Quagliarella KO. E' con ironia che Agnelli dà il benvenuto a Thohir.

News, 17 ottobre 2013.
 
 
Infortunio muscolare per Quagliarella: fermo 20 giorni. Andrea Agnelli così saluta Moratti e accoglie Thohir: "Non più Jakarta ma Jakartone". Contro i viola Conte dovrà fare a meno di Lichtsteiner, Quagliarella e Vucinic. Annacquate dal Consiglio federale della sanzioni relativi alle norme antidiscriminazione. Abete: Non abbiamo abbassato la guardia, ma i club devono fare di più.
Infortunio per Quagliarella - Brutte notizie per Conte: si è fermato anche Fabio Quagliarella. Lo stop era arrivato martedì, alla ripresa dei lavori, e gli accertamenti svolti nel corso della giornata di ieri hanno evidenziato una lesione di primo grado all’adduttore lungo di destra. La prognosi è di 20 giorni.
 
La battuta di Agnelli: Da Jakarta a Jakartone - "La capitale indonesiana ribattezzata oggi 15 ottobre... non più Jakarta ma Jakartone". Questa la battuta postata ieri sul suo profilo, segreto ma non troppo, Facebook come benvenuto al nuovo patron dell'Inter. Peraltro, informa Sky, la battuta era stata anticipata per telefono da Andrea allo stesso Moratti, che però forse non pensava di vederla pubblicizzata.
Un modo ironico forse per far comprendere che l'uscita di scena di Moratti non placa la determinazione della Juve a rivendicare quanto è suo e che il problema dello scudetto di cartone può al limite traslocare da Milano a Djakarta, ma non spegnersi.
 
Non mancano i grattacapi per Conte - Il rientro di buona parte dei nazionali (mancavano ancora però Vidal, Isla e Asamoah) ha solo in parte fatto sorridere Conte. Lo stop di Quagliarella infatti complica notevolmente i piani del mister, già privo, in attacco di Vucinic (che difficilmente potrà recuperare pure per Madrid): per far coppia con Tevez ora la scelta è ristretta a Giovinco e Llorente. L'altro grattacapo è a destra, con Lichtsteiner sicuro assente a Firenze (e forse anche a Madrid). Isla e Padoin non convincono e Conte potrebbe chiedere a Pogba di ripetere l'esperienza sulla fascia. L'unica buona nuova è il rientro in gruppo, a tutti gli effetti, di Caceres.
 
Annacquata la norma sugli episodi di discriminazione -  Il Consiglio Federale ha preso in esame la questione delle norme relative agli episodi di discriminazione, introducendo un sistema sanzionatorio più graduale in base al quale gli organi di Giustizia Sportiva valuteranno, dal secondo episodio in poi, la chiusura di singoli settori degli stadi senza far scattare automaticamente la chiusura dell’intero impianto. E' stato mantenuto il criterio della discriminazione territoriale ma è stata  approvata all’unanimità, la sospensione condizionale e la sottoposizione dei club ad un periodo di prova di un anno, mutuando il principio in vigore a livello internazionale.  Alle società viene però richiesto  un maggiore impegno al rafforzamento delle strutture interne deputate a regolare i rapporti con le tifoserie.
L’art 16 del nuovo testo recita dunque che “gli organi della giustizia sportiva possono sospendere l'esecuzione delle sanzioni disciplinari comminate alle società. Con la sospensione della esecuzione della sanzione, gli organi di giustizia sportiva  sottopongono la società ad un periodo di prova di un anno. Se durante il periodo di prova, si incorre nella stessa violazione, la sospensione è revocata e la sanzione si applica in aggiunta a quella comminata per la nuova violazione”
Un'ulteriore novità introdotta  è quella che prevede la valutazione della portata del fenomeno discriminatorio, per cui verrà tenuto conto se a fare cori razzisti saranno una minoranza di tifosi oppure diverse migliaia.
 
Abete: Non abbiamo abbassato la guardia - Secondo il presidente federale Giancarlo Abete le decisioni assunte dal Consiglio Federale non rappresentano un passo indietro, un cedimento davanti alle rimostranze della Lega di serie A in seguito alla decisione del Giudice Sportivo di chiudere il 'Meazza' per Milan-Udinese, sanzione al momento sospesa dalla Commissione Disciplinare in attesa di approfondimenti.
“Su razzismo e discriminazione non abbiamo abbassato la guardia - ha detto Abete in conferenza stampa - Non abbiamo abbassato le difese, altrimenti avremmo ripristinato le ammende prima della chiusura dei settori, previsto attenuanti e esimenti e dato una connotazione diversa alla discriminazione territoriale. Non abbiamo fatto nessuna di queste cose. Il ricatto dei tifosi di far chiudere gli stadi? Se continueranno, gli organi di giustizia sportiva potranno sanzionare quel tipo di settore chiudendolo per due, tre, dieci settimane, non c'è un limite. Se ne possono stare a casa anche per tutto l'anno, se hanno intenzione di continuare a comunicare disvalori. Abbiamo sentito alcune curve, anche di grandi club, dire che la prossima volta avrebbero dato luogo a una situazione ripetuta di cori per chiudere l'intero stadio. Era questa una situazione intollerabile perché così si creavano condizioni per un danno generalizzato”.  Comunque “la chiusura degli impianti resta ed è possibile già alla prima valutazione”, ma “questo dipende dall'intensità del fenomeno”.
A parere di Abete “il livello di contrasto delle società è ancora troppo basso, contro il razzismo non basta solo mettersi una maglietta o andare a istruire i bambini nelle scuole”.
Però, ha concluso, “la sola norma non basta se non avremo la capacità di espellere queste persone che non meritano di stare nel sistema, perderemo questa partita”.

 


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