Moratti: 'Se c'entrasse la Juve, sarebbe grave'. E Abete si schiera al suo fianco.

News, 6 novembre 2012.

Moratti, sull'errore 'voluto': "Se c'entrasse la Juve sarebbe grave". Arriva di corsa Abete a sostegno del numero uno dell'Inter: Moratti ha fatto una riflessione sull'arbitro che ha deciso male perché Lichsteiner doveva essere espulso. Galliani vorrebbe tener celati i suoi cattivi pensieri ma poi... Marotta chiude al top player e poi spiega: Per noi contava tanto la presenza a bordo campo di Conte, la sua assenza si sente molto; ma nei processi sportivi le armi le ha solo l'accusa. Vucinic non ce la fa a recuperare per la Champions. Juventus-Nordsjælland sarà diretta da Stavrev. Ammenda di 50.000 euro alla Juve e di 35.000 all'Inter. Chiellini in diffida. Il Tnas assolve Gheller perché Carobbio non è credibile: mancano i riscontri.


Moratti insiste: Se c'entrasse la Juve... - All'inviata di Sky, Silvia Vallini, che gli chiedeva se, a due giorni da Juve-Inter, gli fosse passato il fastidio per certe decisioni arbitrali, ha risposto: "Il fastidio è passato? Non è questione di passato. Sì, sì, non c’è dentro l'astio, né nessuna roba di questo genere, no, bisogna fare attenzione in questo senso, che non ci sia una ripetizione costante". Sull'errore voluto: "Se c’entrasse la Juventus sarebbe grave. Voluto nel senso che uno vede una cosa e non interviene, questo insomma anche magari per l’equilibrio della partita, non lo so, però comunque è una scelta che in quel momento era azzardata e decisamente molto sfavorevole per noi“.
Dunque Moratti non ha finito la riserva di frecciate velenose; 'se c'entrasse', periodo ipotetico della possibilità, potrebbe entrarci. Ma lui e l'Inter avrebbero un sistema infallibile per scoprirlo: riprendere a far intercettare la Juve.
Quanto alla 'ripetizione costante', visto il cumulo di errori pro-Inter sinora verificatosi in questo campionato e che abbiamo ricordato solo ieri, e visto anche il secondo tempo di Torino, dopo la reprimenda all'arbitro da parte del non-soldatino Cassano, sarebbe davvero augurabile che tutto ciò non si ripeta. Fa specie che queste frasi non le abbiamo sentite da Moratti nell'era Mourinho, quando il vento arbitrale sospingeva palesemente l'Inter verso il successo; ma tant'è.
Come disse John Elkann a Villar Perosa: "Non hanno mai saputo perdere, ma soprattutto non hanno ancora imparato a vincere".
Intanto la prossima avversaria dell'Inter, l'Atalanta. ha già iniziato a preoccuparsi e il suo direttore Pierpaolo Marino è passato all'attacco preventivo: "Se si lamenta Moratti lo facciamo anche noi. Con la Samp è stata una grande vittoria di cuore e di qualità. Il gol di Denis era regolare, l'arbitro Russo ha arbitrato bene ma sono i collaboratori che hanno sbagliato. Poi se Moratti si lamenta dopo una vittoria lo facciamo anche noi, le lamentele dopo una vittoria sono molto più considerate rispetto a quando si perde. Se l'Inter è in credito anche noi lo siamo dopo il gol regolare annullato a Denis".

Abete corre in aiuto a Moratti - Non poteva mancare la stampella di Abete alle maligne rimostranze di Moratti sull'arbitraggio di Juve-Inter: "Moratti ha fatto una riflessione - ha detto a '90 minuti' su Rai Sport 1 - ha espresso un giudizio sull'arbitro che ha deciso male non estraendo il cartellino giallo, tutti hanno concordato che il giallo c'è e l'espulsione era dovuta". Nessun problema, dunque, se ad esprimere giudizi sull'arbitro è Moratti, anzi piena solidarietà per il 'torto' subìto. E una presa di posizione (gravissima, vista la direzione imboccata dalle parole di Moratti) su un campo che non è il suo; ma altro non è che la prosecuzione di quella strada che aveva già mostrato chiaramente la sua rotta al momento della dichiarazione di incompetenza. Con tutto quel che ne è seguito.

I cattivi pensieri di Galliani - A Massimo Moratti fa buona compagnia, oltre ad Abete, anche il cugino rossonero Galliani. Quando si tratta di soffiare sul fuoco del sentimento popolare anti-Juve, ogni altra rivalità è sopita. Ha esordito dicendo di voler tenere per sé ciò che ha pensato sull'arbitraggio di Juve-Inter e polemiche conseguenti: "Non lo dico, ho avuto molti pensieri ma me li tengo per me". Ma poi non ha mancato di sferrare anche la sua stoccata: "Ho solo visto che Tagliavento ha arbitrato la sfida scudetto dell'anno scorso, che era Milan-Juventus, e la forse sfida scudetto di quest'anno che è Juventus-Inter; senza aggiungere nessun'altra considerazione, ho notato questa roba qui". Ma, e il goal di Muntari? "Il goal di Muntari non l'ho mai dimenticato".

Marotta: Ma quanto ci manca Conte! - La sconfitta contro l'Inter è senz'altro fonte di amarezza in casa bianconera, ma Marotta non ne fa certo un dramma "Diciamo che c'è una giusta e logica amarezza per aver perso una partita, poi dal presidente in giù siamo tutti uomini di sport e sappiamo convivere anche con delle serate negative - ha detto alla 'Politica nel pallone' su Gr Parlamento - Al di là delle dinamiche che si sono susseguite nel corso dei novanta minuti abbiamo perso solo una partita, questa impresa straordinaria di aver vinto uno scudetto e una Supercoppa e tutti questi i risultati utili fanno pensare a come la Juve sia stata e sia un modello importante".
Un modello che ha avuto il suo punto di forza in Antonio Conte, il tecnico ora confinato in piccionaia perché non poteva non sapere: un vero capolavoro della 'giustizia sportiva'. E, secondo Marotta, è questo un grave handicap: "Conte è un giovane allenatore che ha inanellato 49 risultati utili consecutivi ha vinto il campionato, ha vinto la Supercoppa, è arrivato secondo in coppa Italia, quindi è candidato a titolo di miglior giovane allenatore del mondo e questo a volte sfugge ai più. La sua mancanza si sente molto, pesa, e questo dimostra ancora di più come il cammino fatto dalla Juve dopo la sua squalifica sia valido. Avere una squadra senza il proprio allenatore, nonostante la bravura dei suoi assistenti, significa sottrarre forza alla squadra. Noi ciò nonostante abbiamo inanellato solo una sconfitta. La sua assenza l'abbiamo sentita, poi i suoi vice sono di primo livello, i giocatori sono forti, però non posso esimermi dal dire che la sua forza è rappresentata soprattutto dalla sua presenza a bordo campo". Sabato sera "ci siam parlati nell'atrio perché non può entrare negli spogliatoi, sembrava un leone in gabbia, non poteva esprimere la sua cattiveria sportiva nel corso dei novanta minuti, però già pensava al giorno dopo, all'allenamento per la Champions. Un Conte arrabbiato, ma molto carico".
Un danno questo causato da una giustizia sportiva che inadeguata è dir poco, e di cui l'ad bianconero giudica improcrastinabile la riforma: "Credo sia necessaria, a tutela del fatto che le società professionistiche sono società per azioni e quindi la squalifica di un suo giocatore o dell'allenatore, crea danni ingenti. Si vuole che la difesa abbia la possibilità di essere considerata tale e non come oggi protagonista di processi rapidi dove l'accusa si presenta con una clava e la difesa a mani libere".
Chiude alla polemica con Stramaccioni ("Non ne voglio più parlare perché lungi da me fare polemica, se poi Stramaccioni vuole farla faccia pure, per me la spensieratezza è una virtù e quindi era un apprezzamento per un giovane allenatore. Spensieratezza per il vocabolario Zingarelli che mi sono andato a riguardare, sebbene abbia fatto studi umanistici significa distensione e serenità. Quello che volevo dire io è che lui tra gli allenatori è quello nelle condizioni migliori per guidare una squadra, se poi sono stato frainteso rimango della mia opinione"), ma anche all'arrivo del top player, costa troppo: "Non stravolgeremo la nostra rosa quindi non possiamo fare proclami perché il top player oggi credo sia di difficile acquisizione non solo per la Juve ma per qualsiasi squadra italiana, nessuna squadra oggi può permettersi di spendere dai 30 ai 40 milioni se parliamo di top player vero. Anzi, c'è stato un esodo di giocatori dall'Italia verso l'estero e questo deve farci riflettere". Chiude anche alla polemica sugli errori arbitrali: "Fanno parte del gioco, ci sono stati e ci saranno ancora. Innanzitutto però, bisogna escludere qualsiasi ipotesi di malafede sennò non saremmo neanche qui a parlare. Poi parlare di Juve significa parlare di una società che come tutte le altre squadre ha arbitraggi che magari portano dei favori e altri al contrario, ma nel lungo periodo gli episodi a favore e a sfavore si bilanciano in qualche modo. Basti pensare che il Catania l'anno scorso ha avuto 11 errori a favore e noi solo 4. Riportando tutto sul bilancino vedrete che poi tutto si bilancia".

Vucinic non recupera
- Purtroppo pare proprio che la Juve contro il Nordsjælland la Juve dovrà fare a meno di Mirko Vucinic, l'unico inamovibile davanti: la botta al polpaccio rimediata contro l'Inter gli ha impedito anche ieri di allenarsi e a questo punto il suo recupero pare una chimera.
Ieri Conte, dopo il riscaldamento, ha badato alla tatttica, facendo provare e riprovare ai suoi gli schemi che vuol vedere applicati in campo contro i danesi.
Non dovrebbero esserci sconvolgimenti nella formazione: in attacco a questo punto se la giocano in quattro per due maglie, con le quotazioni di Giovinco che parrebbero in discesa (a favore di Quagliarella) dopo la deludentissima prova contro i nerazzurri. A centrocampo reclama spazio Pogba, ma i tre titolarissimi Marchisio, Pirlo e Vidal dovrebbero essere ancora una volta altrettanti punti fissi, almeno all'inizio. la difesa dovrebbe essere quella titolare con Barzagli, Bonucci e Chiellini e, sugli esterni Asamoah e Lichtsteiner.
Oggi, alle 14.15 conferenza stampa di Angelo Alessio, che sarà accompagnato da Bonucci. Poi l'ultimo allenamento.


Juve-Nordsjælland: fischia Stavrev - Sarà il 35nne macedone Aleksandar Stavrev a dirigere Juventus-Nordsjælland, quarto impegno dei bianconeri in Champions League, in programma domani alle 20.45 allo Juventus Stadium; gli assistenti saranno Kirovski e Kostadinov, il quarto uomo sarà Miloseski, gli arbitri di porta Meckarovski e Spirkoski. Stavrev è internazionale già dal 2006, non ha mai arbitrato la Juventus; ha fama di essere arbitro dal cartellino (giallo e rosso) facile.

[/i]5.000 euro alla Juve e diffida per lo Juventus Stadium - Le palle di carta lanciate da alcuni sconsiderati verso Orsato hanno avuto come conseguenza una fortissima multa e, quel che è peggio, la diffida per lo Juventus Stadium: Così il Giudice Sportivo: "Ammenda di € 50.000 con diffida alla Soc. JUVENTUS per avere suoi sostenitori, tra il 7' ed il 17' del secondo tempo, lanciato una quindicina di palle di cartone verso un Arbitro addizionale, una delle quali lo colpiva al collo, cagionandogli una sensazione dolorifica ed inducendo il Direttore di gara ad interrompere il giuoco per circa un minuto per un consequenziale controllo sanitario; per avere inoltre, fino al termine della gara, rivolto reiteratamente cori insultanti allo stesso Arbitro addizionale; per avere infine, nel corso della gara, esposto vari striscioni dal tenore ingiuriose nei confronti della squadra avversaria, del suo presidente, del suo allenatore e di un suo calciatore; sanzione attenuata ex art. 14. n. 5 in relazione all'art 13 lettere a) e b) CGS, per avere la Società concretamente operato con le forze dell'ordine a fini preventivi e di vigilanza".
Anche l'Inter è stata sanzionata: "Ammenda di € 35.000 alla Soc. INTERNAZIONALE per avere suoi sostenitori, prima dell'inizio della gara, dal 'secondo anello' dello stadio lanciato verso il "settore nord" il profilo in plastica di una porta, di oltre un metro di lunghezza, asportato dai locali igienici, colpendo al capo un sostenitore della squadra avversaria, senza conseguenze lesive; per avere inoltre, nel corso della gara, esposto due striscioni dal tenore ingiurioso nei confronti della squadra avversaria e di un suo dirigente; sanzione attenuato ex art. 14 n. 5 in relazione all'art. 13 lettere a) e b) CGS, per avere la Società concretamente operato con le forze dell'ordine a fini preventivi e di vigilanza".
Ormai è la seconda volta che lo Juventus Stadium si ritrova con i servizi devastati: l'avevano fatto i tifosi del Napoli, ci hanno riprovato quelli dell'Inter. Forse sarebbe il caso che la Juventus iniziasse a chiedere una cauzione alle squadre ospitate, pena la chiusura del settore ospiti; d'altronde lo Juventus Stadium è la casa della Juve e i vandali non vi sono ammessi.
Ammende anche al Catania (6.000 euro) "per avere suoi sostenitori, nel corso della gara, nel proprio settore, fatto esplodere tre petardi e acceso numerosi fumogeni; per avere inoltre, prima dell’inizio della gara, intonato cori insultanti nei confronti degli Ufficiali di gara" e al Pescara (4.000 euro) "per avere suoi sostenitori, nel corso della gara, lanciato tre petardi nel recinto di giuoco".

Chiellini in diffida - Nessun bianconero è stato squalificato, ma l'ammonizione davvero eccessivamente severa che l'arbitro Tagliavento ha comminato a Giorgio Chiellini al 6' della ripresa (fallo su Milito) è la terza per il difensore bianconero che è così entrato in diffida.
Salteranno il prossimo turno Destro (Roma) espulso per doppia ammonizione e altri due giocatori già in diffida e nuovamente ammoniti per comportamento scorretto: Bovo (Genoa) e Domizzi (Udinese).
Walter Mazzarri, espulso al 44' del secondo tempo, per essere "uscito reiteratamente dall'area tecnica, nonostante precedenti richiami; con recidiva reiterata; infrazione rilevata dal Quarto Ufficiale" è stato sanzionato con un'ammonizione con diffida e un'ammenda di 10.000 euro. Ammonizione con diffida anche per Diego Bortoluzzi, secondo di Guidolin, espulso a Bologna "per avere, al 44' del secondo tempo, contestato platealmente una decisione arbitrale".

Gheller assolto: Carobbio non credibile - Mavillo Gheller, ex calciatore del Novara, per il quale il procuratore federale aveva chiesto addirittura tre anni e sei mesi per illecito sportivo, e che poi la Commissione Disciplinare aveva condannato a sei mesi per omessa denuncia, condanna confermata poi dalla Corte di Giustizia Federale, è stato prosciolto da ogni accusa dal Tnas. I fatti si riferiscono a Novara- Siena e Gheller era stato accusato dal 'solito' Filippo Carobbio, di aver dato una sorta di conferma dell'accordo tra le sue squadre poco prima dell'inizio della partita. Le motivazioni della sentenza affermano: "Si deve, dunque, riconoscere che nel giudizio de quo non è stato raccolto alcun riscontro fattuale circa la univocità della dichiarazione di terzo (il Carobbio), sulla quale si fonda la pronuncia di condanna alla squalifica di mesi 6 dell’attuale istante". Filippo Carobbio anche in questo caso è stato dunque ritenuto non credibile. I dubbi sui racconti, a quanto pare molto fantasiosi, di Carobbio aumentano ad ogni piè sospinto, e altri casi sono ancora pendenti (per es. quello di Drascek).
Ma per Conte e Alessio 'Pippo' Carobbio è stato ritenuto credibile. I riscontri mancano anche nel loro caso, ma non potevano certo non sapere, basta l'atto di fede. Tutto il resto non conta.


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