Agnelli lancia un SOS: c'è un calcio da governare! Mughini perdonato da Dondarini.

News, 26 ottobre 2013.
 
Agnelli, nel discorso agli Azionisti, denuncia l'immobilismo del calcio italiano. I temi della conferenza stampa di Agnelli: Per ri-rivincere bando all'ingenuità e alla supponenza  e invece tanta cultura del lavoro; l'accordo di sponsorizzazione tecnica con adidas; la necessità di un cambiamento di rotta in Lega Calcio. Marotta bolla come fantacalcio le voci su Prandelli. Marotta: Imminenti i rinnovi di Vidal e Pogba. Mazzia e Marotta sul caso Mutu. Paolo Dondarini ha accettato le scuse di Mughini e ha ritirato la querela nei suoi confronti.
 
Agnelli punta il dito sui mali del nostro calcio - L'assemblea degli Azionisti della Juve tenutasi ieri allo Juventus Stadium e chiamata ad approvare il bilancio 2012/13 si era aperta con un filmato celebrativo dei successi riportati dalla squadra nella scorsa stagione. Poi, davanti alle circa 200 persone presenti (piccoli azionisti e soci di minoranza) ha preso la parola il presidente Andrea Agnelli che, nel suo discorso, riportato integralmente sul nostro sito, ha sostanzialmente ripreso, con tono pacato ma assai fermo, i temi contenuti nella lettera agli Azionisti, temi sui quali peraltro ritorna spesso in ogni occasione: l'immobilismo del calcio italiano, sempre più vecchio e sempre meno competitivo e il rischio per chi, come la Juve, vuole crescere, di rimanere intrappolati in queste sabbie mobili: "La Juventus potrà continuare ad essere competitiva in campo internazionale ed equilibrata finanziariamente solo se sul fronte dei ricavi il sistema la metterà in grado di esprimere completamente il proprio potenziale". Ma "In un contesto come quello italiano che da molto tempo ha sviluppato una radicata cultura di potere e una precaria cultura di governo, non è facile anzi è difficilissimo.”
 
Agnelli: Non si vince grazie alla storia ma al lavoro quotidiano - La conferenza stampa che ha chiuso la giornata assembleare si è aperta con Andrea Agnelli a rispondere su quesiti di campo, che si sono poi allacciati alla delusione per la  sconfitta di Madrid. E il presidente ha riconfermato quella che da sempre è la filosofia di Conte e dell'intera società, l'importanza del lavoro: "La Juventus non vincerà grazie alla sua storia, ma grazie al lavoro di ogni giorno, da parte di tutti. Forse quando si vince è più difficile mettersi in discussione e si è portati a pensare che tutto quanto facciamo sia giusto". E la supponenza sarebbe un gravissimo errore: "E’ giusto invece guardarsi negli occhi e ricordare che non si vince grazie alla storia, ma al lavoro quotidiano". E se Conte sin da inizio anno ha sottolineato sino alla noia quanto sarà difficile ripetersi ancora, Agnelli la pensa esattamente nello stesso modo: "Conte ha ragione. Vincere è difficile, rivincere è molto difficile, ri-rivincere ancora di più. Ci sarà un motivo se la Juventus, dagli anni trenta in poi, non ha mai vinto tre scudetti di fila. Se ci riuscissimo riscriveremmo la storia stessa di questa società". Ma niente è perduto: "La stagione è iniziata da due mesi, abbiamo già portato a casa un trofeo, siamo secondi in campionato e ancora in corsa per qualificarci in Champions League. Un pareggio a Madrid non avrebbe cambiato molto rispetto alla sconfitta. Contro il Real ci sono state un paio di ingenuità da parte nostra e queste a livello europeo in generale e a Madrid in particolare non sono ammesse. Dobbiamo essere più cinici e meno ingenui perché è una partita che, l'avete detto tutti voi ma anche all'estero, si poteva tranquillamente portare a casa".
Ha risposto anche ad una domanda relativa al nuovo accordo di sponsorizzazione tecnica stipulato con adidas, allontanando le polemiche di provenienza rossonera, secondo le quali il Milan avrebbe, con la stessa adidas, un contratto più remunerativo: "Abbiamo ancora un anno e mezzo di rapporto con Nike e ci teniamo molto perché ci sono diverse attività da sviluppare. Abbiamo quindi trovato in Adidas il player successivo e ne sono felice e orgoglioso. Si tratta di cifre importanti, certo, ma non dobbiamo guardare solo al mercato italiano. Proprio oggi circolano indiscrezioni di un accordo tra Nike e una delle principali squadre europee del valore di 70 milioni di Euro annui. A questo dobbiamo guardare, non a chi guadagna di più nel nostro paese".
Non ha mancato, anche in questa circostanza, di auspicare un cambiamento di rotta della Lega, cambiamento di cui tutto il sitema dovrebbe trarre vantaggio: "L’obiettivo di tutti è massimizzare i ricavi della vendita dei diritti televisivi in Italia e all’estero, ma anche fare in modo che questa voce sia sempre meno decisiva rispetto ad altre fonti di guadagno. Se si guarda alla crescita del sistema calcio inglese o tedesco si vede che questo ha permesso una crescita delle società medio piccole, che non è andata a discapito dei top club, tanto è vero che dei club non di prima fascia hanno potuto acquistare dei Nazionali italiani. Osvaldo e Giaccherini non sono secondi a nessuno, sono due nazionali italiani e sono stati acquistati da realtà che definiremmo medio-piccole. La Lega deve ambire a far crescere la competizione all'interno del suo sistema,  permettere a tutte le società di fare offerte per giocatori di qualità. Anche noi dobbiamo ipotizzare un Sassuolo che possa permettersi di spendere 15 o 20 milioni di Euro per un Nazionale inglese o tedesco. Se arrivassero giocatori di questa qualità anche in realtà medio-piccole, crescerebbe il livello del prodotto calcio. Stimo il presidente della Lega e lo conosco fin da quando lavorava in Fiat, ma oggi serve un presidente di rappresentanza e un amministratore delegato che gestisca la Lega stessa".
 
Marotta allontana Prandelli - Beppe Marotta ha allontanato ieri con decisione gli spifferi che riferiscono di un Conte con le valigie in mano e un Prandelli già dietro l'uscio: "Non esiste nessun presupposto che possa portare Conte ad interrompere il rapporto con la Juve. Non abbiamo mai pronunciato il nome di Prandelli e le voci su di lui sono fantacalcio - dice - Con Conte abbiamo rapporti ottimi  e siamo orgogliosi di averlo come allenatore. E' logico che ci si confronti, ma non esistono motivi di dissidio. Sono voci che vengono messe in giro per destabilizzare la società. Da quando c'è lui  i risultati sono in crescita e nessuna società si può privare di un allenatore vincente. Per cui immaginare che ci stiamo dedicando alla ricerca di un altro è cosa fuori da ogni verità. La Juventus in questo momento non è una società che sta cercando ipotesi alternative, perché siamo molto soddisfatti di Conte che ha un contratto con noi e dunque sono assolutamente infondate che ci vorrebbero assolutamente impegnati alla ricerca di un allenatore futuro dopo Conte.".
 
Marotta: Vidal e Pogba vicini al rinnovo - In conferenza stampa Marotta ha parlato dei rinnovi contrattuali, ormai prossimi, di Vidal e Pogba: "Per quanto riguarda
Vidal, come sapete, lo avete scritto anche voi, i contatti sono proseguiti in questi ultimi periodi, in queste ultime settimane. Abbiamo praticamente raggiunto un accordo di massima, siamo ai dettagli finali, quindi direi che quanto prima annunceremo il prolungamento del contratto, a testimonianza che il calciatore ha gradito molto questa definizione. Il giocatore gradisce di stare con noi, di continuare la sua esperienza della Juventus, dove ritiene e crede di potersi togliere ancora tantissime soddisfazioni. Penso che nelle prossime settimane annunceremo"E le parole di Marotta sono state confermate al volo proprio dal centrocampista cileno che, insieme al suo procuratore, ha ritwittato le parole di Marotta postate dalla Juventus, quasi una firma.
"Per quanto riguarda Pogba, ci troviamo davanti ad un'esplosione abbastanza repentina e direi anche inaspettata. Il merito va ascritto in primis al giocatore e a Conte che comunque ha valorizzato le risorse che erano nel giocatore. E anche per lui il primo contratto è stato fatto in modo potenziale, come è giusto che sia perché si trattava comunque di una giovane promessa che doveva dimostrare con i fatti di diventare una realtà. Oggi possiamo parlare di una realtà e quindi il presupposto importante è che abbiamo buoni rapporti con lui, buoni rapporti anche con l'entourage che lo rappresenta, e proseguire giustamente e opportunamente a prolungare il contratto con lui nelle prossime settimane, nei prossimi mesi, valuteremo".
 
Marotta e Mazzia sul caso Mutu - Marotta e Mazzia sono intervenuti anche a spiegare la posizione della Juventus sul caso Mutu.
Mazzia:  "Noi stiamo preparando il ricorso. Vi confesso che siamo rimasti molto sorpresi di questa sentenza avversa. Abbiamo ottime probabilità e comunque le percorreremo tutte per far valere le nostre ragioni. Ci sono due passi fondamentali: uno è il Tas,  e qualora dovessimo ancora averne bisogno c'è la Corte Federale Svizzera".
Marotta: "Noi siamo stati tirati in ballo chiaramente inconsapevolmente in ritardo, perchè evidentemente era una diatriba legale tra il Chelsea e Mutu, quindi noi non eravamo coinvolti. Ci siamo ritrovati quasi a verdetto pronunciato. Quindi abbiamo perso del tempo volontariamente per poterci poi difendere. Lo facciamo in questo periodo con quelli che sono i gradi di giudizio ancora permessi, ma sicuramente noi come sapete non siamo quelli che sono stati condannati in prima persona e quindi riteniamo che sia un provvedimento iniquo, però è inutile parlarne adesso che siamo ancora nella fase di presentazione di quelle che sono le nostre considerazioni".
 
Dondarini perdona Mughini - Era il 23 febbraio 2008, Dondarini aveva diretto Reggina-Juventus, finita 2-1 per i calabresi, in virtù di un rigore decisivo al 48' (e altri due, solari, su Nedved e Sissoko erano stati negati ai bianconeri): a 'Controcampo' Mughini, come tutto l'ambiente bianconero, era furibondo e arrivò a definire la direzione di gara del fischietto bolognese  la "costruzione diabolica di una mente malata". Dondarini, già provato per le vicende di Calciopoli (è stato condannato a due anni in primo grado nel rito abbreviato e poi assolto in appello), aveva querelato il giornalista, che dal tribunale di Bologna era stato condannato per diffamazione a 600 euro di multa, più un risarcimento (da fissarsi in giudizio civile, con una provvisionale immediatamente esecutiva di 8.000 euro) più il pagamento delle spese di parte civile (1600 euro). Ora si è appreso che Dondarini ha ritirato la querela nei confronti di Mughini, accettandone le scuse.
Continua invece la battaglia legale tra Paolo Dondarini e il duo Fabio Monti (giornalista del Corriere della Sera) e Paolo Mieli (direttore responsabile della testata), che il 5 luglio 2011 erano stati rinviati a giudizio per diffamazione aggravata a seguito di una querela presentata da Dondarini per un articolo dal titolo “Designazione a rischio Collina ha sfidato tutti” del 26 febbraio 2008  (in cui si affermava che l'osservatore arbitrale De Marchi, intercettato mentre conversava con Pairetto, avrebbe detto che Moggi gli aveva riferito che avrebbe richiesto “di avere ancora Dondarini in trasferta, perché con lui la Juve vince”. In realtà è stato assodato che il riferimento di Moggi fosse proprio, scherzosamente, allo stesso De Marchi).

 


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