Conte: Parlerà il campo!

News, 5 gennaio 2014.
 
Conte convoca 23 giocatori: sì a Barzagli, Pirlo e Tevez. Conte: Sarà il campo, come sempre, a dare le risposte giuste. Conte: Garcia è persona molto scaltra, che si è calata subito in un ambiente come quello di Roma.
 
 
Sono 23 i convocati di Conte - La rifinitura ha tolto ad Antonio Conte qualsiasi residuo dubbio potesse avere sulle condizioni di Barzagli, Pirlo e Tevez "Ho tre pensieri in testa, tre situazioni da valutare: Pirlo, Barzagli e lo stesso Carlos. Le valuterò insieme ai giocatori, insieme al mio occhio e poi prenderò la giusta decisione, sapendo di essere molto sereno, perchè, ripeto, ho un gruppo di ragazzi straordinario, che si mettono sempre a disposizione", aveva detto in conferenza stampa).
Questo l'elenco: Buffon, Chiellini, Caceres, Ogbonna, Pogba, Marchisio, Vucinic, Tevez, De Ceglie, Giovinco; Peluso, Llorente, Barzagli, Bonucci, Padoin, Pirlo, Asamoah, Vidal, Lichtesteiner, Quagliarella, Storari, Isla, Rubinho.
Non convocati: Bouy, Motta e Pepe (i primi due potrebbero partire nel mercato di gennaio, Pepe deve ancora recuperare sul piano della condizione).
A centrocampo Pogba sembra aver vinto il duello con Marchisio; per il resto, salvo imprevisti dell'ultima ora, giocheranno i titolarissimi, difesa con Barzagli, Bonucci e Chiellini, Asamoah e Lichtsteiner sugli esterni, Pirlo e Vidal con Pogba a centrocampo, Llorente e Tevez davanti.
 
Conte: Parlerà il campo - La conferenza stampa di Conte non poteva certo prescindere dalle polemiche suscitate nei giorni scorsi dall'ambiente giallorosso, e infatti la prima domanda ha chiesto appunto al mister bianconero un commento sulle recentissime affermazioni di De Rossi e Totti, che hanno detto che anche questa Juventus ogni tanto riceve qualche aiutino. Secca la risposta: "Ma sai, già potrei obiettare sull'anche... (ridendo). Guarda, la prendo sul ridere perché è giusto che quando ci sono chiacchiere da bar, da tifosi, bisogna prenderla sul ridere e prenderla in maniera molto serena. Io dico che non ci sono delle risposte da dare a chi fa queste affermazioni. Anzi, io insegno ai calciatori, a chi lavora con me, a chi mi frequente, che le risposte vanno date sempre sul campo, perché il campo rende giustizia sempre a tutto e a tutti. E dico che in due anni e mezzo il campo ha reso giustizia alla squadra più forte, in maniera anche molto netta e clamorosa alcune volte".
Concetto ribadito poco dopo, con una riflessione amara su un mondo che non vuol cambiare: "Sicuramente ci saranno in campo due squadre che vorranno vincere. La Juventus da una parte e la Roma dall'altra. Quindi è inevitabile che ci saranno delle strategie tattiche, utilizzate sia dalla Juventus che dalla Roma, e che le parole se le porterà via il vento. Poi ci saranno i fatti, si dovrà vedere sul campo chi avrà più voglia di vincere, chi avrà adottato la tattica migliore per vincere. Ripeto, il campo è sempre quello che parla, le chiacchiere stanno a zero e servono solo ad alimentare polemiche e a creare delle situazioni che non hanno niente a che fare col calcio. Stiamo cercando di cambiare questo calcio, però mi sembra che non si voglia fare, perché ogni partita è accompagnata sempre da qualche polemica e sembra che la polemica sia più importante della partita. Questo è il calcio in Italia, oggi. La polemica sembra più importante della partita, ecco".
Poi una valutazione sul calcio italiano: "Il calcio italiano non è vecchio, il calcio italiano è un tipo di calcio dove secondo me ci sono tra gli allenatori più bravi in assoluto da un punto di vista tecnico-tattico. Quindi non è che il calcio italiano è vecchio, è che il calcio italiano per via della crisi economica si sta privando dei campioni. Chiariamo bene questo fatto: non è che c'è o c'era bisogno di portare delle novità. Le nuove leve, gli allenatori è tutta gente che ha delle grandissime idee di calcio, le stiamo sviluppando, quindi da questo punto di vista è bene distinguere la crisi economica dalla crisi tecnico-tattica, perchè sono cose totalmente differenti. Ribadisco, penso che in Italia ci siano tecnici molto preparati da questo punto di vista e che si stia studiando per cercare di migliorare sempre di più".
Ha concluso sull'importanza di questa gara nell'economia del campionato: "Questa è una partita, come ho sempre detto, che vale tre punti. Vale tre punti la partita contro la Roma, così come valeva tre punti la partita contro il Napoli, così come valeva tre punti contro il Milan, come valeva tre punti la partita con il Sassuolo. Dico sempre che se vinciamo con la Roma dobbiamo poi essere bravi a vincere a Cagliari, altrimenti depauperiamo un po' quella che è la vittoria con la Roma. Quindi è una partita come le altre. Detto questo, vincendo, è inevitabile che ci portiamo a 8 punti, che sono una distanza bella, una distanza importante, però può essere anche una distanza che diventa un'illusione se perdiamo la concentrazione, la determinazione, la voglia, che abbiamo in questo campionato e che stiamo proponendo da nove partite a questa parte. Non dimentichiamo che eravamo cinque punti sotto la Roma e in poche partite ne abbiamo recuperati dieci, sta a significare che come l'abbiamo fatto noi, lo possono fare anche loro o altre squadre come il Napoli".
 
Conte: Garcia? Persona scaltra che si è calata perfettamente nella realtà di Roma - In conferenza stampa , con poche ben assestate frasi, Antonio Conte ha saputo tracciare il profilo di Rudi Garcia: "Di Garcia mi ha stupito sicuramente il fatto che si è integrato benissimo e si è calato perfettamente in una realtà molto difficile come quella di Roma. Ma mi ero già accorto quando ci ho parlato, quando abbiamo giocato in Supercoppa e siamo stati ospiti a Trigoria; parlandoci quindici minuti mi ero accorto comunque di una persona molta scaltra, di una persona che aveva ben fisso in testa quello che doveva fare, di una persona che secondo me si è resa conto subito della situazione in cui si trovava. La piazza di Roma non è una piazza facilissima, quindi grandissimi meriti vanno a Garcia proprio perché si è calato nell'ambiente in una maniera molto molto naturale".
E ha aggiunto: "Di base è stato facilitato dal fatto di trovare una squadra che, come l'ho trovata io, veniva da due stagioni da dimenticare, veniva da una Coppa Italia persa contro la Lazio e veniva da giocatori contestati, quindi grande voglia di metterla sul campo. E in più grande qualità tecnica, perché non dimentichiamo che gli interventi della Roma sono stati mirati, ben fatti, con De Sanctis, con Maicon, con Benatia, con Gervinho, con Strootman, con Ljajic, cioè, stiamo parlando di giocatori di ottimo livello. Il punto forte della Roma è sicuramente la convinzione che hanno, in quello che fanno. D'altronde quando sei imbattuto da 15 partite... a noi è successo il primo anno: siamo riusciti a rimanere imbattuti per tutto il campionato e a vincere lo Scudetto, quindi niente è impossibile. Detto questo, noi il primo anno avevamo davanti squadre importanti come il Milan di Ibrahimovic, Thiago Silva, due su tanti; c'era l'Inter che era l'Inter del triplete, c'era il Napoli con Lavezzi, Cavani e Hamsik. Oggi la Roma ha davanti la Juventus e noi dovremmo essere molto bravi a mantenere la prima posizione, sapendo che dietro c'è la Roma, il Napoli e altre squadre che non vedono l'ora di avvicinarsi e superarci". 

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