Una Supercoppa tutta per Conte. Varriale e Rai: non così!

News, 12 agosto 2012.

 

Marotta, Carrera e i giocatori dedicano la Supercoppa appena vinta ad Antonio Conte. A dispetto delle pretestuose e lamentose polemiche del Napoli la Juve ha vinto meritatamente, sul campo: lo dicono i numeri. Il Napoli diserta la premiazione: alla faccia della sportività. Ennesima telecronaca faziosa anti-Juve della Rai: protagonista Enrico Varriale; e Buffon lo snobba. Emanuele Pesoli, condannato a tre anni per un illecito (Siena-Varese), si è incatenato per protesta davanti alla sede romana della Figc.


Una SuperCoppa per Antonio Conte
- Gli era toccato bere alcune ore prima l'amaro calice propinatogli dal glaciale Artico, ma i suoi ragazzi hanno almeno provato a lenire un po' la sua amarezza di innocente ingiustamente condannato regalandogli e dedicandogli la SuperCoppa italiana.
E lo ha fatto anche l'amministratore delegato Beppe Marotta: "Una Supercoppa di Conte - ha detto a Sky - perché lui l'ha preparata durante la settimana molto bene; per Conte perché i giocatori hanno voluto giocare per lui e hanno regalato una grandissima vittoria alla Juventus e al proprio allenatore. E di questo io sono molto orgoglioso e contento".
Ma forse le dediche più belle sono quelle dei suoi ragazzi.
Barzagli (Raisport): "Dedichiamo questo trofeo al mister, a Bonucci e a Pepe. Abbiamo passato mesi un po' così per queste storie, ma oggi è andata bene".
Buffon
(Facebook): "La prima dedica va al nostro allenatore che ci trasmette quotidianamente una rabbia agonistica, una voglia di primeggiare,che non ha eguali.... e tutto ciò, nonostante i suoi grattacapi.... La seconda ai nostri tifosi italo-cinesi,che ci hanno seguito sino a qui e sostenuto con grande calore... grazie mille... Il terzo pensiero va a Simone e Leo che sono usciti da un incubo lunghissimo e in tutto questo tempo non si sono risparmiati un istante per la causa juventina....." E ha poi proseguito con Chiellini, Storari e Del Piero.
Vucinic: "Siamo contenti per Conte". Su Carrera: "E' molto bravo e in campo urla quanto il mister".
Asamoah
: "Dedicata ad Antonio Conte, il nostro tecnico ci ha sempre aiutato fin dal mio primo giorno alla Juve".
Carrera, l'alter ego di Conte: "Con Conte ci siamo abbracciati, abbiamo stappato una bottiglia insieme". Sulla vittoria: "E' la vittoria del gruppo, io sono stato solo uno degli artefici di questa vittoria, è il gruppo che ha vinto, come ha vinto l'anno scorso lo Scudetto".

La solita Juve - Praticamente il calcio, quello vero, non quella sua immagine burlesca, tragicomica, trasmessaci dalla cosiddetta giustizia sportiva e prontamente rimbalzataci dai media, è ritornato quello di sempre regalandoci una Juve vincente, una delle solite sceneggiate partenopee e, per non farci mancare niente, la solita telecronaca faziosa della matrigna Rai.
A noi quello che interessa soprattutto è aver rivisto una Juve vincente là dove si gioca a calcio, cioè sul campo: e, al di là delle sterili polemiche (buone solo per i titoloni di certi giornali odierni, Corsport in prima fila), vincente non solo nel punteggio, ma anche nel gioco. E a dirlo sono, come sempre usa in casa Juve, i dati di fatto, non le ciance o le lacreme napulitane.
Sono i numeri pubblicati sul sito della Lega Calcio di serie A, numeri che dicono:
Possesso Palla: Juventus 68%, Napoli 32%; Tiri dentro/totali: Juventus 8/20, Napoli 6-12; Palle giocate: Juventus 946, Napoli 488; Passaggi riusciti: Juventus 75.5%, Napoli 51.7%; Supremazia territoriale: Juventus 18':59", Napoli 06':16"; Attacco alla porta: Juventus 45.1, Napoli 44.6; Protezione area: Juventus 55.4, Napoli 54.9; Pericolosità: Juventus 70.3%, Napoli 39%; Falli commessi: Juventus 20, Napoli 21; Angoli: Juventus 7, Napoli 5.
Davanti a questi numeri, che nessuno si azzardi a dire che la vittoria della Juve è frutto degli arbitri o di chissache: è frutto di una superiorità sul campo, molto semplicemente, perché il campo dice sempre la verità.
Anzi, se la Juve avesse un attaccante in grado di tradurre il gioco in goal, la partita sarebbe 'finita' molto prima e con un risultato pesante. Marotta, invece di cincischiare, provveda.

Il Napoli boicotta la premiazione - Naturalmente quando di scena ci sono il Napoli e De Laurentiis, qualche colpo di scena con effetti con speciali che ormai non stupiscono più nessuno non manca mai. E non poteva fare eccezione questa finale persa, in una Pechino prima chiesta a gran voce, praticamente imposta, poi ripudiata, infine accettata giocoforza masticando amaro. E l'epilogo della gara, una sconfitta peraltro meritata (come dimostrano i numeri) ha messo a nudo l'assoluta mancanza di self control e di sportività dell'ambiente partenopeo (anche se già la vicenda dei collaboratori spioni non lasciava presagire nulla di buono in tal senso): i giocatori del Napoli non si sono infatti presentati alla premiazione, dove avrebbero ricevuto la medaglia destinata alla finalista perdente, per protesta contro l'arbitraggio di Mazzoleni, reo di aver concesso un rigore (sacrosanto) ai bianconeri e di aver espulso Pandev e Zuniga, entrambi traditi da quei nervi che avevano più volte cercato di far saltare a quelli della Juve, senza successo; pure Mazzarri è stato espulso, ma questo non ha senz'altro danneggiato il Napoli visto come il tecnico del Napoli aveva minimizzato gli effetti della squalifica di Conte, sostenendo che in fondo non cambia poi molto se un allenatore siede in tribuna piuttosto che in panchina.
Pare, a quanto raccontato da Marco Azzi su repubblica.it, che sia stato lo stesso De Laurentiis, furente, ad ordinare ai suoi l'assai poco sportivo gesto di protesta, e poi il silenzio stampa.
Questo il commento in proposito del presidente della Lega di serie A, Maurizio Beretta: "L'epilogo è un peccato, si possono capire la delusione e l'irritazione, resta il fatto che è mancato un ultimo pezzetto". Più che l'ultimo pezzetto, è mancato il rispetto, verso l'avversario che si è rivelato più forte e, soprattutto, verso i valori dello sport.

Faziosità Rai - Non è la prima volta che accade e che dobbiamo farlo notare, ma la Rai ci è ricascata. Come già accaduto più volte nelle telecronache della scorsa Coppa Italia, i tifosi bianconeri, pur costretti a pagare il canone Rai come tutti, sono stati costretti a sorbirsi una telecronaca assolutamente schierata, pro-Napoli s'intende.
Guest star della situazione Enrico Varriale: a parte il fatto di aver ricordato ad ogni piè sospinto, dal prepartita alla premiazione, tutte le volte in cui il Napoli aveva avuto la meglio sui bianconeri, si è reso protagonista di una telecronaca giocata con gli occhi di un ultrà; il rigore su Matri è stato minimizzato, meglio, ignorato. Commenti acri sulle espulsioni, Mazzoleni presentato come il vero protagonista del match, la previsione delle aspre polemiche che la conduzione di gara avrebbe ingenerato a fine partita. Una litania costante, fastidiosissima.
Così ha sarcasticamente commentato la cosa Paolo Rossi di Juve Channel, che ha definito la Rai 'Napoli Channel': "Abbiamo vissuto questa partita con molta sofferenza, anche perché obiettivamente vedere una partita.... purtroppo noi non siamo riusciti ad aggiudicarci i diritti per questa partita, c'è riuscito Napoli Channel. Bisogna fargli i complimenti perché hanno speso molto: quindi novanta minuti, più trenta con il commento di Napoli Channel, immagino che per il nostro pubblico sia stato particolarmente pesante"
A castigare Varriale a fine gara ci ha pensato Buffon che, rincorso dal giornalista Rai che voleva intervistarlo, lo ha platealmente snobbato, sparandogli in faccia un bel "No".

Calcioscommesse: Pesoli per protesta si incatena davanti alla Figc - Il 32nne difensore ex Siena, ex Varese, Emanuele Pesoli, si è incatenato ieri mattina presso la sede della Federcalcio in via Allegri a Roma, dove ha iniziato uno sciopero della fame per protestare così contro la sentenza della Commissione Disciplinare che lo ha squalificato per 3 anni, nell'ambito del processo al calcioscommesse. Legato con una catena alla cancellata della sede romana della Figc, il giocatore ha dichiarato: "Mi sento ferito per la condanna, e vorrei un confronto con chi mi accusa, e cioè con Carobbio e Gervasoni. Non sto mettendo in discussione il lavoro dei magistrati e di Palazzi ma mi vorrei difendere in maniera giusta. E' una protesta forte, ma mi stanno rovinando la vita per una cosa che non ho fatto. Prima di smettere di giocare vorrei lottare con tutte le mie forze. Attendo qualcuno, il presidente della Figc, Giancarlo Abete, resterò qui fino a quando non ce la faccio più".
La vicenda che riguarda Pesoli (acquistato a luglio dal Verona) è relativa ad un illecito per la tentata combine di Siena-Varese del 21 maggio 2011, finita per 5-0 a favore dei padroni di casa. Anche nel processo svoltosi la scorsa settimana all'ex Ostello della Gioventù del Foro Italico, attraverso i suoi legali, il calciatore aveva chiesto ai giudici di ascoltare in aula i 'pentiti' Carlo Gervasoni e Filippo Carobbio, suoi principali accusatori, ma la Commissione Disciplinare presieduta da Sergio Artico aveva respinto la richiesta ritenendo l'audizione dei due non necessaria.
L'unica risposta al suo gesto eclatante gli è sinora giunta dal direttore generale della Federcalcio Antonello Valentini, che si è chiamato fuori, assieme a tutta la Figc: 'Il problema del confronto che Lei chiede con i suoi accusatori non è un problema degli organi politici della Federazione ma una competenza dei giudici sportivi". Incompetenti, come sempre.


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