Un rompicapo per Marotta: tradurre sbuffi di fumo in acquisti.

News, 24 giugno 2013.
 
Il calciomercato entra nel vivo: chimere, rebus e nodi sulla strada bianconera. Buffon: Non dovevo prendere quel goal da Neymar, ma non l'ho proprio visto partire; ora sotto con la Spagna! I Giovanissimi bianconeri di giocano l'ingresso in semifinale.
 
 
Il punto sul calciomercato - E' stata quella di ieri una giornata spartiacque, perché da oggi inizia per chi opera sul calciomercato nostrano una settimana senza più l'alibi di dover risolvere prima le comproprietà. E le date dei ritiri si avvicinano.
Per quanto riguarda la Juve più che di un punto bisognerebbe parlare di puntini di sospensione, perché quello della Juve è un calciomercato sospeso, da tre anni, tra i motori che si accendono anzitempo, con grandi nomi che circolano con notevole anticipo dai nostri uomini mercato, e poi una serie di sbuffi di fumo fino al traguardo di fine agosto (inizio settembre quest'anno). La partenza è stata identica anche stavolta ma il motore sembra già essersi ingolfato. Gli obiettivi sbandierati cominciamo a impallidire, anche per esiguità di mezzi a disposizione, visto che  dal mercato in uscita non arriva nulla, da un Felipe Melo sempre lì ad autocelebrarsi ma che nessuno vuole davvero ai vari Isla, Quagliarella e Matri (tanto per citare alcuni tra i più sacrificabili) che sarebbero trattabili, ma per i quali gli offerenti latitano o non vanno al di là di  un tozzo di pane.
I nomi desiderati sono i soliti: Higuain che corre verso l'Arsenal, anche se Sky Sport24 ieri ci ha riproposto ciclicamente all'infinito il padre di Higuain che affermava nulla è sinora deciso (ma se a decidere sarà la consistenza dell'ingaggio, il finale è già scritto); Tevez, su cui c'è anche il Milan (appena riesce a vendere qualcuno), ma anche, pare, il Real Madrid; Jovetic, per cui la Fiorentina insiste a chiedere, anche per una questione di puntiglio, 30 milioni cash ed essere d'accordo con giocatore e agente serve a poco; Diamanti, per cui il Bologna chiede 10 milioni, troppi in tutti i sensi. Il famoso riconquistato appeal della Juventus sbandierato da Marotta nulla può di fronte al potere persuasivo degli euro; semmai una Juventus dichiaratamente in caccia vien buono ai venditori per tener alto il prezzo.
E poi c'è Ogbonna: è vero, un difensore in più può venir buono, quasi certamente è una richiesta di Conte, non sembrava una priorità, ma sembra esserlo diventata; tuttavia la valutazione che ne fa il Torino è molto alta, almeno 12 milioni, anche se Marotta sembra sul punto di cedere alle pretese di Cairo pur di avere il difensore; forse pur di poter dire 'uno l'abbiamo preso'.
La costruzione mediatica della cessione di Marchisio sembra essersi placata e a centrocampo non si muove nulla, se non la possibile uscita di Marrone, desideroso di giocare (che almeno serva come valida contropartita) e quella di Isla (per il quale l'Inter non vuole però andare oltre i 5 milioni di euro).
Il rebus sta in attacco: vista la difficoltà (per Marotta) di cogliere gli obiettivi principali, sui media già prendono forma i piani B, poi toccherà ai C e ai D, soprattutto se nulla si muoverà in uscita. Dove il più richiesto, almeno a livello di inserimento nelle varie trattative, sembra essere Manolo Gabbiadini (in comproprietà con l'Atalanta); anche se, viste le incertezze in entrata, prima di liberarsene a cuor leggero forse sarebbe il caso di pensare se non sia il caso di offrirgli almeno una possibilità.
In settimana (mercoledì) ci sarà il CdA bianconero, ma da lì novità per il mercato non possono arrivare, visto che il recinto entro cui muoversi l'aveva già tracciato il presidente Agnelli quando in un'intervista di metà maggio a Sky aveva identificato la "potenza di fuoco" del club sul mercato in 200 milioni tutto compreso (costo del personale tesserato e ammortamenti): da questo budget non si sfugge.
 
 Il mea culpa di Buffon sul goal di Neymar - Le prestazioni di Gigi Buffon sono sempre così immuni da imperfezioni che quando viene colto in fallo ci si mette un punto esclamativo. E' accaduto nella gara contro il Brasile nella quale sulla punizione di Neymar  il portiere bianconero ha preso goal sul suo palo. E Gigi lo ammette: "La punizione di Neymar è un goal che di sicuro non avrei dovuto prendere perché ha mirato proprio dalla parte del mio palo". Però "se proprio volete saperlo, io quel tiro non l'ho visto né partire né arrivare, non ho visto il momento in cui ha calciato la palla, c'erano almeno sette-otto giocatori in barriera, avevo troppa gente davanti, troppa confusione". Al numero uno azzurro viene addebitata anche la responsabilità del  quarto goal verdeoro, quando proprio Buffon che respingeva a centro area un tiro di Marcelo permettendo a Fred di insaccare facilmente. Ma lui non si autoflagella: "Dai, eravamo al 90' e qualcosa si può sbagliare". In fondo in questa Confederations è stato spesso costretto agli straordinari da una difesa ballerina che ha subìto otto goal in tre partite, un'anomalia vista la presenza in rosa del trio difensivo della Juventus, uno dei punti di forza della squadra campione d'Italia; forse colpa del cambiamento di modulo (da difesa a tre a difesa a quattro), che ha spezzato quel blocco granitico e dagli automatismi quasi perfetti, la cui efficacia è senz'altro superiore alla somma di quella dei suoi tre componenti presi separatamente.
Certo, otto goal in tre partite sono tante per questa Nazionale e contro il prossimo avversario, la corazzata Spagna, bisognerà fare molta attenzione; l'impresa è ardua, visto anche il precedente degli Europei, ma Buffon esorta a non fasciarsi la testa in anticipo: "La Spagna è ancora la squadra migliore del mondo, ma dobbiamo sperare che non sia quella di Kiev. E soprattutto di non ripetere noi la prestazione di quella finale. In quella partita tra noi e loro ci fu una grande differenza, ma non è detto che vada a finire di nuovo così, altrimenti sarebbe inutile giocare".
Certo l'impresa è difficilissima per quest'Italia che perde un pezzo dopo l'altro: Abate, che ha riportato una lussazione scapolo-omerale, è rientrato in Italia; il recupero di Pirlo non è sicuro, anche se il centrocampista ha ripreso ad allenarsi. E mancherà anche Balotelli, vittima di una distrazione di primo grado al quadricipite sinistro; per lui la Confederations è probabilmente finita.
 
I Giovanissimi Nazionali oggi si giocano l'accesso alle semifinali - Avevano iniziato bene battendo la Sampdoria, poi l'inopinata battuta d'arresto con l'Inter di Bernard Cauet ha messo in serio pericolo la qualificazione alle semifinali per i  Giovanissimi Nazionali bianconeri. Ed ora Claudio Gabetta, che considerata immeritata per quanto fatto sul campo la sconfitta con i nerazzurri (1-0), chiede ai suoi ragazzi di giocarsela al massimo delle loro possibilità per battere il Padova (che guida il girone a punteggio pieno), perché solo una vittoria potrebbe regalare ai bianconeri la possibilità di passare il turno e accedere alle semifinali.

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