Conte chiama la bolgia. Juve giù nel ranking Uefa.

News, 27 ottobre 2013.
 
Sono 21 i convocati per Juve-Genoa: i problemi sono in attacco con Vucinic e Quagliarella ancora ko e Giovinco malconcio. Conte interpreta le parole di Agnelli: Il presidente, come me, pensa che non dobbiamo dare nulla per scontato perché vincere ancora sarà difficilissimo. Conte smentisce i contrasti con Marotta e bolla come tentativi di destabilizzare l'ambiente tutti gli spifferi in proposito. Dopo Madrid la Juve scende al 25° posto nel ranking Uefa.
 
I 21 convocati - Dopo l'ultimo allenamento, svoltosi non, come di consueto, a Vinovo ma allo Juventus Stadium (il prato è stato rizollato e Conte ha voluto che i suoi familiarizzarsero col nuovo manto erboso), è stato diramato l'elenco dei 21 convocati per la partita contro il Genoa:  Buffon, Chiellini, Caceres, Ogbonna, Pogba, Marchisio, Tevez, De Ceglie, Giovinco, Peluso, Llorente, Barzagli, Motta, Bonucci, Padoin, Pirlo, Asamoah, Vidal, Storari, Isla, Rubinho.
Così ha spiegato Conte in conferenza stampa: "Per quanto riguarda l'elenco infortunati, sia Vucinic che Lichtsteiner stanno proseguendo il programma di recupero, non erano cose da poco e quindi abbiamo uno staff medico altamente qualificato e preparato che li mette nelle condizioni migliori per lavorare e per recuperare. io mi fido ciecamente di loro e quindi mi auguro che a breve, non a brevissimo, possano tornare a disposizione. Sicuramente non è un periodo fortunato da questo punto di vista, soprattutto nel reparto attaccanti, visto che abbiamo Giovinco che purtroppo si sta trascinando un problema a un piede dalla partita con il Milan. Il ragazzo pur di essere a disposizione si sottopone prima di ogni partita a degli interventi di antidolorifico, quindi va premiato questo. Speriamo di avere quanto prima anche Fabio Quagliarella a disposizione, per il resto stringiamo a denti soprattutto nel reparto offensivo, perché è un momento di difficoltà, nel senso che devono giocare sempre gli stessi. Per quello che riguarda gli allenamenti, cerchiamo sempre di dare la possibilità, nelle rotazioni, a quegli elementi che vanno nelle Nazionali e quindi non rimangono a Vinovo nelle due settimane in cui ricarichiamo le pile, di poter usufruire di questo mini-break per cercare di allenarsi, anche perché c'è bisogno per affrontare gli impegni da qui fino alla prossima sosta".  
 
Conte 'legge' le parole di Agnelli - In occasione dell'Assemblea degli Azionisti Andrea Agnelli, sempre molto vicino al campo oltre che ai conti, aveva lanciato alcuni messaggi abbastanza espliciti anche all'ambiente e alla squadra. E ieri l'argomento ha tenuto banco nella conferenza stampa pre Juve-Genoa di Antonio Conte, il quale così ha letto l'invito del presidente a guardarsi negli occhi e ad astenersi dalla presunzione:  "Io penso che non abbia dato un solo messaggio, io è da luglio, primi di agosto, che sto ribadendo certi concetti, che se volete ve li ribadisco un'altra volta; nel senso che sarà molto difficile quest'anno, perché dopo che si vince due anni comunque subentrano determinate situazioni inconsce, a livello psicologico e magari si dà per scontato un po' tutto, però quando io ho parlato mi sono riferito a tutti. Penso che il presidente abbia voluto dare un segnale a tutti, nessuno escluso, quindi sono contento di essere stato precursore di quello che ieri ha detto il presidente, ha rimarcato, così come sono convinto che questo mio gridare 'al lupo, al lupo', già ad agosto abbia già fatto iniziare un percorso importante alla squadra. Perché se non avessi iniziato a fare 'al lupo, al lupo', ad agosto, staremmo a trovarci oggi di punto in bianco, davanti a queste parole, così... Saremmo stati un pochettino non preparati. Invece il fatto che io sia stato buon precursore, diciamo che abbiamo iniziato a lavorare tutti. Quando parlo e dico a tutti, mi riferisco a tutti, per cercare di evitare quello che ha detto il presidente". L'altra frase di Andrea di cui è stata chiesta l'esegesi a Conte è 'Dobbiamo scegliere se giocare bene o vincere la Champions;così se la spiega il tecnico: "Decidere se dobbiamo giocare bene o vincere?  Penso che quelle parole non siano state interpretate nella giusta maniera: io non trovo altra via se non giocare bene per vincere, anche perché se giochi male la fortuna ti può accompagnare per due-tre partite, quando invece giochi bene, c'è un'organizzazione, ci sono giocatori che suonano uno spartito, tutti quanti suonano in un'orchestra, si gioca bene e si vince, questo è stato il nostro motto, il nostro credo in questi due anni e anche in questi due mesi, continuerà ad esserlo, e non può essere altrimenti, perché la vittoria finale, non singola... perché la vittoria singola può accadere anche con un non bel gioco, ma siccome noi miriamo ben più in alto, alla vittoria finale, non può prescindere dal bel gioco, da quello che abbiamo abituato i nostri tifosi in questi due anni e in quello che stiamo cercando di fare anche quest'anno. Ripeto, non si possono scindere le due cose, se non in una partita singola. E in una partita singola, dell'importanza del ritorno con il Real Madrid, posso anche dire, giochiamo male e vinciamo, perché la posta in palio è importante. Ma so anche che giocando male non si va da nessuna parte, invece devono essere sempre abbinati la buona prestazione, il bel gioco. Io sono un cultore di questa filosofia, quindi penso che sia la strada giusta, la strada giusta sia quella del bel gioco che porta i risultati. Non dobbiamo mai perdere questa strada, così come sono convinto che il presidente voleva dire, che nella singola partita, preferisce che in una partita importante come quella con il Real Madrid, giocare anche male e vincere, piuttosto che uscire tra gli applausi del Bernabeu e tornare a casa con una sconfitta. E' questo il pensiero, bisogna dare la giusta interpretazione, altrimenti saremmo su due linee discordanti e questo non è, perché io ci parlo quotidianamente".
 
Conte: I miei dissidi con la dirigenza? Solo destabilizzazione - Uno temi su cui più insistono i media è quella di un Conte con la valigia in mano per insanabili conflitti che lo contrapporrebbero a Marotta. Marotta ha già smentito, ha parlato di confronto, ma non di contrasti; e Conte va oltre, vede in queste voci ricorrenti e insistenti un tentativo di destabilizzare l'ambiente: "Io colgo di nuovo questa occasione di questa domanda per sottolineare un fatto molto molto chiaro e molto chiacchierato. Quando io parlavo di destabilizzazione, c'è anche il fatto che io sia ai ferri corti con Marotta, con la società. Questo fa parte della destabilizzazione che si vuole fare per non farci vincere ancora quest'anno, per far vedere che comunque ci sono dei problemi, che ci sono dei problemi all'interno della Juventus, tra di noi e che quindi comunque si sta cercando di sfasciare il tutto. Io penso che in due anni si sia creato veramente qualcosa di incredibile, si sia creata una piccola macchina da guerra che in due anni ha vinto quattro trofei, ha abbattuto i costi e questo è sotto gli occhi di tutti, perché ieri si è parlato di conti, ma quello che poi secondo me alla fine conta più di tutto, più dei conti, sono i risultati sportivi. I risultati sportivi dicono che in due anni miei di gestione, di questi calciatori, abbiamo praticamente vinto quasi tutto quello in cui abbiamo partecipato, perchè abbiamo vinto due Scudetti, due Supercoppe, abbiamo perso una finale e una semifinale di Coppa Italia. Alla prima apparizione in Champions siamo usciti ai quarti con la vincente della Champions. Io penso che fare più di quello che abbiamo fatto, secondo me, era impossibile e debbo dire che la Juventus ha ritrovato appeal internazionale penso per grande merito per il lavoro che si è fatto sul campo, mio e dei calciatori, quindi unito al lavoro della società, a livello di mercato, siamo riusciti a fare qualcosa di incredibile e di straordinario. Però sappiamo che nel calcio non basta, che nel calcio bisogna sempre pensare al domani, che quello che si è fatto ieri non conta più, l'importante è che noi sappiamo questo. Da parte mia lo sapevo a maggio, l'ho anche detto, cerchiamo di far girare la macchina a 3000 all'ora se vogliamo ripetere i successi dell'anno scorso". E c'è un appello per i tifosi: "Invito anche l'ambiente juventino e i tifosi juventini a non dare niente per scontato, niente, niente, di starci vicino e di ritrovare quell'entusiasmo che avevamo il primo anno, quando venivamo da due settimi posti. Io penso che se ritroviamo quell'entusiasmo, la squadra lo sente. Forse la squadra in questo momento sente l'ambiente anche un po' ovattato, un po' scontato e magari anche la squadra pensa che tutto sia scontato. Ritroviamo tutti un po' quella verve, quell'entusiasmo, quella fame che avevamo  quando venivano qui le squadre in casa, venivano assalite da undici giocatori in campo, ma anche da chi stava sugli spalti. Oggi si è tornati un po' a teatro, ecco..."
 
La Juve perde tre posizioni nel ranking Uefa - La sconfitta di Madrid è costata alla Juve anche la perdita di due posizioni nel ranking Uefa, dal 23° al 25° posto, con 61.787 punti: è stata infatti sorpassata da Rubin Kazan (62.533) e PSV Eindhoven (62.229), che prima dello scorso mercoledì la seguivano a ruota. La Juventus rimane comunque la terza squadra italiana, dopo l'Inter, decima (93.787 punti) e il Milan, 12°  (88.787). Il ranking Uefa prende infatti in considerazione le ultime cinque stagioni sportive. In testa rimangono invariate le prime sette posizioni (Barça, Bayern Monaco, Real Madrid, Chelsea, Manchester United, Benfica e Arsenal).

 


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