Sarcastico Zoff: Ero un buon barbaresco, la Juve mi preferì lo champagne.

News, 19 ottobre 2013.
  
Per Vidal, rientrato dal Cile con due giorni di ritardo, ci saranno multa e panchina. Stamattina alle 9.45 la conferenza stampa di Conte. Zoff: Nel 1990 la Juve mi mandò via per puntare su un allenatore che era un prodotto giornalistico: io ero il barbaresco, lui lo champagne. Caceres: Sono pronto, voglio restare qui e vincere con la Juve.
 
 
Vidal rientrato solo in serata: verso la panchina - Arturo Vidal ha saltato l'allenamento della mattinata ma non solo: essendo arrivato alla Malpensa solo a pomeriggio molto inoltrato, non ha raggiunto Torino in tempo per poter svolgere un allenamento differenziato. Il cospicuo ritardo, oltre ad un'energica lavata di capo, si presume, da parte di Conte, gli costerà un robusta multa, per essere venuto meno alla dovuta puntualità in un momento impegnativo per la squadra, peraltro già penalizzata da altre assenze dovute ad infortuni. Gli costerà anche la panchina a Firenze perché, al di là un eventuale intento punitivo, il giocatore non avrà nelle gambe se non la rifinitura di stamattina. Troppo poco per una gara tosta come quella di Firenze.
 
Conte: siamo ai dettagli anti-viola - Mattinata di messa a punto dei dettagli dei movimenti, dei singoli reparti e di squadra, in vista della trasferta di Firenze per un Conte sicuramente irritato dall'assenza di Vidal: per fortuna che il trio Pirlo-Marchisio-Vidal dà le massime garanzie di affidabilità.
Oggi conferenza stampa alle ore 9.45. Poi la seduta di rifinitura e la partenza per Firenze.
 
Zoff: I sassolini di Zoff - E' un po' una sorpresa il Dino Zoff protagonista de 'La tribù del calcio' su  Premium Calcio: sì, una sorpresa perché il taciturno misurato e riservato friulano esprime, una volta tanto, quanto gli è rimasto dentro di certi avvenimenti, di certe critiche, di certi giudizi.
Racconta gioie e amarezze. Una gioia che ha confidato è la vittoria con gli azzurri ai Mondiali del 1982 quando Zoff, che in Nazionale aveva esordito a 26 anni, aveva ormai 40 anni: "Non c’è appassionato di calcio che non mi chieda come feci a parare il colpo di testa di Oscar nel finale di Italia-Brasile. E lo ammetto: quello fu un momento terribile non solo per i tifosi italiani, ma anche per me. Mi distendo per tutta la mia lunghezza e tengo la palla lì sulla linea, senza fare il gesto di respingerla, perché il movimento del braccio, a rientrare, potrebbe ingannare l’arbitro. Tengo la palla lì ma vedo i brasiliani che esultano come fosse gol, cerco l’arbitro e non lo vedo: secondi terribili. Poi vinciamo il Mondiale e io, è vero, festeggio restandomene in camera con Scirea. Tutti mi chiedono di andare a ballare. Secondo voi io vinco un mondiale a 40 anni e vado a ballare?"
L'amarezza che più lo ha segnato gliel'ha regalata invece proprio la Juve, non più in veste di giocatore ma in panchina: per aver conquistato una Coppa Italia e una Coppa Uefa con una squadra non certo farcita di top players fu ripagato con un addio.  "Divento allenatore dei bianconeri nell'89-90 e con una squadra modesta vinco Coppa Italia e Coppa Uefa. Pensate che stagione fu quella! - sbotta Zoff -  Eppure, la società non mi riconfermò per puntare su un allenatore che era un prodotto giornalistico. Ma era una novità, portava lo champagne e allora il buon barbaresco che avevi in casa non andava più bene. No dico, vi rendete conto, puttana Eva?". Un ricordo che brucia anche nell'animo di tanti tifosi bianconeri perché il 'prodotto giornalistico, che rispondeva al nome di Gigi Maifredi, voluto, senza se e  senza ma dal nuovo vicepresidente esecutivo Luca Cordero di Montezemolo che gli regalò, come dono di benvenuto, Roberto Baggio, Haessler, Julio Cesar e Di Canio, oltre ai suoi fedelissimi Luppi e De Marchi. Fu un fallimento totale, inziato con la batosta della Supercoppa italiana (5-1 dal Napoli) e finito con il settimo posto in campionato. Fu il primo prototipo di quella Juve smile che altrettanti smacchi avrebbe subito nel post Calciopoli (dove spuntò comunque ancora lo zampino di Montezemolo, se Blatter ebbe a dichiarare. "Quando scoppiò lo scandalo, nel 2006, Luca di Montezemolo svolse un importantissimo ruolo di moderatore. E' in gran parte merito suo se la Juventus non si rivolse ai tribunali ordinari dopo le sanzioni conseguenti allo scandalo"): alla fine lo spumante l'avrebbe bevuto la Samp e alla JUve sarebbero rimaste solo le bollicine.
Un'amarezza, questo addio forzato, che ritorna anche quando parla del confronto che talora viene instaurato tra lui e Gigi Buffon: "Non mi offendo certo se qualcuno dice non sono stato io il miglior portiere italiano di tutti i tempi: c’è chi mi ha preferito Maifredi come allenatore, ormai non potrei più offendermi per nulla. Ma a chi sostiene che Buffon è stato un portiere più bravo di me dico di no, il più bravo sono stato io".
 
Caceres: Il mio sogno? Restare qui tanti anni e vincere con la Juve - Martin Caceres a Conte è mancato più di un mese, ma ora è di nuovo a disposizione, come ha dichiarato a Cristina Chiabotto a 'Filo Diretto' su JTV: "Sono rientrato ad allenarmi normalmente con i miei compagni, quindi sono contento. Dopo essere stato fermo più o meno 40 giorni, adesso è chiaro che ho voglia di essere meglio di prima. Sono tranquillo, mi sto allenando con la squadra che è la cosa più importante. Sono già in forma per tornare. Adesso mi sono lasciato l'infortunio dietro, quindi... sono rientrato questa settimana con la squadra dopo 36 giorni in cui ero fermo. Con tutta la voglia che ho, in ogni allenamento che faccio, soprattutto dopo questi 36 giorni. Sono tranquillo, se il mister ha bisogno di me sono disposto a fare quello che vuole". Pronto a giocare in qualsiasi posizione: "Sono più abituato a giocare come difensore, nella linea dei tre dietro, a destra o sinistra sono più comodo. Ma se il mister ha bisogno che io giochi da terzino destro, terzino sinistro, non c'è problema". Perché il suo sogno è di rimanere in bianconero, e di vincere: "Il mio sogno? A livello personale, ovviamente, essere qua tanti anni, in una squadra alla quale voglio bene. Voglio giocare di più, perché sono uno che vuole giocare. Poi vincere qualche altra cosa con la Juve, questa penso sia la cosa più importante".
Perché questa non è la Juve della sua prima esperienza con questa maglia: "Dalla prima esperienza a questa seconda è tutto diverso. Il primo anno è stato un anno difficile, siamo arrivati credo settimi, quindi si è fatto un po' di casino. Adesso è tutto diverso, è arrivato un mister che ha fatto tante cose quest'anno e l'anno scorso, quindi siamo contenti. Si fanno delle cose diverse rispetto ad altre squadre. Siamo tranquilli con questo mister, con questo staff, con questi compagni va sempre meglio". E non è vero che quest'anno la fame sia calata: "Da quando è arrivato il mister abbiamo vinto due campionato di seguito, non è cambiato niente. Ogni allenamento che si fa, si fa con la stessa ambizione e la motivazione del primo giorno di Conte, quindi in quello siamo tranquilli. Ogni partita che si gioca si va a vincerla, da quel punto di vista si può stare tranquilli. Con Conte si impara ogni giorno". Un giudizio su Conte? "Ha un po' di tutto. La cosa più importante è che si impara ogni giorno con lui, quella è la cosa più importante per me". Gli obiettivi di quest'anno: "Secondo me è più importante lo scudetto, che è quello che vogliamo tutti. Ma se possiamo arrivare alla Champions è meglio".

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