Petrucci: Scudetto 2006? Vicenda chiusa. Conte: Quei 4 mesi senza abbracci.

News, 12 dicembre 2012.

 

Petrucci: Quella dello scudetto 2006 per me è una vicenda chiusa; e su Conte aveva ragione Palazzi. Conte: Per il mio rientro c'è stato aspetto mediatico, ma ci fu un'attenzione mediatica spropositata anche in negativo; a me mancava soprattutto l'abbraccio a fine gara con i miei calciatori. Conte: Vogliamo ripeterci in campionato e vincere anche in Coppa Italia, una vetrina in cui far giocare quegli elementi che hanno giocato  meno, ma che sono la mia fortuna e che terrò sempre con me. I bianconeri preparano la tattica per il Cagliari: sarà ampio turnover. Bonucci squalificato e multato, Lichtsteiner in diffida. Quattro giornate al viola Olivera con l'applicazione della prova televisiva. Per Gegic a Cremona altre otto ore di interrogatorio da parte di Di Martino.

Petrucci: Scudetto 2006? E' un caso chiuso - Gianni Petrucci il numero uno del Coni, e dal 1999, ha parlato ieri al Corsport, in un'intervista a Barocci, Crea e Solms. Un'intervista che ha alcuni tratti che ondeggiano tra l'esilarante e il tragicomico. Petrucci inizia con un peana alla giustizia sportiva che ha sconfitto anche la giustizia ordinaria, riuscendo a condannare persino laddove i tribunali della Repubblica hanno fallito: "Avete visto com'è finita Calciopoli? Per la giustizia ordinaria tutti assolti in appello, tranne Giraudo (si parla dei processi con rito abbreviato, ndr). Al momento. Mentre lo sport li ha puniti. All'epoca tutti a dire: la giustizia sportiva è in ritardo, non fa niente, fa sconti a tutti. Invece è quella che è stata più chiara". Parlare di una giustizia chiara e rapida in relazione a Calciopoli è davvero qualcosa che supera i limiti dell'immaginazione umana. Così rapida che per chi ha commesso illeciti è intervenuta la prescrizione. Così chiara che anche dopo che sono emersi i fatti nella loro cruda realtà sono rimaste nascoste le colpe di alcuni e ingigantite quelle di altri. E il fatto che abbia condannato persone poi rivelatisi estranee (pensiamo, ad esempio, alle carriere troncate di alcuni arbitri, ma ci sono anche vite fatte a pezzi) non sembra davvero un fiore all'occhiello di questa presunta giustizia.
Sul caso Conte, per il quale Palazzi aveva proposto tre mesi, venendo poi sconfessato dal Tnas che aveva ancorato la pena a quattro mesi è lapidario: "A conferma che aveva ragione Palazzi. Un mese in più o in meno non può modificare il giudizio". Il problema è che più si va avanti più emerge che Palazzi non aveva ragione per niente, che il suo impianto sta crollando un mattone dopo l'altro (come la fantasiosa cupola di Calciopoli): a partire dall'autentica topica presa col caso Bonucci-Pepe a tutte le altre assoluzioni (più o meno mascherate) che stanno piovendo dal Tnas. Quel Tnas che peraltro, per giungere alla condanna di Conte, ha dovuto arrampicarsi su un abominio giuridico come il 'non poteva non sapere', un puro atto di fede perché non c'era uno straccio di prova o indizio.
Poi con Petrucci si arriva allo scudetto 2006 e a quel tavolo della pace che, più si allontana nel tempo, più da fallimento diventa trionfo. Infatti dice che "non si arriverà mai più a quel livello. Era troppo basso. Due grandi imprenditori come Agnelli e Moratti non potevano non parlarsi". In effetti Moratti ha continuato a parlare anche dopo, sul tema, ma Palazzi non ha sentito.
Tuttavia la ciliegina sulla torta, quella che Xavier Jacobelli ha definito la migliore gag del 2012, deve ancora arrivare e riguarda proprio l'ipotesi di una restituzione dello scudetto 2006. E qui Petrucci cala l'asso: "Per me quella è una vicenda già chiusa. Il vangelo dice: 'Non si può dare la mano alla ladra e guardare indietro'". Vicenda chiusa? Non chiusa, abbandonata al suo destino da Istituzioni per loro ammissione incompetenti. E di chiuso nella vicenda di Calciopoli non c'è nulla; di aperto, tanto per dirne una piccola piccola, c'è la causa che la Juventus ha intentato alla Figc per 444 milioni di euro.

Conte: Troppa attenzione mediatica sul mio ritorno? Ci fu anche in negativo - Si è parlato di calcio, ma non poteva non tener ancora banco anche l'argomento del ritorno di Conte al calcio dopo la squalifica, le sue sensazioni e anche una polemica sull'eccessivo rilievo mediatico dato a questo rientro (anche perché a rientrare era, per alcuni, un galeotto del calcio). Così si è espresso, Antonio Conte sugli stati d'animo che il dopogara di domenica ha risvegliato in lui: "Quello che più mi è mancato in questi quattro mesi è stato il contatto fisico in quei 95 minuti con i calciatori, questa è la cosa che ho percepito. La cosa bellissima che ho percepito è stata a fine partita l'abbraccio con tutti quanti, mentre ciò avveniva questo mi ha provocato davvero qualcosa di bello, qualcosa di irrinunciabile. Se io volessi dire qualcosa a cui non vorrei rinunciare, dire a questo contatto fisico con i miei calciatori. Questo mi è molto mancato ed è una cosa veramente bella che ho avvertita: andare ad abbracciare e a ringraziare i miei calciatori, purtroppo in questi quattro mesi mi è stato tolto; perché poi dopo la partita non riesci ad entrare nello spogliatoio, il giorno dopo comunque è passato quel momento, quell'attimo, quindi è una cosa che mi è stata ridata ed è la cosa più bella che io ho potuto constatare. Non posso rinunciare al contatto diretto, al contatto fisico con i miei calciatori.
E, parlando della mediaticità del ritorno, non ha risparmiato qualche frecciatina: "Sono ritornato e c'è stata comunque un'attenzione mediatica normale. Normale perché c'è stata un'attenzione mediatica spropositata quando era in negativo, quindi nessuno l'ha sottolineato. Qualcuno invece, qualche furbo, qualche astuto, qualche persona intelligente, ha voluto far notare come poi in positivo c'è stato un eccessivo aspetto mediatico sulla persona. O c'è mediaticità sempre, o non c'è mai. Per quello che riguarda me, c'è sempre, nel bene e nel male. A queste persone dico di guardarsi allo specchio ogni tanto e di pensare prima di parlare".
Sempre in tema di sentimenti, c'è il ringraziamento ai tifosi, che gli sono sempre stati vicini: "Ho fatto anche apposta a tralasciare (a Palermo, ndr) il ringraziamento ai tifosi, perché era giusto dedicargli nella partita in casa un mio ringraziamento speciale per tutto quello che hanno fatto, per tutto quello che mi hanno dimostrato in questi mesi. Li ringrazio pubblicamente perché oltre alla mia famiglia, la società e i calciatori, loro sono stati veramente un elemento fondamentale, soprattutto nei momenti di scoramento e di rabbia, mi hanno sempre spinto a non mollare e mi sono stati molto vicini. Hanno capito il dramma sportivo. Me lo hanno dimostrato con grandi testimonianze d'affetto, quindi da parte mia c'è grandissima gratitudine nei loro confronti. E li ringrazio pubblicamente perché non mi hanno fatto mai mancare il loro sostegno".

Conte: Anche loro rimarranno sempre con me... per rivincere - In conferenza stampa naturalmente si è parlato anche della gara col Cagliari, nella quale Conte darà spazio alle cosiddette seconde linee, che sono semplicemente quelli che hanno giocato di meno, ma che non per questo godono di minor fiducia da parte del tecnico, su questo Antonio è stato categorico: "La Coppa Italia è una delle tre competizioni ufficiali, anzi la quarta con la Supercoppa che abbiamo vinto. Adesso sono rimasti Campionato, Champions e Coppa Italia, quindi la nostra intenzione è quella di cercare di fare del nostro meglio possibile, in tutte e tre le competizione e quindi anche la Coppa Italia rappresenta un qualcosa di importante, una vetrina da sfruttare anche per eventualmente far giocare chi in questo momento ha giocato di meno, ha giocato poco, giocatori su cui io comunque ho grandissima fiducia, perché quando si parla di Giaccherini, quando si parla di Padoin, quando si parla di Marrone, di Caceres, di chi sta giocando di meno, si parla di elementi a cui io non rinuncerei mai. Elementi per i quali io ho la massima fiducia e finché io sarò l'allenatore della Juventus staranno sempre con me, perché sono la mia fortuna. Ne ho detti quattro, ma va allargato a tutti i giocatori che stanno giocando di meno. Adesso mi sono venuti in mente questi nomi perché le punte alla fine giocano sempre, altri hanno avuto molto più spazio. E' il concetto che mi interessa".
Conte vuole una Juve unita e granitica, perché l'obiettivo è rivincere: "Non bisogna mai mollare, da nessun punto di vista. Bisogna essere cattivi, determinati, vogliosi di riconfermarsi. Sarebbe bello rivincere perché come dico sempre ai ragazzi, una volta può succedere a tutti... cioè, ti trovi in un contesto che capita a tutti, sei fortunato, sei trascinato da altri che ti portano a vincere; quando rivinci, significa che alla base c'è qualcosa di importante, c'è qualcosa di vero, c'è qualcosa che significa iniziare ad essere vincenti, iniziare ad essere uomini vincenti. E' questo che ribadisco sempre ai miei calciatori, rivincere è molto difficile. Una volta può succedere a tutti per fortuna. Rivincere è già molto più difficile; è lì la differenza tra il campione e il giocatore fortunato che si trova in una competizione, trascinato da tutto, e vincere. Quindi sarà molto difficile ripetersi. Però lo vogliamo, con tutte le nostre forze. Per quello che riguarda la Champions, io ho ringraziato i ragazzi perché la Champions me l'ero meritata sul campo e mi è stata tolta. Adesso ho la possibilità di gustarmela dal campo. Quindi ho ringraziato apertamente i ragazzi perché questa è una gentile concessione che mi hanno fatto, io ho cercato di prepararli, ma poi sono scesi in campo alla grande e me l'hanno servita".
Ma è una conferenza stampa tutta da sentire, e ve la proponiamo con i video (immagini Sky) di Superfly da TifosiBianconeri.com.
Conferenza stampa di Antonio Conte pre-Juventus-Cagliari - Prima parte
Conferenza stampa di Antonio Conte pre-Juventus-Cagliari - Seconda parte

I bianconeri preparano la sfida al Cagliari - Ieri Conte, dopo la conferenza stampa, ha guidato l'allenamento della squadra in vista della partita di Coppa Italia col Cagliari. Si è trattato di una seduta, a porte chiuse, in cui è stata messa a punto la tattica da mettere in campo, sincronizzando i movimenti di reparto e di squadra. Una squadra che avrà una fisionomia molto diversa da quella vista in campo domenica a Palermo, perché Conte, come fece anche l'anno scorso in questa manifestazione, ha deciso di dare spazio a chi meno ha giocato. In porta ci sarà tuttavia Buffon perché quello che era lo scorso anno il portiere di Coppa Italia, Marco Storari, è squalificato per questa gara e il terzo portiere, Rubinho, come ha avuto modo di spiegare il tecnico in conferenza stampa, "è arrivato quest'anno e abbiamo dovuto aspettare due mesi per recuperarlo per uno strappo muscolare. C'è voluto tempo per rimetterlo a posto, non abbiamo avuto modo di testarlo anche durante la settimana, magari anche in gare amichevoli. C’è la volontà di partire con Gigi e durante la partita, eventualmente, di dare spazio anche a Rubinho, che gode di grandissima fiducia da parte mia, da parte di tutti i calciatori. Però è giusto fare le cose per gradi e quindi partiremo con Buffon". In difesa giocherà quasi sicuramente Bonucci, visto che potrà riposare domenica causa squalifica, non ci sarà ancora Lucio, mentre caceres è ancora in forte dubbio, si vedrà stamattina quali saranno le sue condizioni. Anche a centrocampo ci sarà un ampio turnover, visto che ci sono giocatori come Giaccherini, Marrone e Padoin sinora davvero poco impiegati.


Bonucci squalificato - Il Giudice sportivo ha inflitto una giornata di squalifica e un'ammenda si 2.000 euro a Leonardo Bonucci, già in diffida e nuovamente ammonito a Palermo per avere simulato di essere stato sottoposto ad intervento
falloso in area di rigore avversaria. Tra i bianconeri è entrato in diffida Stephan Lichtsteiner, giunto al traguardo della terza ammonizione.

Le altre decisioni del giudice sportivo - Ben quattro giornate di squalifica sono state inflitte al viola Ruben Olivera: una perchè già diffidato è stato nuovamente ammonito, le altre tre per applicazione della prova televisiva: "Il Giudice Sportivo recita il comunicato ufficiale n. 103 - ricevuta dal Procuratore federale rituale segnalazione (fax delle ore 10.17 del 10 dicembre 2012) ex art. 35 comma 1.3) CGS, in ordine al comportamento del calciatore Olivera De Rosa Ruben (Soc. Fiorentina) nei confronti del calciatore Pjanic Miralem (Soc. Roma), al 20' del primo tempo; acquisite ed esaminate le relative immagini televisive (Sky), di piena garanzia tecnica e documentale; osserva: le immagini televisive documentano che, nelle circostanze segnalate, il calciatore giallo-rosso, nella zona centrale del campo, veniva contrastato duramente nell’azione dal calciatore viola, cadendo quindi dolorante al suolo. L’Arbitro sanzionava l’intervento falloso con un calcio di punizione a favore della squadra locale e con un’ammonizione nei confronti dell’Olivera. Negli attimi successivi, a giuoco fermo, il calciatore fiorentino, nell’allontanarsi dal luogo dove doveva essere battuto il calcio di punizione, con il piede destro calpestava con veemenza la gamba destra del calciatore romanista, ancora giacente al suolo. Nessun ulteriore provvedimento veniva adottato dal Direttore di gara in quanto, come precisato con e-mail pervenuta alle ore 17.45 del 10 dicembre 2012, l’accaduto era sfuggito alla sua attenzione. Ritiene questo Giudice che il riprovevole gesto, “non visto” dall’Arbitro e del tutto estraneo dal contesto agonistico, per la forte pressione esercitata e l’evidente volontarietà integri gli estremi di quella “condotta violenta”, che per consolidato orientamento interpretativo è connotata dalla intenzionalità e dalla potenzialità lesiva. Ne consegue l’ammissibilità ex art. 35 n.1.3 della “prova televisiva” e la sanzionabilità ex art.19 , n.4 lettera b) CGS del segnalato comportamento".
Una giornata di squalifica è stata comminata anche ai due espulsi (per doppio giallo) di giornata, Morganella (Palermo) e Kozak (Lazio) e ad altri otto giocatori già in diffida e nuovamente ammoniti: Almiron (Catania), Cavanda (Lazio) Cuadrado (Fiorentina), Kucka e Sampirisi (Genoa), Gastaldello (Sampdoria), Pinilla (Cagliari) e Sorensen (Bologna).
Quattro le ammende alle società: 10.000 euro all'Inter per avere suoi sostenitori, dal 17' del primo tempo e per alcuni minuti, rivolto ai sostenitori della squadra avversaria ingiuriosi cori costituenti espressione di discriminazione territoriale; 4.000 euro al Pescara per avere suoi sostenitori, nel corso della gara, lanciato nel recinto di giuoco quattro petardi; 4.000 euro alla Roma per avere suoi sostenitori, al 7' del secondo tempo, lanciato nel recinto di giuoco tre petardi; e 1.000 euro alla Lazio a titolo di responsabilità oggettiva per avere ingiustificatamente ritardato l'inizio del secondo tempo della gara di circa sette minuti.

A Cremona altre otto ore di interrogatorio per Gegic - Gegic ha risposto al Pm Di Martino per oltre otto ore: gli sono stati chiesti approfondimenti su una quindicina di partite e in alcuni casi ha ammesso di aver dato denaro ad alcuni calciatori. Non ha saputo invece dare chiarimenti sulla posizione di Stefano Mauri e di come siano andate le cose prima di Lazio-Genoa: Gegic avrebbe detto che lui in quel periodo era a Chiasso e che l'amico Ilievski non gli avrebbe mai raccontato della sua visita a Formello; in alcuni casi Almir Gegic avrebbe addirittura preso le distanze da Ilievski che gli investigatori ritengono il suo diretto superiore. Avrebbe negato ostinatamente molte cose, ma avrebbe ammesso del suo coinvolgimento in partite riguardanti il Siena e di aver consegnato schede telefoniche dedicate sia a Bertani che a Paolo Acerbis. Avrebbe confermato che vi erano dirigenti coinvolti nel sistema delle scommesse, ma il suo sarebbe solo un 'sentito dire'. Si è riparlato con lui anche di Mister X, il misterioso faccendiere sulla sessantina, che sarebbe stato in grado di conoscere i risultati di partite di serie A su cui scommettere, attraverso rapporti con allenatori e dirigenti: sarebbe, secondo Gegic, un venditore di partite combinate e destinate a finire con un over; ma non sarebbe riuscito a riconoscerlo.
Da parte di Di Martino non sono in previsione, dopo le sedici ore in due giorni, altri interrogatori all'ex superlatitante, per il quale peraltro i suoi legali non hanno al momento presentato alcuna istanza di scarcerazione. Di Martino potrebbe però sentire invece altre persone, coinvolte per cercare dei riscontri.


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