Marotta: Conte come Ferguson e Wenger.

News, 14 gennaio 2014.
 
Marotta: Mi auguro che Conte diventi per la Juve quello che è stato Ferguson per lo United o è ancora Wenger all'Arsenal; non so se Berardi giocherà con noi l'anno prossimo, quella della Juve è una maglia pesante. Buffon: "Rispetto alle top top d'Europa, a noi qualcosina manca, però i lavori sono in corso". Zidane: Un giorno Pogba potrà vincere questo premio. L'Ifab si sgancia dalla Fifa.
 
 
Marotta: Conte come Ferguson e Wenger - Beppe Marotta ieri a 'Radio anch'io lo Sport' ha affrontato tutta una serie di tematiche relative al pianeta Juve. A cominciare da Conte, passato, presente e futuro: "Nella storia la Juve è sempre stata la squadra da battere e gli avversari di turno danno in campo qualcosa in più. Conte è riuscito a far capire questo forte della sua esperienza da calciatore. Conte riesce a far affrontare ogni tipo di avversario con la giusta capacità caratteriale. Antonio ha bruciato le tappe, creando fin da subito una grande squadra. Questo lo annovera fra i migliori al mondo nel suo lavoro. Siamo la Juventus, una grande società. Il palcoscenico italiano forse è un po' limitato ma la Juventus ha un palmarès ricco di trofei e sta riconquistando credibilità. Il potere economico non è pari a quello dei grandi club. ma c'è una grande competenza, per questo sono ottimista per il suo futuro. Mi auguro che Conte diventi per la Juve quello che è stato Ferguson per lo United o è ancora Wenger all'Arsenal".
Un Conte che impersonifica in pieno quella cultura del lavoro che è insita nel modello Juve: "Dietro questi successi c'è fatica e una profonda cultura del lavoro ogni giorno. Conte è l'allenatore ma anche il gestore di questo gruppo. Conte coniuga le capacità tecniche e quelle gestionali a livello psicologico. Al fianco di una grande squadra c'è sempre una grande società. La Juventus ha una grande storia, ma anche un grande modello societario che può supportare al meglio il settore sportivo. Vincere per noi è l'obiettivo primario. Quello del terzo successo di fila in Serie A sarebbe qualcosa di storico e la società sente fortemente questo traguardo. Oggi ci sono le premesse, però così come noi abbiamo rimontato la Roma, può accadere il contrario. Per riuscirci dovremo fare molta attenzione per avere la meglio di Roma, Napoli e Fiorentina che sono le avversarie più agguerrite".
E il modello societario bianconero è un modello virtuoso anche sul piano della sostenibilità finanziaria: "Il nostro modello di riferimento è vincente. Il fair play finanziario  è anche il nostro traguardo, ma il calcio dovrebbe essere attività sostenibile, limitando le perdite. La Juve ha fatto ultimamente un aumento di capitale che è stato sottoscritto dagli azionisti. Non mi sembra corretto richiamare questo genere di intervento. Non si possono chiedere sempre aumenti di capitale. Poi arrivano i ricchi che fanno spese folli, ma sono in controtendenza e fuori dal buonsenso".
L'uomo del giorno è Berardi che ha seppellito il Milan ("E' un peccato, è una società importante, ma il calcio ci ha insegnato che esistono dei cicli che hanno un inizio e una fine. E la cosa più difficile per una dirigenza è capire quando comincia il declino del ciclo. Mi dispiace perché questo tocca una figura importante del nostro calcio come Galliani. Mi piacerebbe che il Milan tornasse quello di prima anche per batterlo e finire prima dei rossoneri") sotto un fantastico poker; così ne parla Marotta: "Dobbiamo guardare avanti senza accontentarsi del presente. Per farlo serve programmare, valorizzando i giovani esistenti. Assieme a me lavora Fabio Paratici che lavora e coordina tutti gli scout della Juventus. Grazie a lui si sono concluse operazioni come quella di Berardi. Sono sette i giovani che abbiamo mandato in prestito in Serie A, oltre ad un altro nutrito gruppo sparso fra Serie B e i campionati esteri. Berardi è in comproprietà con il Sassuolo. Con Squinzi abbiamo rapporti ottimi e quindi sono convinto che porteremo avanti questa collaborazione. Al momento non so dire se Berardi farà parte della rosa della Juventus per la prossima stagione. Ancora non ha 19 anni e il passaggio alla Juventus è qualcosa di molto pesante per tutti".
Su Pirlo: "Lo ha detto lui la scorsa settimana che questo è il suo habitat naturale. Abbiamo parlato e nel mese di febbraio troveremo la soluzione per proseguire insieme".
Su Pogba: "La Juventus nella sua storia ha sempre comprato molto e venduto poco parlando di campioni. Dal nostro punto di vista non vogliamo vendere Pogba e finora abbiamo chiuso la porta ad ogni possibile acquirente".
E su Marchisio: "Non esiste alcun problema. Claudio è uno dei pochi ragazzi, assieme a De Ceglie, ad aver vestito tutte le maglie del settore giovanile della Juventus. Lui ama questa maglia. Con i tanti impegni stagionali ogni giocatore vive periodi di minor utilizzo, ma tutto è nella normalità. L'esempio è proprio l'abbraccio fra Claudio e Conte".
 
Buffon: Lavori in corso per avvicinarci alle top top d'Europa -  Gigi Buffon era ospite ieri sera a Tiki Taka e nel corso della lunga intervista ha spaziato su vari temi relativi alla sua persona e al mondo Juve. Punto di partenza è stato il suo carattere:  "Le qualità sono quelle che ti aiutano a partire, ad emergere, a stimolare la curiosità degli altri, poi però per essere duraturo e mantenersi a certi livelli serve sempre una buona tempra, un carattere e un buon equilibrio".
Poi, alla domanda sulla difficile risalita dopo Calciopoli: "Il chiodo fisso era questo, solo ed esclusivamente questo. E' chiaro che si pensava e anch'io pensavo, che il tempo fosse un po' più breve, però è anche verpò che tutto questo digiunare ha fatto sì che le vittorie odierne abbiano un gusto e un sapore ancora più grande. E non ci si stufi".
Il dopo-Firenze: "Firenze era un po' un paradosso, perché se non sbaglio era solo l'ottava partita: ne avevamo vinte sei, pareggiata una  e persa una. Secondo me c'era stato un po'  un accanimento esagerato. Però è anche vero che ci ha fatto bene perché vuol dire che da una giornata nefasta abbiamo tratto le energia, la rabbia giusta per poter poi inanellare queste vittorie. Probabilmente, se non avessimo perso in una maniera così fragorosa, adesso non saremmo qui a parlare di undici vittorie consecutive".
Su un Conte alla Ferguson che possa restare molto a lungo alla Juve: "Credo che le caratteristiche del mister siano adatte a quelle della nostra società, cioè credo sia realmente un binomio perfetto".
Sul confronto con le big d'Europa: "Rispetto alle top top d'Europa, a noi qualcosina manca. Però i lavori sono in corso, in questi due anni e mezzo siamo cresciuti e abbiamo ancora margini di miglioramento. Fino all'anno scorso, agli ottavi di finale della Champions League, ero convinto che avremmo fatto gara con tutti, ce la saremmo giocata alla pari con tutti. Nel momento in cui abbiamo incontrato il Bayern Monaco, che probabilmente è ancora la più forte d'Europa, mi sono accorto che qualcosina c'era ancora da colmare".
Su Pogba: "Pogba è uno di quei giocatori che lasciano a bocca aperta. Ma devo dire che dopo 3-4 allenamenti... nel momento in cui nessuno osava spendere una parola per lui, noi compagni di squadra, quando lo abbiamo visto da sconosciuto, presentarsi e fare 3-4 allenamenti con noi, ci siamo guardati in faccia, come per dire: ma a Manchester sono sicuri di averci visto bene o probabilmente qualcuno ha avuto problemi di vista? Ci ha impressionato immediatamente".
Su Berardi: "Sicuramente un ragazzo di 19 anni che lascia un'impronta così importante in una partita come quella di ieri contro il Milan, ma poi lascia un'impronta in ogni gol che fa il Sassuolo, ha delle doti fuori dal comune. E non penso che in questo momento l'Italia pulluli di talenti così importanti da poterlo tenere in ombra. Sicuramente quello che sta facendo è sotto gli occhi di tutti".
Chiusura sul goal di Muntari, su come sarebbe finita se fosse stato dato: "Ma sai, io non mi chiedo quando vedo che l'Inter ha vinto 4-5 scudetti di fila, come sarebbe andata a finire se ci fosse stata la Juve, per cui s'è scritta la storia in quella maniera. Poi mancavano ancora tantissime gare alla fine, il campionato era ancora apertissimo e probabilmente se l'abbiamo vinto è perché ce lo meritavamo".
 
Zidane: Pogba potrà essere un giorno Pallone d'Oro - A Zurigo si è svolta la cerimonia di premiazione del Pallone d'Oro, andato stavolta a Cristiano Ronaldo, alla presenza di tuti grandi del calcio. C'era Andrea Agnelli e c'era Paul Pogba. C'era anche Zinedine Zidane che così ha parlato del giovane connazionale: "Pogba è ancora giovane, deve ancora lavorare. Ma è un giocatore importante, per cui un giorno potrà vincere questo premio. Tra qualche anno potrebbe già essere candidato, magari tra i tre finalisti. Real Madrid su Pogba? Vediamo, ma è difficile. Tutti lo vogliono".
 
L'Ifab si sgancia dalla Fifa - L'Ifab (International football association board), l'organizzazione che da 127 anni veglia sulle regole del calcio, sinora integrata nella Fifa, cambia ora il proprio Statuto, diventando un'associazione di diritto svizzero, indipendente sia dalla Fifa che dalle quattro Federazioni britanniche (inglese, scozzese, gallese e irlandese) che la fondarono nel 1886. L'Ifab detiene il potere unico e assoluto di poter apportare novità nel regolamento del gioco del calcio (l'ultima è stata l'introduzione della tecnologia contro i gol-fantasma).


 


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