Abete: Juve, sono 29 e non 31, c'è un verdetto inappellabile!

News, 12 maggio 2013.

Abete: Gli scudetti della Juve sono 29, c'è la chiarezza di quanto è stato deciso dagli organi di giustizia sportiva, c'è una sentenza, un verdetto non più appellabile. Conte in Rai presenta il suo libro, si racconta e "c'è un forte legame tra me e il Presidente, la Società, i tifosi e i calciatori". Per tre giorni niente allenamenti per i bianconeri: ma gli impegni non mancano. Un dispiacere per Buffon: la Carrarese retrocede in Seconda Divisione. La Juventus Primavera è in finale al torneo di Ostuni.

Abete: Gli scudetti della Juve sono 29, c'è un verdetto non più appellabile - Era Giancarlo Abete ieri sera l'ospite di '5 minuti di recupero', la trasmissione di Raisport condotta da Carlo Paris. Giancarlo Abete, con la consueta ineffabilità, ha espresso la sua rosea visione del campionato che sta concludendosi: "Una stagione con verdetti sportivi molto chiari, senza nessun episodio di goal/non goal perché, anche grazie agli arbitri addizionali, si è fatto bene, con una diminuzione di episodi di violenza, dati del Ministero dell'Interno, nonostante i nostri stadi siano fatiscenti; un 4% di aumento di spettatori negli stadi. Ciò posto, ci sono tante criticità, però è un campionato che ha regalato emozioni e quindi ha accompagnato una fase difficile anche del nostro Paese quest'anno". Le roventi polemiche sugli arbitri che hanno punteggiato tutta l'annata (a cominciare dalla valutazione dei falli di mano in area per non dire delle escandescenze di troppi dirigenti, da Pulvirenti a Moratti, con le loro supposizioni di malafede) evidentemente gli sono sfuggite. Come, in tema di violenza, gli è sfuggita la gravità degli episodi che hanno visto gli assalti al pullman della Juve in diverse trasferte; e il problema degli stadi, nonostante la grottesca vicenda di Is Arenas, non lo turba particolarmente.
E poi da Paris è spuntata una domanda: "29° scudetto per la Juventus, che però anche i giocatori anche i dirigenti ne hanno festeggiati 31: Lei c'è rimasto un po' male? perché forse ha pensato 'Madonna, la polemica non si è ancora conclusa'?
"Noo, perché penso che questa è una situazione che ci accompagnerà per tanti anni ancora. Ci accompagnerà per tanti anni ancora perché ovviamente da una parte c'è la chiarezza di quanto è stato deciso dagli organi di giustizia sportiva. L'organo di giustizia presso il Coni ha emesso una sentenza, un verdetto che non è più appellabile, non è stato appellato dalla Società e quindi gli scudetti sono oggi 29. Dall'altra naturalmente c'è la passione, il convincimento da parte del club e da parte dei tifosi che la Juventus abbia pagato un prezzo troppo elevato per quelle che erano state le eventuali responsabilità e che altri non abbiano pagato". Gli sfugge evidentemente l'esistenza dell'articolo 39, che come ha spiegato Agnelli mentre il sempreverde presidente federale era probabilmente impegnato ad adornare l'abete natalizio, sarà utilizzato nei tempi giusti, visto che è un jolly che può essere usato una volta sola. E a condire la vicenda c'è la richiesta danni di 444 milioni si euro suppergiù, mica bruscoletti...
Arrivava la provocazione di Paris: 'Attenti che magari quest'altr'anno si presentano tutti con gli scudetti, perché ognuno può fare quello che vuole..'.
"No, le regole la Juventus sul versante delle maglie le ha sempre rispettate sia in sede internazionale che in sede nazionale".
Certo che le ha rispettate ma le stelle federali non ci sono più, visto che la Juve non riconosce più il conteggio della Figc, e allo stadio troneggia un bel 31.
Infine due parole sul ranking: "Siamo in quarta posizione per quanto riguarda le società e rimarremo in questa posizione per parecchi anni probabilmente perché il differenziale nei confronti di Germania, Inghilterra e Spagna è elevato, però dobbiamo anche essere lucidi, avere i piedi per terra e capire che la quarta posizione può essere migliorabile, ma in qualche modo è comunque una posizione di eccellenza del calcio italiano; quindi lavoriamo per migliorarci senza delegittimarci oltre misura; se il Paese fosse quarto in tanti altri versanti, staremmo tutti meglio come cittadini". Non manca anche qui, oltre ad una punta di ottimismo, perché alle nostre spalle incalzano Portogallo e Francia e il quarto posto, man mano che si scartano gli anni più lontani, non è così saldo, la netta impressione della modestia del nostro calcio, per il quale il quarto posto è un successo: un calcio ormai di retrovia...

Conte: Tra me e la Juve c'è un forte legame - Antonio Conte è stato ospite ieri del programma di Rai 1 'Domenica In - L'Arena', all'interno dello spazio 'Protagonisti', condotto da Massimo Giletti. Nel corso della trasmissione ha presentato il suo libro 'Testa, cuore e gambe', rievocando alcuni episodi della sua vita professionale e privata. In particolare ha rievocato il suo primo contatto con la Juventus quando, 22nne, firmò il suo primo contratto con la Juve di Boniperti: "Boniperti parlò prima con me, poi mi disse: 'Passami mamma tua, perché ho bisogno di parlare con tua madre'. A parte che mia madre pensava stessi scherzando e quando poi gli passai Boniperti, il presidente si congratulò con la mamma e disse: 'Signora, stia tranquilla, perde un figlio, però lo acquistiamo noi. Sarà trattato come un figlio'. E così è stato". E ancora: "A me piace sempre ricordare che io a Torino sono arrivato con gli zoccoli ai piedi e ho smesso con le scarpe da calcio. Nel senso che sono arrivato che non ero un calciatore da Juventus, perché avevo gli zoccoli ai piedi, non avevo le qualità tecniche".
Poi il "triste e doloroso" capitolo del calcioscommesse quando, ammette, è arrivato a far violenza su se stesso intraprendendo una strada che non condivideva, quella del (tentato) patteggiamento: "Quando sei in una squadra è l'interesse del gruppo, il 'noi' che deve avere la meglio sull''io', e in quel momento sono andato contro me stesso, perché comunque in quel momento snaturavo il mio essere, il mio modo di vivere, il modo di pensare alcune cose, per il bene comunque della Juventus, perché ero stato portato a fare dei discorsi: è inutile andare a rischiare". Poi ha spiegato il 'suo percorso per superare quella situazione 'agghiacciante': "All'inizio non è stato semplice perché ti trovi da solo, in una situazione dove più ti vuoi dimenare e più vedi che sprofondi. Ti trovi in una situazione in cui ti chiedi il perché e non riesci a trovare delle risposte. Per uno molto pratico come sono io, non riuscire a trovare delle risposte, a delle domande, su di me, è stato molto difficile. Soprattutto all'inizio mi sono chiuso molto in me stesso, volevo capire. Nel momento in cui ho capito, con l'aiuto di persone che mi sono state vicine, che bisognava alzare la testa, sempre, affrontare tutte le situazioni, positive e meno positive, è iniziato un percorso che sapevo sarebbe stato difficile, perché era iniziato in maniera assurda, con una perquisizione a casa, una cosa incredibile. E vedevo che in quello che si muoveva tutto intorno, c'era poco di limpido, poco di chiaro. Proprio per questo motivo... io poi sono uno che quando c'è il problema, ci sono due squadre da percorrere: o lo affronti, ti arrabbi, ti incazzi, secondo me il termine giusto, e la affronti andando contro tutto e contro tutti. Oppure rischi di chiuderti in te stesso, magari anche a volte di scivolare".
La chiuura su una domanda 'proibita': 'Rimarrai alla Juve?' "C'è un forte legame tra me e il Presidente, la Società, i tifosi e i calciatori. E penso che su questi due anni, il marchio sia stato il marchio di tutti quanti. Tutte le persone che hanno lavorato per ottenere questi due successi straordinari, successi insperati, successi che sono frutto di tanto lavoro, di tanto sacrificio e di tanto sudore".
E questo legame, più che il suo contratto a scadenza 2015, dovrebbe essere la miglior carta che la Juve ha in mano per non lasciarsi sfuggire Antonio.

Tre giorni di riposo per i bianconeri - Dopo la festa Scudetto durata tutta una notte Conte ha concesso ai suoi tre giorni di riposo; gli allenamenti a Vinovo riprenderanno mercoledì, quando si inizierà la preparazione in vista della gara di domenica sera contro la Sampdoria: c'è la sconfitta dell'andata da cancellare. Martedì però i giocatori avranno un impegno, saranno tutti presenti ad un appuntamento presso il J-Museum dove, alle 18.30, vi sarà l'inaugurazione della mostra "Agnelli-Juventus: 90 anni di passione bianconera".. E già lunedì Conte, con Bonucci e Marchisio, sarà in Puglia, ospite dello Juventus Club di Corato (Bari). Per Conte poi, in questi giorni, probabilmente martedì, potrebbe esserci un summit con la dirigenza: il tecnico esporrà le sue linee-guida per la campagna acquisti e cercherà di capire se in casa Juve ci sono ancora quella fame e quella ferocia che ritiene indispensabili per poter proseguire insieme la marcia verso nuovi successi.

Un dispiacere per Gigi Buffon - Accanto alla grande gioia dello scudetto per Gigi Buffon è arrivato anche dispiacere: la Carrarese, la squadra di cui è proprietario, e di cui la moglie Alena è presidente, dopo il pareggio interno con il Latina, è retrocessa in Seconda Divisione.

La 'Primavera' in finale al torneo 'Città di Ostuni' - La Juventus Primavera, in attesa di disputare le Final Eight di categoria ai primi di giugno (per le quali si è classificata direttamente senza passare per i play-off), si è qualificata per la finale del torneo 'Città di Ostuni' dove troverà il Milan. In semifinale ha battuto il Parma (4-2) con doppietta di Beltrame e reti di Cevallos e Bonatini.


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