Calciopoli su Rai 3 vive solo sulle sensazioni di Nucini, Zeman, Gazzoni Frascara...

News, 9 giugno 2013.

 

'Un giorno in Pretura' su Rai 3: tengono banco Dal Cin, Gazzoni Frascara, Nucini, Zeman e Cellino, con le loro sensazioni, impressioni, convinzioni, vociferazioni; con Moggi, son parole sue, imputato in un processo del 'si dice'. Agnelli, Marotta e Nedved sono a Madrid per il Corazon Classic Match: ne approfitteranno per parlare con Perez del futuro di Higuain. Buffon: "Qualche trofeo mi manca ancora in bacheca e speriamo di poterla completare". Manolo Gabbiadini nell'Under 21 contro Israele corona con una doppietta una bella prestazione. Fabrizio Ravanelli nella prossima stagione allenerà l'Ajaccio (Ligue 1).

Rai Tre racconta Calciopoli: more solito - Ci eravamo chiesti come Rai Tre avrebbe raccontato Calciopoli: ora lo sappiamo. La falsariga è quella seguita anche in passato col processo doping. A prescindere dal fatto che saranno tre puntate da 50 minuti e condensare in esse un processo durato tre anni, un'udienza (ciascuna di cinque-sei ore) a settimana, con un'enorme quantità di fatti e spunti da approfondire, è impresa improponibile. Ma qui non c'è stata nessuna condensazione, solo una scelta di brani di testimonianze, variamente intarsiate. Guarda caso, nella prima puntata le testimonianze sono state quelle di testimoni dell'accusa: Dal Cin, Gazzoni Frascara, Nucini e Zeman (più le comparsate di Cellino e Gianfelice Facchetti, che avrebbero dovuto dimostrare l'esistenza di un sistema Moggi. Che è rimasto una pura ipotesi, puntellata solo da impressioni soggettive. In realtà infatti nei discorsi degli interrogati a dominare è stato il verbo 'pensare', variamente surrogato da altre espressioni di opinione; concretezza zero, ciò dovrebbe bastare a smontare il castello di fantasie di Calciopoli; ma in chi sente queste testimonianze per la prima volta quel che rimane impresso è rappresentato dai contenuti raccontati. Guarda cosa facevano quei lestofanti di Moggi e cupolanti assortiti?! Che poi fossero solo sensazioni di Dal Cin, convinzioni di Gazzoni Frascara, costruzioni mitologiche del cavallo di Troia Nucini, arrampicate sui vetri di Zeman rimane in secondo piano e vociferazioni varie, tanto lo sanno tutti, lo affermano le gazzette orientanti e il sentimento popolare, che il mostro è Moggi. Perché, son parole dell'avvocato Prioreschi, questo non è stato un processo, è stata una spietata caccia all'uomo.
Particolarmente infelice la scelta caduta su Nucini, un testimone bocciato dalle motivazioni stesse della sentenza ("Le vane parole pronunciate da alcuni testimoni, tra questi Martino e Nucini", "inconsistenza di Nucini vagliata per tempo dal PM di Milano"), nelle quali, a proposito della sua collaborazione con 'Giacinto' e del conseguente spionaggio da parte di Telecom, si parlava di "forme molto odiose di spionaggio". Un'opera di intelligence ordinata dall'Inter, ora chiamata a risponderne in tribunale; e nel tagliaecuci operato con le due deposizioni (25-05-2009 e 15-03-2011) di Nucini peraltro manca una parte importante delle stesse, quella dei suoi torbidi rapporti con la dirigenza nerazzurra (qui presentata solo con Facchetti, uomo leale, vero uomo, e pazienza se, per non estendere il discorso alle intercettazioni, lo troviamo a colloquiare amabilmente con un arbitro in attività, pratica non certo consentita) quando svela il retroscena della ricerca di un posto di lavoro in banca con l'aiuto del dottor Paolillo. Nucini è uno dei testimoni peggio usciti dal processo.
Zeman poi si presenta da sé: forse ecco Zeman, con le sue macchiettistiche affermazioni di essere il più bravo e la rimozione dei suoi esoneri e dei punti in classifica, è la dimostrazione più evidente della mancanza di credibilità delle accuse rivolte agli imputati.
E se poi si pensa di sostenere l'esistenza della cupola perché a Gazzoni Frascara saltò in testa di testa di chiedere, sua sponte, proprio a Giraudo 'referenze' su Zeman... Sembra quasi la ricerca di un pretesto per non sceglierlo.
Ora ci aspetta la seconda puntata, quella sul caso Paparesta: c'è da scommettere che andranno a cercarlo nello spogliatoio di Reggio Calabria..
Ma è probabile che l'assistente Coppola non ce lo faranno mai sentire, in nessuna puntata.
Per chi se lo fosse perso, qui il video di Rai Tre.

A Madrid Agnelli e Perez parleranno di Higuain - La Juventus vola a Madrid per il Corazon Classic Match in programma stasera alle 18. Ci saranno i giocatori che l'hanno fatta grande nel recente passato: Tacconi, Birindelli, Cannavaro, Ferrara, Mirkovic, Montero, Porrini, Torricelli, Tudor, Davids, Giannichedda, Jugovic, Nedved, Salihamidzic, Amoruso, Kovacevic, Mauro, Ravanelli...Ma ci saranno anche i dirigenti: il presidente Agnelli, l'amministratore delegato Marotta, il consigliere di amministrazione Nedved. Sarà una buona occasione per i dirigenti bianconeri di intavolare col club madridista un primo discorso sul futuro di Higuain; si vedranno a pranzo ufficiale per le delegazioni (solo i due presidenti e i dirigenti) al ristorante del Santiago Bernabeu, prima della partita; ma si vedranno anche dopo, nella cena cui prenderanno parte anche i campioni di ieri.
Agnelli giungerà a Madrid con Marotta in mattinata, Nedved arriverà direttamente da Ostrava dove ieri sera ha giocato nella gara d'addio al calcio di Jankulovski; ma stasera è già pronto a scendere in campo di nuovo.

Buffon: Mi manca ancora qualche trofeo... - E' il miglior portiere del XXI secolo secondo l'IFFHS, la sua bacheca trabocca di riconoscimenti individuali a livello internazionale, è stato campione del mondo nel 2006, ma il terremoto di Calciopoli gli ha impedito di conquistare col suo club qualche prestigioso trofeo, come la Champions League, la stessa che manca a Pavel Nedved. Ma ancora non ha perso le speranze di arrivarci, come ha dichiarato in un'intervista a Sky Sport 24: "Qualche trofeo mi manca ancora in bacheca e speriamo di poterla completare". Cosa vuol vincere? "Tutto e niente. L'importante è che Buffon assieme ai suoi compagni e alla società facciano il massimo per poter vincere, se poi si riuscirà a prendere qualcosa sarei molto felice e sarei ancora più orgoglioso che questa carriera possa essere addizionata da qualche altro successo". Perché, a 35 anni suonati, pur sapendo che la sua carriera volge al termine, non si pone limiti: "Da quando ho compiuto trent'anni penso al futuro e alla mia scadenza sempre in maniera sempre vicina, nel senso che voglio godere stagione per stagione. E' chiaro che magari a trent'anni non avrei mai pensato di poter fare il Mondiale a 36, però è anche vero che se sto come sto adesso, come ho dimostrato di stare anche ieri, penso sia anche giusto che io sia convocato e che giochi. Sicuramente un giocatore come me, nel momento in cui c'è, è perché sta bene e perché può essere di supporto e da supporto per il gruppo, sia come comportamenti, sia come carisma, sia come prestazioni; nel momento in cui vengono a mancare questi, è giusto che io stia a casa. Continuare? Io non escludo nulla, saranno gli altri a fare le valutazioni del caso e io come mio dovere le accetterò come è giusto che sia". Il tormentone di calciomercato, Higuain, Tevez o Jovetic? "Non ho preferenze perché alla fine mi fido tanto dell'operato e del valore della mia società, per cui, sono sicuro che chiunque venga sarà un grande giocatore e un giocatore che ci permetterà di migliorare ulteriormente".

Doppietta di un ottimo Gabbiadini nell'Under 21 - Manolo Gabbiadini (in comproprietà tra Juve e Atalanta) è stato ieri sera autore di un'ottima prestazione con la Nazionale Under 21 che ha battuto per 4-0 Israele nella seconda gara del girone A dell'Europeo di categoria. E due dei quattro goal degli azzurrini portano la sua firma, con due sinistri micidiali (il secondo su punizione); ma si è anche dimostrato efficace nel dettare assist in profondità e nei movimenti senza palla. Ha disputato una buona gara anche Ciro Immobile, che non è andato a rete, ma ha propiziato sia il primo goal (di Saponara) che il successivo di Gabbiadini.

Fabrizio Ravanelli lascia la Juve per l'Ajaccio - L'abbiamo rivisto l'altra sera tra le Juventus Legends, il Penna Bianca di sempre, da luglio 2011 alla guida dei Giovanissimi Regionali della Juventus; aveva già la valigia pronta: da ieri è il nuovo tecnico dell'Ajaccio della Ligue 1 di Francia, un'occasione di fare un'esperienza importante coi 'grandi', che affronta con il suo solito entusiasmo, un po' venato dal dispiacere di lasciare la Juventus e i suoi ragazzi. Ma è l'avventura in Corsica potrà segnare un passo importante nella sua carriera e cui si accinge con tutta la sua determinazione e la voglia di far bene, come ha spiegato in collegamento telefonico a Sky: "Sarà un campionato molto duro ma è sempre giusto sognare, anche se il primo obiettivo è quello di cercare di soffrire di meno di quanto non abbiano fatto in questa stagione dove si sono salvati in extremis. C'è grande entusiasmo in me, ma anche la società e la squadra hanno voglia di riscattare la stagione appena conclusa al 17° posto. La qualità della rosa è abbastanza buona, speriamo di migliorarci rispetto all'ultimo campionato". Al suo fianco ha voluto Giampiero Ventrone, storico preparatore atletico dei bianconeri dell'era Lippi.


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