champions ai quarti di finale. Mi guarderei bene prima di dire fesserie".
E per non lasciare ombre sui due scudetti revocati, cui aveva accennato anche a Sky, ha detto, chiaro e forte: "I due scudetti sono stati revocati? Quella è una grande stronzata, una grande fesseria, era una squadra che ha stravinto sul campo e ha meritato di stravincere".
 
Conte non accetta i fischi a Giovinco - Al momento del cambio (al 26' della ripresa, per far posto a Tevez) parte del pubblico ha salutato l'uscita dal campo di Giovinco con sgradevolissimi fischi che hanno irritato il ragazzo, che era già stato beccato in campo per ogni minima imperfezione. Seba ha risposto con un 'vaffa' e si apprestava a dirigersi verso gli spogliatoi, contravvenendo alla norma disposta da Conte per la quale chi viene sostituito deve assistere dalla panchina al resto dell'incontro. E Conte, intuendo il momento difficile del ragazzo, lo ha fermato, abbracciato ed esortato ad accomodarsi in panchina. Poi, nel dopogara, nelle varie interviste, ha rimarcato la sua amarezza per questi episodi: "Non mi va di commentare - ha detto a Mediaset Premium -  perché trovo inaudito che in una squadra che è il terzo anno consecutivo che sta facendo qualcosa di straordinario alcuni calciatori vengano presi di mira per non so quale motivo o perché qualche campagna mediatica è fatta ad arte per dare fastidio. A me dà molto fastidio. Sono talmente amareggiato per questa situazione che non ho voglia neanche di parlarne. Il gesto che ho fatto con Giovinco lo farei per tutti, per Peluso, per Tevez.... Guai a chi tocca i miei calciatori, guai!!!!"
E in conferenza stampa ha rincarato la dose: "Che contro Giovinco ci sia del pregiudizio penso che sia evidente e dispiace perché viene fatta una campagna mediatica vergognosa nei confronti di questo calciatore, quindi non mi piace questo, non mi piace perché non bisogna mai mancare di rispetto alle persone. Quando io leggo che sono costretto a far giocare Giovinco perché non ne ho altri, è brutto. In 30 anni di calcio non mi è mai capitato di leggere una cosa del genere. E' brutto e questo fa capire che c'è prevenzione nei confronti di un calciatore. Non dimentichiamo che l'anno scorso, fino a gennaio, ci ha trascinato lui, perché ce l'ho fisso in mente quello che ha fatto Giovinco. Però non è simpatico, è piccolino forse, o magari non parla con qualche giornalista, non dà la formazione, forse fa questo Giovinco, sta sulle palle e allora lo si massacra. E purtroppo chi legge si fa condizionare, perchè è questa la verità. In  me c'è grandissima amarezza perchè, ripeto, toccatemi tutti, ma non toccatemi i giocatori. Io mi scaglio contro chi tocca i calciatori, mi scaglio con tutto me stesso, non mi interessa chi è, anche se è della stessa fede, perchè ci vuole rispetto, per gente che sta facendo grandissime cose, e questo è il terzo anno. Poi nel momento in cui non ci sarò più io qui, fate quello che volete".
E ha concluso: "Voleva andare dentro Giovinco e l'ho trattenuto, perché non è giusto. Perché così mi fate dei danni, perché dopo a me tocca arrivare alla fine della stagione con i giocatori, distrutti psicologicamente".
E l'ennesimo monito ai giornalisti: "Imparate anche a scrivere bene, perch&eacurong>Juventus:/antipatci. I simpatici sono quelli che sentite per telefono, gli antipatici sono quelli che non sentite per telefono, perchè questa è la verità".


 


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